Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 68 - 101

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 68 - 101

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 68 - 101
[68] Ceterum editis primores septimo mense gigni dentes priusque in supera fere parte, haud dubium est, septimo eosdem decidere anno aliosque suffici, quosdam et cum dentibus nasci, sicut M'

Curium, qui ob id Dentatus cognominatus est, et Cn

Papirium Carbonem, praeclaros viros

in feminis ea res inauspicati fuit exempli regum temporibus

[69] cum ita nata esset Valeria, exitio civitati in quam delata esset futuram responso haruspicum vaticinante, Suessam Pometiam illa tempestate florentissimam deportata est, veridico exitu consecuto

(Quasdam concreto genitali gigni infausto omine Cornelia Gracchorum mater indicio est) aliqui vice dentium continuo osse gignuntur, sicuti Prusiae regis Bithynorum filius superna parte oris
[68] Non c'è dubbio per il resto che i primi denti ai neonati spuntano al settimo mese e prima per lo più nella parte superiore, che gli stessi cadono al settimo anno e sono sostituiti da altri, che alcuni nascono anche con i denti, come M

Curio, che per questo fu soprannominato Dentato, e Gn

Papirio Carbone, famosi uomini

Nelle donne al tempo dei re questa cosa fu di segno di malaugurio

[69] Essendo Valeria nata così, per il responso vaticinante degli aruspici sarebbe stata la rovina della città in cui fosse stata portata, fu deportata a Suessa Pomezia in quel periodo ricchissima, con esito successivo veritiero

- (di cattivo augurio che alcune siano generate con l'apparato genitale chiuso è prova Cornelia la madre dei Gracchi)- alcuni invece sono generati con un osso intero dei denti, come il figlio di Prusia re dei Bitini nella parte superiore della bocca
[70] dentes autem in tantum invicti sunt ignibus, ut nec crementur cum reliquo corpore, iidemque flammis indomiti cavantur tabe pituitae

candorem trahunt quodam medicamine

usu atteruntur multoque prius in aliquis deficiunt

nec cibo tantum et alimentis necessarii, quippe vocis sermonisque regimen primores tenent, concentu quodam excipientes ictum linguae serieque structurae atque magnitudine mutilantes mollientesve aut hebetantes verba et, cum defuere, explanationem omnem adimentes

[71] quin et augurium in hac esse creditur parte

triceni bini viris adtribuuntur excepta Turdulorum gente: quibus plures fuere, longiora promitti vitae putant spatia; feminis minor numerus: quibus in dextra parte gemini superne a canibus cognominati, fortunae blandimenta pollicentur, sicut in Agrippina Domiti Neronis matre; contra in laeva
[70] I denti poi sono tanto inattaccabili dal fuoco, che non vengono bruciati col resto del corpo, e gli stessi inattaccabili dalle fiamme sono cariati dalla distruzione della carie

Acquistano bianchezza con un certo unguento

Sono consumati dall'uso e in alcuni cadono molto prima

Necessari non solo per il cibo e gli alimenti, poiché gli anteriori regolano l'emissione della voce e della parola, trasformando il colpo della lingua in un certo suono e secondo il genere di struttura e di grandezza modificando, o addolcendo o confondendo le parole e, quando sono caduti, togliendo tutta la pronuncia

[71] Si pensa anche che in questa parte ci sia il presentimento

Agli uomini ne sono attribuiti trentadue eccetto la popolazione dei Turduli: a quelli ai quali furono di più, ritengono essere riservati periodi di vita più lunghi; minore il numero nelle donne: a loro i due detti canini nella parte destra superiore, promettono i favori della fortuna, come ad Agrippina madre di Domizio Nerone; il contrario nella parte sinistra
[72] (Hominem prius quam genito dente cremari mos gentium non est) sed mox plura de hoc, cum membratim historia decurret

Risisse eodem die quo genitus esset unum hominum accepimus Zoroastren; eidem cerebrum ita palpitasse, ut inpositam repelleret manum, futurae praesagio scientiae

[73] In trimatu suo cuique dimidiam esse mensuram futurae certum est

in plenum autem cuncto mortalium generi minorem in dies fieri propemodum observatur rarosque patribus proceriores, consumente ubertatem seminum exustione, in cuius vices nunc vergat aevum

in Creta terrae motu rupto monte inventum est corpus stans XLVI cubitorum, quod alii Orionis, alii Oti esse tradunt

[74] Orestis corpus oraculi iussu refossum VII cubitorum fuisse monumentis creditur
[72] (Non è abitudine dei popoli che l'uomo sia cremato prima che sia spuntato il dente)- ma su questo poi più notizie, quando l'argomentazione tratterà membro a membro

