Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 30-34

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 30-34

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 30-34

[30] ceterum aeterna caelestibus est natura intexentibus mundum intextuque concretis, potentia autem ad terram magnopere eorum pertinens, quae propter effectus claritatemque et magnitudinem in tanta subtilitate nosci potuerunt, sicut suo demonstrabimus loco [30] Del resto è eterna la natura per gli elementi celesti che formano il mondo e mescolati con l'intreccio, poi grandemente pertinente alla terra il loro potere, che per gli effetti e la luminosità e la grandezza poterono essere riconosciuti in tanta sottigliezza, come dimostreremo a suo luogo
circulorum quoque caeli ratio in terrae mentione aptus dicetur, quando ad eam tota pertinet, signiferi modo inventoribus non dilatis Anche la dottrina dei circoli del cielo sarà detta opportunamente nella trattazione della terra, dal momento che la riguarda tutta, non rinviate soltanto le scoperte dello zodiaco
obliquiatem eius intellexisse, hoc est rerum fores aperuisse Anassimandro di Mileto è tramandato nella cinquantottesima Olimpiade aver capito per primo la sua obliquità, questo significa aver aperto le porte delle realtà

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 92-104
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 92-104

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 92-104

[31] Anaximander Miletus traditur primus Olympiade quinquagesima octava, signa deinde in eo Cleostratus, et prima arietis ac sagittarii, sphaeram ipsam ante multo Atlas [31] Poi Cleostrato in esso le costellazioni, e per prime dell'ariete e del sagittario, Atlante molto prima la sfera stessa
Nunc relicto mundi ipsius corpore reliqua inter caelum terrasque tractentur Ora lasciato il corpo del mondo stesso siano trattate le rimanenti cose fra cielo e terre

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 148-162
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 148-162

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 148-162

[32] summum esse quod vocant Saturni sidus ideoque minimum videri et maximo ambire circulo ac tricesimo anno ad brevissima sedis suae principia regredi certum est, omnium autem errantium siderum meatus, interque ea solis et lunae, contrarium mundo agere cursum, id est laevum, illo semper in dextra praecipiti [32] E' certo che quello che dicono essere l'astro più elevato di Saturno e perciò apparire il più piccolo e girare in un'orbita grandissima e ogni trenta anni tornare alle piccolissime origini della sua sede, che il corso di tutti gli astri erranti poi, e fra questi del sole e della luna, seguono un corso contrario al mondo, cioè a sinistra, quello volto sempre a destra
[33] et quamvis adsidua conversione immensae celeritatis attollantur ab eo rapianturque in occasum, adverso tamen ire motu per suos quaeque passus [33] E sebbene siano sollevate da quello dalla continua rotazione dell'immensa velocità e siano trascinate verso il tramonto, tuttavia ciascuna va per le proprie vie con movimento contrario

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 22, Paragrafi 101-110
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 22, Paragrafi 101-110

ita fieri, ne convolutus aer eandem in partem aeterna mundi vertigine ignavo globo torpeat, sed fundatur adverso siderum verbere discretus et digestus Accade così, affinché l'aria accumulata non si concentri sul globo inerte sulla stessa parte per l'incessante movimento del mondo, ma sia riversata divisa e dispersa dall'urto contrario degli astri
[34] Saturni autem sidus gelidae ac rigentis esse naturae, multumque ex eo inferiorem Iovis circulum et ideo motu celeriore duodenis circumagi annis [34] La stella di Saturno poi è di natura gelida e fredda, e molto più in basso da lei l'orbita di Giove e inoltre con movimento più veloce compie il giro ogni dodici anni

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 15-29

tertium Martis, quod quidam Herculis vocant, igne ardens solis vicinitate, binis fere annis converti, ideoque huius ardore nimio et rigore Saturni, interiectum ambobus, ex utroque temperari Iovem salutaremque fieri Il terzo (quello) di Marte, che alcuni chiamano di Ercole, ardente di fuoco per la vicinanza del sole, ruota in due anni circa, e perciò per il troppo calore di questo e per il freddo di Saturno, posto al centro di entrambi, dall'uno e dall'altro accade che Giove sia temperato e benefico

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 24, Paragrafi 16-20

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 16, Paragrafi 15-29

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 18 - 32

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