Si trattava di un episodio della vita di un condottiero del Trecento, Pietro Rossi, ingaggiato dalla Repubblica di Venezia, rappresentato nel momento del doloroso congedo dalla propria famiglia.
Non riuscendo a trovare un acquirente a Venezia, ebbe l'idea di inviare il dipinto a Milano per presentarlo all'esposizione dell'accademia di Brera e trovare lì qualcuno che lo apprezzasse. Ci fu bisogno di un lungo titolo per spiegare il contenuto del quadro, che commosse il pubblico e venne subito conteso dai collezionisti. L'opera venne celebrata come l'atteso manifesto del romanticismo in pittura, in un momento in cui perdeva a Milano la battaglia tra classici e romantici.
La vita è l'arte di Francesco Hayez sono indissolubilmente legate a Milano e all'accademia di Brera, presso la quale l'artista ricoprì per 40 anni la cattedra di pittura.