Abbiamo saputo che uno solo degli uomini Zoroastro abbia riso nello stesso giorno in cui era stato generato; che a lui il cervello pulsava tanto, che respingeva la mano poggiata, con presagio di futura scienza

[73] E' certo che per ognuno a tre anni c'è la metà misura di quella futura

Nel complesso poi si osserva che in tutto il genere dei mortali diventa per lo più minore di giorno in giorno e rari quelli più alti dei padri, per il calore che indebolisce la fecondità dei semi, verso i cui mutamenti volge ora il tempo

A Creta su un monte spaccato da un terremoto fu trovato un corpo di 46 cubiti in piedi, che alcuni tramandano essere di Orione, altri di Oti

[74] Si ritiene dai documenti che il corpo di Oreste dissotterrato per ordine dell'oracolo fosse di 7 cubiti

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 96-116

iam vero ante annos prope mille vates ille Homerus non cessavit minora corpora mortalium quam prisca conqueri

Naevii Pollionis amplitudinem annales non tradunt, sed quia populi concursu paene sit interemptus, vice prodigii habitum

procerissimum hominum aetas nostra Divo Claudio principe Gabbaram nomine ex Arabia advectum novem pedum et totidem unciarum vidit

[75] fuere sub Divo Augusto semipede addito, quorum corpora eius miraculi gratia in conditorio Sallustianorum adservabantur hortorum; Pusioni et Secundillae erant nomina

eodem praeside minimus homo duos pedes et palmum Conopas nomine in deliciis Iuliae neptis eius fuit, et mulier Andromeda, liberta Iuliae Augustae

Manium Maximum et M

Tullium equites Romanos binum cubitorum fuisse auctor est M

Varro, et ipsi vidimus in loculis adservatos
Ma già quasi mille anni prima quel famoso vate Omero non cessò di lamentarsi dei corpi dei mortali più piccoli di quelli degli antichi

Gli annali non tramandano la statura di Nevio Pollione, ma poiché fu quasi ucciso dall'accorrere del popolo, da ritenersi come un prodigio

La nostra età vide Gabbara il più alto degli uomini di nove piedi e altrettante once portato dall'Arabia durante il principato del Divino Claudio

[75] Sotto il Divino Augusto ce ne furono con mezzo piede più alto, i cui corpi a causa di tale stranezza erano conservati in un sepolcro dei giardini Sallustiani; i nomi erano Pusione e Secondilla

Nello stesso principato ci fu un nano di due piedi e un palmo di nome Conopo nelle grazie di Giulia sua nipote, e una donna nana Andromeda, liberta di Giulia Augusta

M

Varrone testimonia che Manio Massimo e M

Tullio cavalieri romani erano di due cubiti, e noi stessi li abbiamo visti conservati nei loculi
sesquipedales gigni, quosdam longiores, in trimatu inplentes vitae cursum, haud ignotum est

[76] Invenimus in monumentis Salamine Euthymenis filium in tria cubita triennio adcrevisse, incessu tardum, sensu hebetem, puberem etiam factum, voce robusta, absumptum contractione membrorum subita triennio circumacto

ipsi non pridem vidimus eadem ferme omnia praeter pubertatem in filio Corneli Taciti, equitis Romani Belgicae Galliae rationes procurantis

ἐκτραπέλους Graeci vocant eos; in Latio non habent nomen
E' noto che alcuni nascono di un piede e mezzo, alcuni di più, che completano il corso della vita a tre anni

[76] Abbiamo trovato nei documenti che a Salamina il figlio di Eutimene crebbe di tre cubiti in tre anni, lento nel camminare, tardo d'ingegno, diventato anche uomo, con una voce robusta, morto per un'improvvisa convulsione delle membra dopo aver compiuto tre anni

Noi stessi non da molto abbiamo visto quasi tutte queste cose tranne la pubertà nel figlio di Cornelio Tacito, della cavalleria romana amministratore della gallia Belgica

I Greci li chiamano ektrapeloi; nel Lazio non hanno nome

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 43-82

[77] Quod sit homini spatium a vestigio ad verticem, id esse pansis manibus inter longissimos digitos observatum est, sicuti vires dextra parte maiores, quibusdam aequas utraque, aliquis laeva manu praecipuas, nec id umquam in feminis; mares praestare pondere et defuncta viventibus corpora omnium animalium et dormientia vigilantibus; virorum cadavera supina fluitare, feminarum prona, velut pudori defunctarum parcente natura

