Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 18 - 32

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 18 - 32

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 18 - 32

[18]Clara est unius e Romanis dimicatio adversus elephantum, cum Hannibal captivos nostros dimicare inter sese coegisset

namque unum qui supererat obiecit elephanto, et ille dimitti pactus, si interemisset, solus in harena congressus magno Poenorum dolore confecit

Hannibal, cum famam eius dimicationis contemptum adlaturam beluis intellegeret, equites misit qui abeuntem interficerent

proboscidem eorum facillime amputari Pyrri proeliorum experimentis patuit

[19]Romae pugnasse Fenestella tradit primum omnium in circo Claudi Pulchri aedilitate curuli M

Antonio A

Postumio cos
[18] E' famoso il combattimento di uno dei Romani contro un elefante, quando Annibale aveva costretto i nostri prigionieri a combattere fra loro

Infatti oppose all'elefante l'unico che era sopravvissuto, e quello pattuito di essere lasciato libero, se l'avesse ucciso, entrato da solo nell'arena l'uccise con grande rammarico dei Cartaginesi

Annibale, comprendendo che la fama del suo combattimento avrebbe portato il disprezzo per le belve, mandò dei cavalieri che uccidessero quello che si allontanava

Con gli scontri delle battaglie di Pirro si evidenziò che la loro proboscide può essere troncata molto facilmente

[19] Fenestella racconta che a Roma si era combattuto per la prima volta nel circo per l'edilità curule di Claudio Pulcro sotto il consolate di M

Antonio e A

Postumio nell'anno 655 della città, anche vent'anni dopo contro i tori durante l'edilità curule dei Luculli
anno urbis DCLV, item post annos viginti Lucullorum aedilitate curuli adversus tauros; [20]Pompei quoque altero consulatu, dedicatione templi Veneris Victricis, viginti pugnavere in circo aut, ut quidam tradunt, XVIII, Gaetulis ex adverso iaculantibus, mirabili unius dimicatione, qui pedibus confossis repsit genibus in catervas, abrepta scuta iaciens in sublime, quae decidentia voluptati spectantibus erant in orbem circumacta, velut arte, non furore beluae, iacerentur

magnum et in altero miraculum fuit uno ictu occiso; pilum autem sub oculo adactum in vitalia capitis venerat

[21]universi eruptionem temptavere, non sine vexatione populi, circumdatis claustris ferreis

qua de causa Caesar dictator postea simile spectaculum editurus euripis harenam circumdedit, quos Nero princeps sustulit equiti loca addens
[20] Anche nell'altro consolato di Pompeo, con l'assegnazione del tempio di Venere Vincitrice, ne combatterono venti nel circo o, come riportano alcuni, 18, mentre i Getuli lanciavano contro i dardi, con ammirevole combattimento di uno solo, che con le zampe trapassate si trascinò con le ginocchia verso le schiere, lanciando in alto gli scudi strappati, che cadendo dopo aver volteggiato attorno erano di divertimento per gli spettatori, come se fossero lanciati con arte, non dal furore di una belva

Grande stupore ci fu in un altro ucciso con un colpo; un giavellotto infatti lanciato sotto l'occhio era arrivato nelle parti vitali della testa

[21] Tutti insieme tentarono un'irruzione, non senza timore del popolo, essendo stati circondati da cancellate di ferro

Per questo motivo il dittatore Cesare sul punto poi di organizzare uno spettacolo simile circondò l'arena di fossati, che l'imperatore Nerone eliminò aggiungendo i posti per la cavalleria
sed Pompeiani amissa fugae spe misericordiam vulgi inenarrabili habitu quaerentes supplicavere quadam sese lamentatione conplorantes, tanto populi dolore, ut oblitus imperatoris ac munificentiae honori suo exquisitae flens universus consurgeret dirasque Pompeio, quas ille mox luit, inprecaretur

