Lucrezio, De rerum natura: Libro 05 Parte 06

Lucrezio, De rerum natura: Libro 05 Parte 06

Latino: dall'autore Lucrezio, opera De rerum natura parte Libro 05 Parte 06

inde boves Lucas turrito corpore, tetras, anguimanus, belli docuerunt volnera Poeni sufferre et magnas Martis turbare catervas Poi ai bovi lucani dal corpo turrito, spaventosi, con la proboscide serpentina, i Punici insegnarono a sopportare in guerra le ferite e a scompigliare le grandi schiere di Marte
sic alid ex alio peperit discordia tristis, horribile humanis quod gentibus esset in armis, inque dies belli terroribus addidit augmen Così la triste discordia produsse, l'una dopo l'altra, cose fatte per incutere orrore alle genti umane in armi, e di giorno in giorno fece crescere i terrori della guerra
Temptarunt etiam tauros in moenere belli expertique sues saevos sunt mittere in hostis Sperimentarono anche tori nelle imprese di guerra e tentarono d'avventare contro i nemici cinghiali feroci

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Latino: dall'autore Lucrezio, opera De rerum natura parte Libro 05 Parte 01

et validos partim prae se misere leones cum doctoribus armatis saevisque magistris, qui moderarier his possent vinclisque tenere, ne quiquam, quoniam permixta caede calentes turbabant saevi nullo discrimine turmas, terrificas capitum quatientis undique cristas, nec poterant equites fremitu perterrita equorum pectora mulcere et frenis convertere in hostis E alcuni lanciarono innanzi a sé vigorosi leoni con domatori armati e spietati maestri, che potessero guidarli e tenerli in catene, ma invano, perché, caldi della confusa strage, inferociti, i leoni scompigliavano le torme senza alcuna distinzione, squassando dappertutto le criniere terrificanti, né i cavalieri potevano placare i petti dei cavalli spauriti al ruggito, né rivolgerli coi freni contro i nemici
inritata leae iaciebant corpora saltu undique et adversum venientibus ora patebant et nec opinantis a tergo deripiebant deplexaeque dabant in terram volnere victos, morsibus adfixae validis atque unguibus uncis Le leonesse slanciavano d'un balzo, da ogni lato, i corpi concitati, e s'avventavano ai volti di quelli che andavano incontro ad esse, e strappavano giù quelli che sorprendevano da tergo e, avvinghiandosi intorno, li gettavano a terra vinti dalle ferite, attaccate a loro con i morsi poderosi e gli artigli adunchi

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iactabantque suos tauri pedibusque terebant et latera ac ventres hauribant supter equorum cornibus et terram minitanti mente ruebant E i tori sbalzavan via gli uomini della propria schiera e con le zampe li schiacciavano, e ai cavalli fianchi e ventri trafiggevano di sotto con le corna, e sconvolgevano il terreno con impeto minaccioso
et validis socios caedebant dentibus apri tela infracta suo tinguentes sanguine saevi [in se fracta suo tinguentes sanguine tela,] permixtasque dabant equitum peditumque ruinas E i cinghiali con le zanne poderose massacravano gli alleati, cospargendo furibondi col proprio sangue i dardi in loro infranti, [cospargendo col proprio sangue i dardi infranti nei propri corpi] e atterravano cavalieri e fanti in confusa rovina

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nam transversa feros exibant dentis adactus iumenta aut pedibus ventos erecta petebant, ne quiquam, quoniam ab nervis succisa videres concidere atque gravi terram consternere casu I cavalli infatti cercavano di schivare le feroci zannate gettandosi di traverso, o impennandosi percotevano l'aria con gli zoccoli, ma invano, ché si potevano vedere coi garretti troncati crollare e coprire il terreno con pesante caduta
si quos ante domi domitos satis esse putabant, effervescere cernebant in rebus agundis volneribus clamore fuga terrore tumultu, nec poterant ullam partem redducere eorum Se alcune belve prima gli uomini credevano abbastanza domate e addomesticate, nel fervere della mischia le vedevano infiammarsi per le ferite, il clamore, la fuga, il terrore, il tumulto, né potevano ricondurne indietro alcuna parte

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diffugiebat enim varium genus omne ferarum, ut nunc saepe boves Lucae ferro male mactae diffugiunt, fera facta suis cum multa dedere infatti tutte le varie specie delle fiere fuggivano qua e là; come ora i bovi lucani, malamente colpiti dal ferro, sovente fuggono qua e là, dopo aver fatto stragi di amici

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