[78] Concretis quosdam ossibus ac sine medullis vivere accepimus

signum eorum esse nec sitim sentire nec sudorem emittere, quamquam et voluntate scimus sitim victam equitemque Romanum Iulium Viatorem e Vocontiorum gente foederata in pupillaribus annis aquae subter cutem fusae morbo prohibitum umore a medicis naturam fecisse consuetudinem atque in senecta caruisse potu

nec non et alii multa sibi imperavere
[77] Fu osservato quanta altezza ci sia per l'uomo dalla pianta dei piedi alla testa, che questa si trova a braccia tese fra le dita più lunghe, come pure le forze maggiori nella parte destra, per alcuni uguali in entrambe, per altri preminenti nel lato sinistro, questo mai nelle donne; che i maschi sono superiori nel peso e i corpi defunti di tutti gli esseri animati di quelli dei vivi e quelli di chi dorme di quelli svegli; che i cadaveri degli uomini galleggiano supini, delle donne inclinati, come se la natura avesse riguardo per il pudore delle defunte

[78] Abbiamo trovato che alcuni vivono con ossa compatte e senza midollo

Che è loro sintomo non provare sete né emettere sudore, sebbene sappiamo che la sete è vinta anche con la volontà e che il cavaliere romano Giulio Viatore della gente federata dei Voconzi privato dell'acqua corrente dai medici per una malattia sotto la pelle negli anni dell'infanzia aveva reso l'abitudine una natura e nella vecchiaia evitava di bere

Ed anche altri si imposero molte cose
[79] Ferunt Crassum, avum Crassi in Parthis interempti, numquam risisse, ob id Agelastum vocatum, sicuti nec flesse multos

Socratem clarum sapientia eodem semper visum vultu nec aut hilaro magis aut turbato

exit hic animi tenor aliquando in rigorem quendam torvitatemque naturae duram et inflexibilem affectusque humanos adimit, quales ἀπαθεῖς Graeci vocant, multos eius generis experti, quod mirum sit [80] auctores maxime sapientiae, Diogenen Cynicum, Pyrrhonem, Heraclitum, Timonem, hunc quidem etiam in totius odium generis humani evectum

sed haec parva naturae insignia in multis varia cognoscuntur, ut in Antonia Drusi numquam expuisse, in Pomponio consulari poeta non ructasse

[79] Dicono che Cassio, nonno del Crasso ucciso fra i Parti, non ridesse mai, per questo chiamato Agelasto, così come molti non piangevano

Che Socrate famoso per la saggezza visto sempre con la stessa espressione né più o allegro o turbato

Questo stato d'animo si muta talvolta in un certo rigore e severità e durezza di carattere e inflessibilità e annulla i sentimenti unami, che i Greci chiamano apazeis, avendo conosciuto molti di tal genere, -per quanto sia strano- [80] soprattutto cultori della sapienza, Diogene Cinico, Pirrone, Eraclito, Timone, che poi è giunto anche all'odio di tutto il genere umano

Ma questi piccoli segni della natura sono riconosciuti diversi in molti, come in Antonia moglie di Druso non aver sputato mai, nel poeta Pomponio consolare non aver eruttato-

(A quelli a cui le ossa sono per natura contratte, questi sono oltremodo rari, sono chiamati cornei)

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 21-36

(Quibus natura concreta sunt ossa, qui sunt rari admodum, cornei vocantur) [81] Corpore vesco, sed eximiis viribus Tritanum, in gladiatorio ludo Samnitium armatura celebrem, filiumque eius militem Magni Pompei et rectos et traversos cancellatim toto corpore habuisse nervos, in brachiis etiam manibusque, auctor est Varro prodigiosa virium relatione atque etiam hostem ab eo ex provocatione dimicante inermi dextera superatum et postremo correptum uno digito in castra tralatum

[82] at Vinnius Valens meruit in praetorio Divi Augusti centurio, vehicula vini culleis onusta, donec exinanirentur, sustinere solitus, carpenta adprehensa una manu retinere, obnixus contra nitentibus iumentis, et alia mirifica facere, quae insculpta monumento eius spectantur

[83] idem M
[81] Col corpo asciutto, ma di notevoli forze Tritano, famoso nella scuola gladiatoria con l'armatura dei Sanniti, e figlio soldato di Pompeo Magno e per aver avuto in tutto il corpo i muscoli retti e trasversi come una grata, anche nelle braccia e nelle mani, testimonia Varrone in una lista prodigiosa di uomini e anche che combattendo il nemico in una provocazione da parte di quello vinse con la destra disarmata e infine preso con un solo dito portato nell'accampamento