[22]pugnavere et Caesari dictatori tertio consulatu eius viginti contra pedites D iterumque totidem turriti cum sexagenis propugnatoribus, eodem quo priore numero peditum et pari equitum ex adverso dimicante, postea singuli principibus Claudio et Neroni in consummatione gladiatorum

[23]Ipsius animalis tanta narratur clementia contra minus validos, ut in grege pecudum occurrentia manu dimoveat, ne quod obterat inprudens

nec nisi lacessiti nocent idque cum gregatim semper ambulent, minime ex omnibus solivagi
Ma i Pompeiani persa la speranza della fuga chiedendo supplicarono la clemenza del popolo con atteggiamento indicibile compiangendosi con un certo lamento, con tanto dolore del popolo, che dimentico dell'imperatore e della magnificenza richiesta per il suo onore piangendo si alzava tutto insieme e imprecava maledizioni a Pompeo, che subito quello espiò

[22] Anche nel terzo consolato per il dittatore Cesare combatterono venti contro 500 fanti e poi altrettanti forniti di torri con sessanta combattenti, su ciascuno un numero di fanti come il precedente e uguale di cavalieri che combatteva di fronte, dopo durante i principati di Claudio e di Nerone da soli nella prova finale dei gladiatori

[23] Dello stesso animale è raccontata la tanta clemenza verso i meno validi, così che in un gregge di pecore allontana con la proboscide chi viene incontro, affinché imprudente non schiacci qualcuna

Non danneggiano se non attaccati e camminano sempre a gruppi, fra tutti minimamente solitari

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 31-35
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 31-35

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 31-35

equitatu circumventi infirmos aut fessos vulneratosve in medium agmen recipiunt, acie, velut imperio aut ratione per vices subeunte

[24]Capti celerrime mitificantur hordei suco

capiuntur autem in India unum ex domitis agente rectore, qui deprehensum solitarium abactumve a grege verberet ferum: quo fatigato transcendit in eum nec secus ac priorem regit

Africa foveis capit, in quas deerrante aliquo protinus ceteri congerunt ramos, moles devolvunt, aggeres construunt omnique vi conantur extrahere

[25]ante domitandi gratia reges equitatu cogebant in vallem manu factam et longo tractu fallacem, cuius inclusos ripis fossisque fame domabant

argumentum erat ramus homine porrigente clementer acceptus

nunc dentium causa pedes eorum iaculantur alioqui mollissimos
Circondati dalla cavalleria mettono al centro del branco i deboli o stanchi o feriti, con una schiera che subentra alternativamente come per comando o per strategia

[24] Catturati sono calmati molto velocemente con sugo d'orzo

Anche in India sono catturati, uno fra gli addomesticati con la guida che lo conduce, che scoperto uno selvatico e separato dal branco percuote l'animale: spossatolo sale su esso e lo doma non diversamente dal precedente

L'Africa li cattura con fosse, in cui cadutone qualcuno subito gli altri ammucchiano rami, rotolano massi, formano mucchi di terra e tentano con ogni forza di estrarlo

[25] Prima per domarli i re li spingevano con la cavalleria in una valle artificiale e ingannevole per un lungo tratto, nei cui argini e fossati rinchiusi e domati dalla fame

Ne era prova un ramo preso docilmente dall'uomo che lo porgeva

Ora a causa delle zanne i loro piedi del resto molto teneri sono trafitti
[26]Trogodytae contermini Aethiopiae, qui hoc solo venatu aluntur, propinquas itineri eorum conscendunt arbores; inde totius agminis novissimum speculati extremas in clunes desiliunt

laeva adprehenditur cauda, pedes stipantur in sinistro femine: ita pendens alterum poplitem dextra caedit ac praeacuta bipenni hoc crure tardato profugiens alterius poplitis nervos ferit, cuncta praeceleri pernicitate peragens

alii tutiore genere, sed magis fallaci, ingentes arcus intentos defigunt humi longius; hos praecipui viribus iuvenes continent, alii conixi pari conatu contendunt ac praetereuntibus sagittarum venabula infigunt, mox sanguinis vestigiis secuntur

