Pietro Abelardo: riassunto

Pietro Abelardo: riassunto

Rapporto ragione e fede (sic et non, interpretazione trinità e riduzione religione a filosofia, modalismo)

Pietro Abelardo, considerato uno dei più grandi logici del periodo medioevale, lo ritroviamo nell'alta scolastica e il suo motto consiste nel "capisco per credere", ciò accade poichè si muove all'interno di una teologia sviluppata e diversificata. Scrive infatti il "sic et non", nel quale analizza numerose tesi di fondo alla maniera quasi di un filologo ed elenca gli autori che si schierano pro o contro. Nella prima parte di questa opera riflette sulle regole che dobbiamo seguire per interpretare correttamente i diversi testi della tradizione dottrinale cristiana. Nel prologo dice che la tradizione cristiana va indagata e soppesata con tutte le tecniche delle arti liberali. Nella controversia del rapporto ragione fede fu importante per aver introdotto l'importanza fondamentale della reagione, senza la quale non si può credere. Egli dà un'interpretazione della trinità particolare, poiché tende a mettere in evidenza la differenza tra le persone come differenza degli attributi delle singole persone. Tende ad ridurre l'individualità delle persone ( tre persone) quasi che le persone siano modi diversi della singola sostanza. Dio è l'espressione della potenza, Gesù della sapienza e lo Spirito Santo dell'amore. Questa sua teoria fu condannata e venne visto come eretico. Inoltre di Abelardo si può dire che ridusse la religione a filosofia e che la sua posizione riguardo la controversia degli universali fu concettualismo.

Posizione realista (estrema e moderata) - Tra le quattro soluzioni trovate, ci fu la posizione realista, scissa in due sottoposizioni: quella estrema e quella moderata. Per quanto riguarda quella estrema, era sostenuta da Guglielmo di Champeaux, maestro di Abelardo, il quale diceva che gli universali sono realmente esistenti come entità e nella mente di Dio come prototipi con esistenza meno reale, che consiste in un richiamo a Platone. I singoli uomini sono in quanto rispettano l'idea di uomo. Altra sottoposizione è il realismo moderato: Guglielmo di Champeaux in seguito alle critiche di Abelardo vede i generi come forma, essenza, sostanza delle cose. Sostanzialmente i singoli individui valgono per la loro essenza, è la specie che dà forma a questi individui. Questa posizione assorbiva parte del realismo estremo poiché gli esseri continuavano ad essere prima nella mente di Dio. Viene a rivalutarsi il singolo, che è realmente esistente.

Posizione nominalista (problema degli universitari e sua posizione concettualista) - Tra le quattro soluzioni trovate ci fu la posizione nominalista che vedeva i generi e le specie nella mente e non nella realtà. Questa posizione si dirama in due sottoposizioni: una estrema e l'altra moderata. Quella estrema fu quella di Roscellino, maestro di Abelardo, il quale sosteneva che gli universali sono solamente flatus vocis, pura emissione di fiato e non hanno altra realtà. A causa della scarsità di fonti non si sa molto di più sulla sua teoria, ma sembra che Roscellino negasse la capacità di formare concetti universali. Non posso collegare il concetto generico a quello individuale.