Plauto, Amphitruo: Prologus

Plauto, Amphitruo: Prologus

Latino: dall'autore Plauto, opera Amphitruo parte Prologus

Ut vos in vostris voltis mercimoniis emundis vendundisque me laetum lucris adficere atque adiuvare in rebus omnibus et ut res rationesque vostrorum omnium bene expedire voltis peregrique et domi [5]

bonoque atque amplo auctare perpetuo lucro quasque incepistis res quasque inceptabitis, et uti bonis vos vostrosque omnis nuntiis me adficere voltis, ea adferam, ea uti nuntiem quae maxime in rem vostram communem sient-- [10]

nam vos quidem id iam scitis concessum et datum mi esse ab dis aliis, nuntiis praesim et lucro--: haec ut me voltis adprobare adnitier, (lucrum ut perenne vobis semper suppetat) ita huic facietis fabulae silentium [15] itaque aequi et iusti hic eritis omnes arbitri

Nunc cuius iussu venio et quam ob rem venerim dicam simulque ipse eloquar nomen meum

Iovis iussu venio, nomen Mercurio est mihi
MERCURIO Lo volete, no, che vi tenga bordone negli affari, che vi dia una mano nei commerci, che vi faccia buscare un buon profitto; lo volete, no, che sistemi i vostri conti e i vostri affari, dentro e fuori di casa, [5] e che faccia marciare a gonfie vele le vostre iniziative presenti e future; lo volete, no, che porti buone notizie a voi e ai vostri cari e che vi riferisca a puntino tutto ciò che vi preme

[10] Perché io, lo sapete, sono quello che governa notizie e guadagni, come hanno deciso gli altri dèi Le volete, insomma, tutte queste cose; volete che ce la metta tutta perché il guadagno non vi manchi mai

Allora ascoltatela in silenzio, questa commedia, [15] e siatene giudici imparziali e onesti: perché sono qui, per ordine di chi sono venuto

Adesso ve lo dico, vi dirò anche come mi chiamo

Sono qua per ordine di Giove e il mio nome è Mercurio
pater huc me misit ad vos oratum meus, [20] tam etsi, pro imperio vobis quod dictum foret, scibat facturos, quippe qui intellexerat vereri vos se et metuere, ita ut aequom est Iovem; verum profecto hoc petere me precario a vobis iussit, leniter, dictis bonis

[25]

etenim ille, cuius huc iussu venio, Iuppiter non minus quam vostrum quivis formidat malum: humana matre natus, humano patre, mirari non est aequom, sibi si praetimet; atque ego quoque etiam, qui Iovis sum filius, [30] contagione mei patris metuo malum

propterea pace advenio et pacem ad vos affero: iustam rem et facilem esse oratam a vobis volo, nam iusta ab iustis iustus sum orator datus

nam iniusta ab iustis impetrari non decet, [35] iusta autem ab iniustis petere insipientia est; quippe illi iniqui ius ignorant neque tenent

nunc iam huc animum omnes quae loquar advortite
[20] Mi ha spedito qui mio padre, per pregarvi, pregarvi, sì, anche se lo sa bene, lui, che ogni sua parola è un ordine, per voi, e che voi lo temete e onorate

[25] Lui è Giove, perbacco, sia come sia, mi ha comandato di parlarvi in forma di preghiera, con molto garbo e massima dolcezza: il fatto è che il Giove che mi manda sente strizza quanto l'ultimo di voi, suo padre e sua madre erano due mortali, poveracci, e quindi nessuna meraviglia se lui ha fifa per se stesso; e io no

Io, figlio di Giove, [30] mi prendo paura per contagio da papà; per questo vengo in pace e pace vi offro: che cosa voglio

Una cosa giusta e facile da chiedere; sì, io sono un uomo giusto, sono qui come portavoce di uomini giusti, nel nome della giustizia

Chiedere ai giusti cose ingiuste è un'indecenza; [35] ma chiedere agli ingiusti cose giuste è una stupidaggine, no