[27]Elephantorum generis feminae multo pavidiores

domantur autem rabidi fame et verberibus, elephantis aliis admotis, qui tumultuantem catenis coerceant
[26] I Trogoditi confinanti dell'Etiopia, che si nutrono di questa sola caccia, salgono sugli alberi vicini al loro percorso; poi dopo che hanno individuato l'ultimo di tutto il branco si lanciano sulle estremità dei glutei

Con la sinistra è presa la coda, i piedi sono trattenuti sulla coscia sinistra: pendendo così colpisce con la destra l'altro garretto e con una bipenne molto affilata azzoppata questa zampa fuggendo tronca i nervi dell'altro garretto, facendo tutto con una velocità notevole

Altri con un sistema più sicuro, ma più fallace, preparano più lontano grandi archi piantati a terra; i giovani i principali in forze li trattengono, altri appoggiatisi con pari sforzo la tirano e conficcano a quelli che passano le punte delle frecce, poi li seguono con le tracce del sangue

[27] Di molto più paurose le femmine della razza degli elefanti

Incattiviti vengono domati quindi con la fame e le percosse, dopo aver accostato altri elefanti, che frenino con le catene chi si dimena

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 05, Paragrafi 61-87

et alias circa coitus maxime efferantur et stabula Indorum dentibus sternunt

quapropter arcent eos coitu feminarumque pecuaria separant, quae haut alio modo quam armentorum habent

domiti militant et turres armatorum in dorsis ferunt magnaque ex parte orientis bella conficiunt: prosternunt acies, proterunt armatos

iidem minimo suis stridore terrentur vulneratique et territi retro semper cedunt, haut minore partium suarum pernicie

Indicum Africi pavent nec contueri audent, nam et maior Indicis magnitudo est

[28]Decem annis gestare in utero vulgus existimat, Aristoteles biennio nec amplius quam [semel gignere pluresque quam] singulos, vivere ducenis annis et quosdam CCC

iuventa eorum a sexagesimo incipit

gaudent amnibus maxime et circa fluvios vagantur, cum alioqui nare propter magnitudinem corporis non possint
E per il resto s'infuriano soprattutto verso il tempo dell'accoppiamento e abbattono con i denti le stalle degli Indi

Perciò li privano dell'accoppiamento e separano i branchi delle femmine, che tengono in modo non diverso da quello degli armenti

Addomesticati compiono azioni militari e portano sulle groppe torri di armati e per la maggior parte decidono le guerre dell'oriente: sfondano le schiere, schiacciano i soldati

Gli stessi sono atterriti al minimo stridore di un maiale e feriti o spaventati retrocedono sempre, con non minore danno delle loro schiere

Gli elefanti africani temono quelli degli Indi e non osano guardare, infatti è maggiore la grandezza per quelli Indiani

[28] Il popolo pensa che nell'utero la gestazione duri dieci anni, Aristotele due e non più di [una volta generano e non più] di uno per volta, che vivono duecento anni e alcuni 300

La loro giovinezza inizia dal sessantesimo anno

Si dilettano soprattutto dei fiumi e vagano intorno alle correnti, non potendo del resto nuotare per la grandezza del corpo
iidem frigoris inpatientes; maximum hoc malum inflationemque et profluvium alvi nec alia morborum genera sentiunt

olei potu tela, quae corpori eorum inhaereant, decidere invenio, a sudore autem facilius adhaerescere

[29]et terram edisse iis tabificum est, nisi saepius mandant; devorant autem et lapides; truncos quidem gratissimo in cibatu habent

palmas excelsiores fronte prosternunt atque ita iacentium absumunt fructum

mandunt ore, spirant et bibunt odoranturque haut inproprie appellata manu

animalium maxime odere murem et, si pabulum in praesepio positum attingi ab eo videre, fastidiunt

cruciatum in potu maximum sentiunt hausta hirudine, quam sanguisugam vulgo coepisse appellari adverto

haec ubi in ipso animae canali se fixit, intolerando adficit dolore
Gli stessi intolleranti del freddo; questo malanno soprattutto e il gonfiore e la dissenteria del ventre e non patiscono altri tipi di malanni