[82] Invece Vinnio Valente militò centurione nel pretorio del Divino Augusto, abituato a sollevare carri carichi di otri di vino, finchè non venivano scaricati, a trattenere con una mano i cocchi afferrati, opposto ai buoi che tiravano al contrario, e fare altre cose straordinarie, che si vedono incise sulla sua tomba

[83] Lo stesso M
Varro: "Rusticelius", inquit, "Hercules appellatus mulum suum tollebat, Fufius Salvius duo centenaria pondera pedibus, totidem manibus et ducenaria duo umeris contra scalas ferebat

" nos quoque vidimus Athanatum nomine prodigiosae ostentationis quingenario thorace plumbeo indutum cothurnisque quingentum pondo calciatum per scaenam ingredi

Milonem athletam, cum constitisset, nemo vestigio educebat, malum tenenti modo digitum corrigebat

[84] Cucurrisse MCXL stadia ab Athenis Lacedaemonem biduo Philippidem magnum erat, donec Anystis cursor Lacedaemonius et Philonides Alexandri Magni a Sicyone Elim uno die MCCCV cucurrerunt; nunc quidem in circo quosdam CLX passuum tolerare non ignoramus nuperque Fonteio et Vipstano cos; annos VIII genitum a meridie ad vesperam LXXV passuum cucurrisse

cuius rei admiratio ita demum solida perveniat, si quis cogitet nocte ac die longissimum iter vehiculis Tib
Varrone dice: "Rusticelio, detto Ercole sollevava il suo mulo, Fufio Salvio portava sulle scale due pesi da cento ai piedi, altrettanti con le mani e duecento sulle due spalle"

Anche noi abbiamo visto Atanato in occasione di un'esibizione straordinaria entrare nella scena rivestito col torace di piombo di cinquecento libbre e calzato con coturni del peso di cinquecento libbre

Nessuno smuoveva l'atleta Milone, quando era fermo sui piedi, a lui mentre teneva una mela non si addrizzava nemmeno un dito

[84] Restava grande cosa che Filippide avesse corso in due giorni 1140 stadi da Atene a Sparta, finchè il corridore Spartano Anisti e Filonide di Alessandro Magno corsero da Sicione all'Elide in un giorno per 1305 stadi

Ora certo non ignoriamo che nel circo alcuni reggono 160 miglia e da poco nel consolato di Fonteio e Vipstano un bambino di otto anni dal mezzogiorno alla sera abbia corso per 75 miglia

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Neronem emensum festinantem ad Drusum fratrem aegrotum in Germaniam

ea fuerunt CC passuum

[85] Oculorum acies vel maxime fidem excedentia invenit exempla

in nuce inclusam Iliadem Homeri carmen in membrana scriptum tradit Cicero

idem fuisse qui pervideret CXXXV passuum

huic et nomen M

Varro reddit: Strabonem vocatum; solitum autem Punico bello a Lilybaeo Siciliae promunturio, exeunte classe e Carthaginis portu, etiam numerum navium dicere

Callicrates ex ebore formicas et alia tam parva fecit animalia, ut partes eorum a ceteris cerni non possent

Myrmecides quidem in eodem genere inclaruit quadriga ex eadem materia, quam musca integeret alis, fabricata et nave, quam apicula pinnis absconderet
L'ammirazione di quest'impresa diventa così concreta poi, se qualcuno pensa che Tiberio Nerone in una notte e un giorno con i carri aveva fatto un viaggio lunghissimo correndo in Germania dal fratello Druso malato

Queste furono 200 miglia

[85] L'acutezza degli occhi riscontra casi soprattutto che superano persino la credibilità

Cicerone tramanda che l'Iliade carme di Omero scritta su una pergamena fosse chiusa in una noce

Lo stesso esserci stato un tale che vedeva a 135 miglia

A costui M

Varrone assegna anche un nome: chiamato Strabone; che durante la guerra Punica poi dal promontorio Lilibeo in Sicilia, mentre la flotta usciva dal porto di Cartagine, era solito dire anche il numero delle navi

Callicrate fabbricò dall'avorio le formiche e altri animali tanto piccoli, che dagli altri non potevano essere viste le loro parti

Certo Mirmecide diventò famoso nello stesso campo con una quadriga della stessa materia, che una mosca coprirebbe con le ali, costruita anche una nave, che una piccola ape nasconderebbe con le ali

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 224-248

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 88-114

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 291-352

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133