, dato che quei mascalzoni manco lo sanno che cosa sia il diritto, e se ne infischiano pure; adesso però fate attenzione alle mie parole, tutti quanti
debetis velle quae velimus: meruimus et ego et pater de vobis et re publica; [40] nam quid ego memorem, -- ut alios in tragoediis vidi, Neptunum Virtutem Victoriam Martem Bellonam, commemorare quae bona vobis fecissent,-- quis bene factis meus pater, deorum regnator architectus omnibus

[45] sed mos numquam illi fuit patri meo,~ ut exprobraret quod bonis faceret boni; gratum arbitratur esse id a vobis sibi meritoque vobis bona se facere quae facit

Nunc quam rem oratum huc veni primum proloquar, [50] post argumentum huius eloquar tragoediae

quid

contraxistis frontem, quia tragoediam dixi futuram hanc

deus sum, commutavero

eandem hanc, si voltis, faciam ex tragoedia comoedia ut sit omnibus isdem vorsibus

[55] utrum sit an non voltis
Ciò che vogliamo noi, lo dovete volere pure voi, perché in fin dei conti voi e lo stato [40] ce l'avete qualche debituccio verso di me e il mio genitore: nelle tragedie gli altri dèi, Nettuno, il Valore, la Vittoria, Marte, Bellona li ho visti io con i miei occhi che vi sbattevano in faccia tutto il bene che vi avevano fatto: dovrei ricordarvi che di tutto quel bene l'autore vero è mio padre, il re degli dèi

[45] Ma lui non l'ha mai avuta l'abitudine di rinfacciare alla buona gente i suoi benefici: è convinto che gliene siate grati e che sia giusto trattarvi come vi tratta

Ora vi dico, punto primo, che cosa son venuto a chiedervi, poi vi spiegherò [50] l'argomento di questa tragedia

Corrugate la fronte: perché mai

Perché ho detto che sarà una tragedia

Be', sono un dio e posso trasformarla

Se lo volete, della tragedia farò una commedia, e senza cambiare una parola

[55] Vi va o non vi va

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Plauto, Amphitruo: Actus III, 882-955
Plauto, Amphitruo: Actus III, 882-955

Latino: dall'autore Plauto, opera Amphitruo parte Actus III, 882-955

sed ego stultior, quasi nesciam vos velle, qui divos siem

teneo quid animi vostri super hac re siet: faciam ut commixta sit: tragicomoedia

nam me perpetuo facere ut sit comoedia, [60] reges quo veniant et di, non par arbitror

quid igitur

quoniam hic servos quoque partes habet, faciam sit, proinde ut dixi, tragicomoedia

nunc hoc me orare a vobis iussit Iuppiter, ut conquaestores singula in subsellia [65] eant per totam caveam spectatoribus, si cui favitores delegatos viderint, ut is in cavea pignus capiantur togae; sive qui ambissint palmam histrionibus sive cuiquam artifici, si per scriptas litteras [70] sive qui ipse ambissit seu per internuntium, sive adeo aediles perfidiose cui duint, sirempse legem iussit esse Iuppiter, quasi magistratum sibi alterive ambiverit
Che sciocco, come se non lo sapessi, io che sono un dio, che volete così: le vostre idee sulla questione le ho sul palmo della mano; ecco, farò che sia qualcosa di misto; che sia una tragicommedia

Tutta quanta commedia, no, non mi pare giusto, dato che c'entrano nientemeno che dèi e regnanti

[60] E allora

Dato che c'entra anche uno schiavo, farò che sia una tragicommedia, come vi dicevo: ed ecco qua la preghiera

Giove chiede, tramite mio, che degli ispettori si aggirino tra il pubblico, fila per fila, sedile per sedile

[65] Se pescheranno qualcuno a fare la claque, via subito la toga, che gli verrà sequestrata quale pegno; se qualcuno, per far vincere un attore o un artista, intrallazza con scritti [70] o con parole o per mezzo di galoppini, e anche se gli edili fan la torta per favorire l'uno o l'altro, ebbene, Giove esige e comanda che venga applicata la legge sui brogli elettorali
virtute dixit vos victores vivere, [75] non ambitione neque perfidia: qui minus eadem histrioni sit lex quae summo viro

virtute ambire oportet, non favitoribus

sat habet favitorum semper qui recte facit, si illis fides est quibus est ea res in manu