Trovo che i dardi che aderiscono al loro corpo, cadono col bere dell'olio, invece si conficcano più facilmente col sudore

[29] E' letale per loro anche aver mangiato la terra, a meno che non la mangiano più spesso; del resto inghiottono anche le pietre; comunque includono i tronchi nel cibo molto gradito

Abbattono con la fronte le palme più alte e così prendono i frutti di quelle cadute

Masticano con la bocca, respirano e bevono e annusano con quella chiamata non impropriamente mano

Degli animali odiano soprattutto il topo e, se vedono essere toccato da quello il cibo posto nella mangiatoia, provano fastidio

Nel bere provano il massimo tormento con una mignatta ingoiata, che mi accorgo aver cominciato ad essere chiamata dal popolo sanguisuga

Quando questa si è conficcata nella trachea stessa, tormenta con un dolore insopportabile
[30]durissimum dorso tergus, ventri molle, saetarum nullum tegimentum, ne in cauda quidem praesidium abigendo taedio muscarum (namque id et tanta vastitas sentit), sed cancellata cutis, et invitans id genus animalium odore

ergo cum extentis recepere examina, artatis in rugas repente cancellis comprehensas enecant

hoc iis pro cauda, iuba, villo est

[31]dentibus ingens pretium et deorum simulacris lautissima ex his materia

invenit luxuria commendationem et aliam expetiti in callo manus saporis, haud alia de causa, credo, quam quia ipsum ebur sibi mandere videtur
[30] La pelle durissima del dorso, molle al ventre, nessun rivestimento di peli, neppure sulla coda una difesa per allontanare il fastidio delle mosche (infatti anche tanta mole avverte ciò), ma una pelle reticolata, e che invita con l'odore questo tipo di animali

Dunque con le scanalature distese ricevono gli sciami, ristrette improvvisamente in pieghe uccidono quelle catturate

Questo per loro è al posto della coda, della criniera, del pelo

[31] Grande il valore per le zanne e da queste una materia molto pregiata per le statue degli dei

Il lusso ha scoperto anche l'altro pregio del sapore ricercato nella callosità della proboscide, non per altro motivo, penso, che perché sembra di mangiare l'avorio stesso
magnitudo dentium videtur quidem in templis praecipua, sed tamen in extremis Africae, qua confinis Aethiopiae est, postium vicem in domiciliis praebere saepesque in his et pecorum stabulis pro palis elephantorum dentibus fieri Polybius tradidit auctore Gulusa regulo

[32]Elephantos fert Africa ultra Syrticas solitudines et in Mauretania, ferunt Aethiopes et Trogodytae, ut dictum est, sed maximos India bellantesque cum iis perpetua discordia dracones tantae magnitudinis et ipsos, ut circumplexu facili ambiant nexuque nodi praestringant

conmoritur ea dimicatio, victusque conruens conplexum elidit pondere

La grandezza delle zanne appare poi notevole nei templi, ma tuttavia nell'estremità dell'Africa, dove è confinante con l'Etiopia, Polibio tramandò, autore Gulusa un regolo, che si mostravano al posto degli stipiti nelle case e che i divisorii in queste e nelle stalle delle greggi erano fatti con zanne di elefanti al posto dei pali

[32] L'Africa presenta elefanti oltre i deserti delle Sirti e in Mauritania, ne presentano Etiopi e Trogoditi, come si è detto, ma i più grandi in India e serpenti che combattono con essi in una lotta continua e gli stessi di tanta grandezza, che avvolgono con una facile stretta e li stringono in un nodo indissolubile

Questa lotta è mortale per entrambi, e vinto cadendo distrugge col peso quello che l'ha avvolto

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 61-65

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 13 - 37

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 88-114