Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 11, Paragrafi 01 - 12
nec video cur magis possint non trahere animam talia et vivere quam spirare sine visceribus, quod etiam in marinis docuimus quamvis arcente spiritum densitate et altitudine umoris Non vedo perché tali esseri non possano trarre il respiro e vivere più che respirare senza polmoni, cosa che apprendemmo anche fra quelli marini sebbene con la densità e la profondità dell'acqua che ostacola il respiro
[7] volare quidem aliqua et animatu carere in ipso spiritu viventia, habere sensum victus, generationis, operis atque etiam de futuro curam, et quamvis non sint membra quae velut carina sensus invehant, esse tamen iis auditum, olfactum, gustatum, eximia praeterea naturae dona, sollertiam, animum, artem, quis facile crediderit [7] Chi potrebbe credere facilmente che alcuni poi volino e manchino del respiro pur vivendo nella stessa aria, che hanno il senso del cibo, della riproduzione, del lavoro e anche la preoccupazione circa il futuro, e sebbene non ci siano organi che trasportino i sensi come una nave, tuttavia c'è per loro l'udito, l'olfatto, il gusto, inoltre notevoli doni della natura, la solerzia, il coraggio, l'abilità
[8] sanguinem non esse iis fateor sic ut terrestribus quidem, cunctis inter se similem: verum ut saepiae in mari sanguinis vires atramentum optineat, purpurarum generi infector ille sucus, sic et insectis quisquis est vitalis umor, hic erit sanguis [8] Ammetto poi che non c'è il sangue per loro così come per quelli terrestri, simile per tutti fra loro: ma come per la seppia nel mare un liquido nero costituisce le forze del sangue, la tintura (è) quel succo per la specie delle murici, così anche per gli insetti qualunque umore è vitale, questo costituirà il sangue

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 231-267
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 231-267

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 231-267

denique existimatio sua cuique sit: nobis propositum est naturas rerum manifestas indicare, non causas indagare dubias Infine per ognuno ci sia una propria considerazione: per me c'è il proposito di descrivere le realtà manifeste, non di indagare le cause incerte
[9] Insecta, ut intellegi possit, non videntur habere nervos nec ossa nec spinas nec cartilaginem nec pinguia nec carnes, ne crustam quidem fragilem ut quaedam marina, nec quae iure dicatur cutis, sed mediae cuiusdam inter omnia haec naturae corpus, arenti simile, nervo mollius, in reliquis partibus tutius vere quam durius [9] Gli insetti, per quanto possa essere compreso, non sembrano avere i nervi né ossa né spine né cartilagine né grassi né carne, nemmeno un fragile guscio come alcuni animali marini, né quella che è detta esattamente pelle, ma un corpo di una certa natura intermedia fra tutte queste, simile a una cosa secca, più molle nel nervo, nelle altre parti in realtà più protetto che più duro

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 43-82
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 43-82

et hoc solum iis est, nec praeterea aliud E questo solo c'è per loro, non altro oltre ciò
nihil intus nisi admodum paucis intestinum inplicatum Dentro nulla se non appunto per pochi un intestino ripiegato

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 1-10
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 1-10

[10] itaque divolsis praecipua vivacitas et partium singularum palpitatio, quia quaecumque est ratio vitalis illa non certis inest membris, sed toto in corpore, minime tamen capite, solumque non movetur nisi cum pectore avolsum [10] Pertanto una particolare vivacità per quelli spezzati e il movimento delle singole parti, poiché qualunque sia il principio vitale quello non si trova in organi determinati, ma in tutto il corpo, tuttavia pochissimo nella testa, e non si muove da sola se non staccata col petto
in nullo genere plures sunt pedes, et quibus ex his plurimi, diutius vivunt divulsa, ut in scolopendris vidimus In nessuna specie ci sono più zampe, e fra questi quelli per cui ce ne sono di più, spezzati vivono più a lungo, come vediamo nelle scolopendre

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 25, Paragrafi 111-120

habent autem oculos praeterque e sensibus et tactum atque gustatum, aliqua et odoratum, pauca et auditum Hanno poi gli occhi e inoltre fra i sensi anche il tatto e il gusto, alcuni anche l'odorato, pochi anche l'udito

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