[80] hoc quoque etiam mihi in mandatis dedit, ut conquaestores fierent histrionibus: qui sibi mandasset delegati ut plauderent quive quo placeret alter fecisset minus, eius ornamenta et corium uti conciderent

[85] mirari nolim vos, quapropter Iuppiter nunc histriones curet; ne miremini: ipse hanc acturust Iuppiter comoediam

quid

admirati estis

quasi vero novom nunc proferatur, Iovem facere histrioniam; [90] etiam, histriones anno cum in proscaenio hic Iovem invocarunt, venit, auxilio is fuit

(praeterea certo prodit in tragoedia
La vittoria, dice, voi la conquistate [75] con il coraggio, non con i trucchi o i colpi bassi; e allora perché la legge che vale per i grandi non ha da valere anche per gli attori

Il merito deve contare, non le maniglie

Chi ha le mani pulite avrà tutti i seguaci che gli servono, sempre che i giudici siano in buona fede

[80] Ora Giove mi ha dato pure un altro incarico: che i controlli ci siano anche per gli attori; anche per loro, come no, perché guai se uno paga la claque per farsi applaudire o per far fischiare un suo collega

[85] Gli si strappi il costume e la pellaccia: giù

Non vorrei, adesso, che mi chiedeste perché mai Giove si impicci degli attori; non c'è niente di strano, lui in persona reciterà questa commedia

Non restate lì a bocca aperta come se fosse una novità che Giove sale sul palcoscenico

[90] Proprio qui, l'anno scorso, poiché gli attori lo invocavano, Giove si è presentato ad aiutarli

Nelle tragedie, poi, Giove compare senza tante storie

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Plauto, Amphitruo: Actus I, 153-200
Plauto, Amphitruo: Actus I, 153-200

Latino: dall'autore Plauto, opera Amphitruo parte Actus I, 153-200

) hanc fabulam, inquam, hic Iuppiter hodie ipse aget, et ego una cum illo

nunc animum advortite, [95] dum huius argumentum eloquar comoediae

Haec urbs est Thebae

in illisce habitat aedibus Amphitruo, natus Argis ex Argo patre, quicum Alcumena est nupta, Electri filia

is nunc Amphitruo praefectust legionibus, [100] nam cum Telobois bellum est Thebano poplo

is prius quam hinc abiit ipsemet in exercitum, gravidam Alcumenam uxorem fecit suam

nam ego vos novisse credo iam ut sit pater meus, quam liber harum rerum multarum siet [105] quantusque amator sit quod complacitum est semel

is amare occepit Alcumenam clam virum usuramque eius corporis cepit sibi, et gravidam fecit is eam compressu suo

nunc de Alcumena ut rem teneatis rectius, [110] utrimque est gravida, et ex viro et ex summo Iove
Perciò dico e proclamo che Giove in persona reciterà questa commedia, oggi, qui, e io sarò insieme a lui

[95] Ora fate attenzione che vi racconto l'intreccio

Qui c'è la città di Tebe

Là, in quella casa, abita Anfitrione, che è nato ad Argo da padre argivo e ha sposato la figlia di Elettrione, Alcmena

[100] Il popolo tebano è in guerra con i Teleboi e Anfitrione è il suo generalissimo

Prima di raggiungere l'esercito, Anfitrione ha messo incinta la sua sposa, Alcmena

[105] E Giove

Be', sapete bene com'è fatto mio padre, conoscete le sue debolezze, e come prende fuoco facilmente; si è invaghito di Alcmena, stavolta, e, di straforo dal marito, se l'è goduta e l'ha messa incinta pure lui

La situazione per la donna è questa: incinta del suo sposo e del sommo Giove [110] Capito bene
et meus pater nunc intus hic cum illa cubat, et haec ob eam rem nox est facta longior, dum illa quacum volt voluptatem capit; sed ita adsimulavit se, quasi Amphitruo siet

[115] nunc ne hunc ornatum vos meum admiremini, quod ego huc processi sic cum servili schema: veterem atque antiquam rem novam ad vos proferam, propterea ornatus in novom incessi modum

nam meus pater intus nunc est eccum Iuppiter; [120] in Amphitruonis vertit sese imaginem omnesque eum esse censent servi qui vident: ita versipellem se facit quando lubet

ego servi sumpsi Sosiae mi imaginem, qui cum Amphitruone abiit hinc in exercitum, [125] ut praeservire amanti meo possem patri atque ut ne, qui essem, familiares quaererent, versari crebro hic cum viderent me domi; nunc, cum esse credent servom et conservom suom, haud quisquam quaeret qui siem aut quid venerim
In questo momento mio padre è là dentro, a letto con Alcmena, e la notte si è fatta lunga, molto lunga, perché lui colga il piacere quante volte gli pare

Ma il punto è che Giove si è trasformato in modo da sembrare Anfitrione [115] E io

Non fate le meraviglie per questo mio vestito, se mi presento qui come uno schiavo; la storia è vecchia e stravecchia ma io ve la racconto come nuova e perciò eccomi qui così conciato: dunque mio padre Giove, proprio lui, se ne sta lì dentro in sembianza di Anfitrione [120] e tutti quelli di casa, vedendolo, credono che sia Anfitrione; se gli piace e se gli gira, Giove si trasforma come vuole; io, io ho preso l'aspetto del suo servo Sosia, quel Sosia che ora è tra i soldati con Anfitrione

[125] Così potrò dar aiuto a quell'innamorato di mio padre senza che gli schiavi, vedendomi sempre tra i piedi, mi chiedano chi sono: e già, credendomi un servo come loro, non mi domandano il mio nome e perché sono qua

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Plauto, Amphitruo: Actus I, 201-280
Plauto, Amphitruo: Actus I, 201-280

Latino: dall'autore Plauto, opera Amphitruo parte Actus I, 201-280

[130] Pater nunc intus suo animo morem gerit: cubat complexus cuius cupiens maxime est; quae illi ad legionem facta sunt memorat pater meus Alcumenae: illa illum censet virum suom esse, quae cum moecho est

ibi nunc meus pater [135] memorat, legiones hostium ut fugaverit, quo pacto sit donis donatus plurimis

ea dona, quae illic Amphitruoni sunt data, abstulimus: facile meus pater quod volt facit

nunc hodie Amphitruo veniet huc ab exercitu [140] et servos, cuius ego hanc fero imaginem

nunc internosse ut nos possitis facilius, ego has habebo usque in petaso pinnulas; tum meo patri autem torulus inerit aureus sub petaso: id signum Amphitruoni non erit

[145] ea signa nemo horum familiarium videre poterit: verum vos videbitis

sed Amphitruonis illic est servos Sosia: a portu illic nunc cum lanterna advenit

abigam iam ego illum advenientem ab aedibus
[130] Nel frattempo il divino genitore, dentro casa, se la spassa a modo suo, giacendo abbracciato alla donna che desidera più di ogni altra, e ad Alcmena va anche rivelando, lui, le sue imprese guerresche: lei si crede di stare col marito mentre è con l'amante

[135] In questo preciso momento mio padre sta raccontando che lui, pim pam, ha sbaragliato i nemici e ha ricevuto fior di donazioni come premio della sua vittoria

Quei doni, ce li siamo portati via noialtri: eh sì, tutto è facile per Giove, basta che lo voglia

Oggi, farà ritorno a casa Anfitrione, [140] e con lui ci sarà quel servo di cui ho assunto l'aspetto

E io, perché possiate distinguerci meglio, io porterò sul cappello queste alucce, mentre Giove sotto al cappello porterà un cordoncino d'oro

Anfitrione invece non ce l'avrà [145] La gente di casa, questi segni, non li potrà vedere; voi sì

Ma eccolo qui, il servo di Anfitrione, Sosia: eccolo qui con la lanterna, che arriva dal porto

Appena si presenta, io lo caccio via dalla casa
[150] adeste: erit operae pretium hic spectantibus Iovem et Mercurium facere histrioniam

Aprite gli occhi, spettatori, ne vale la pena: [150] Giove e Mercurio fanno la commedia, qui

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