Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44, pag 6

Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

Illa enim tibi tota abscisa oratio esset "in statione severius et intentius stetisti; vigiliae acerbius et diligentius circumitae sunt; operis plus quam antea fecisti, cum ipse imperator ut exactor circumiret; eodem die et iter fecisti et in aciem ex itinere exi(sti; ne) victorem quidem te adquiescere passus est; statim ad persequendos hostes duxit

Cum te praeda partienda locupletem facere posset, pecuniam regiam translaturus in triumpho est et in aerarium laturus
Ché ti sarebbe tutto interrotto questo discorso: " sei stato costretto con eccessiva severità e in continua tensione a star di guardia negli avamposti; con troppo rigore e zelo eccessivo sono state ispezionate le sentinelle; hai dato mano ai lavori del campo più che in passato, mentre il comandante circolava a sorvegliare come un aguzzino; nella stessa giornata hai eseguito una marcia e immediatamente dopo la marcia sei stato costretto ad uscire in battaglia; (neppure) dopo la, vittoria ti ha consentito un po' di riposo; subito ti ha guidato all'inseguimento del nemico

Mentre avrebbe potuto renderti ricco con la distri buzione della preda, si era proposto di trasportare nel trionfo il tesoro del re e versarlo nell'erario "
Haec sicut ad militum animos stimulandos aliquem aculeum habent, qui parum licentiae, parum avaritiae suae inservitum censent, ita apud populum Romanum nihil valuissent, qui, ut vetera atque audita a parentibus suis non repetat, quae ambitione imperatorum clades acceptae sint, quae severitate imperii victoriae partae, proxumo certe Punico bello, quid inter M Minucium magistrum equitum et Q Fabium Maximum dictatorem interfuerit, meminit

Itaque (apparuisset neque) accusatorem hiscere potuisse et supervacaneam defensionem Pauli fuisse

Transeatur ad alteram contionem; nec Quirites vos, sed milites videor appellaturus, si nomen hoc saltem ruborem incutere et verecundiam aliquam imperatoris violandi adferre possit
Queste parole co;ne hanno una certa punta per ecjitare lo spirito dei soldati, che ritengono siano state fatte troppo poche concessioni alla loro licenza e avidità, così non avrebbero avuto effetto alcuno sul popolo Romano, che, anche senza riandare agli esempi del passato e già appresi dalla bocca dei padri, ben ricorda quali sconfitte ha subito per il desiderio di popolarità dei comandanti, quali vittorie conseguito con l'esercizio da parte loro di una rigida azione di comando e almeno nel corso della recente guerra punica quale differenza sia corsa fra M Minucio, cornandante della cavalleria e il dittatore Q Fabio Massimo

E così (sarebbe risultato evidente che né) l'accusatore aveva po tuto aprir bocca, e che superflua era stata ogni difesa di Paolo

Si passi ora all'altra assemblea; non Quiriti, ma soldati credo di dovervi chiamare, se almeno questo nome ha l'effetto di produrvi un po' di rossore e provocare un po' di ritegno nel fare oltraggio alla persona del vostro comandante
[38] 'Equidem ipse aliter adfectus animo sum, qui apud exercitum mihi loqui videar, quam paulo ante eram, cum ad plebem urbanam spectabat oratio

Quid autem dicitis, milites

Aliquis est Romae, praeter Persea, qui triumphari de Macedonibus nolit: et eum non isdem manibus discerpitis, quibus Macedonas vicistis

Vincere vos prohibuisset, si potuisset, qui triumphantis urbem inire prohibet

Erratis, milites, si triumphum imperatoris tantum et non militum quoque et universi populi Romani esse decus censetis

Non unius in hoc Pauli * * *
[38] Io stesso, certo, provo una sensazione diversa ora che m'immagino di parlare dinanzi all'esercito, da quella di poco fa quando il mio discorso era rivolto al popolo

Che ne dite, o soldati

Qualcuno c'è qui a Roma, oltre a Perseo, che non vuole il trionfo sui Macedoni: e costui non lo fate a brani con quelle stesse inani con cui avete vinto i Macedoni

Vi avrebbe impedito di riportar la vittoria, se lo avesse potuto, chi vi impedisce di entrare a Roma in trionfo

Sbagliate, o soldati, se credete il trionfo un onore che si attribuisce soltanto al comandante e non anche ai soldati e a tutto il popolo romano

In questo ne va della gloria non di Paolo soltanto

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Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23
Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 43; 01 - 23

Multi etiam, qui ab senatu non inpetrarunt triumphum, in monte Albano triumpharunt; nemo L Paulo magis eripere decus perfecti belli Macedonici potest quam C Lutatio primi Punici belli, quam P Cornelio secundi, * * * quam illi, qui triumphaverant; nec L Paulum minorem aut maiorem imperatorem triumphus faciet, militum magis in hoc universi(que) populi Romani fama agitur, primum ne invidiae et ingrati animi adversus clarissimum quemque civem opinionem habeat et imitari in hoc populum Atheniensem lacerantem invidia principes suos videatur

Satis peccatum in Camillo a maioribus vestris est, quem tamen ante receptam per eum a Gallis urbem violarunt; satis nuper (a) vobis in P Africano

Literni domicilium et sedem fuisse domitoris Africae, Literni sepulcrum ostendi erubescamus
Molti, anche quelli che non avevano ottenuto dal senato il trionfo, lo celebrarono sul monte Albano; nessuno può togliere a L Paolo l'onore di aver portato a termine la guerra in Macedonia, più che a C Lutazio quello di aver concluso la prima guerra contro Cartagine o a P Cornelio la seconda, e a quanti hanno riportato trionfi (dopo di loro); né a rendere più o meno grande quale comandante L Paolo sarà il trionfo - ma più ne va della gloria dei soldati (e) dell'intero popolo Romano, prima di tutto per evitargli la fama di invidioso ed ingrato verso i cittadini più illustri e con ciò l'impressione di imitare il popolo Ateniese che per invidia diffamava i suoi capi

Un grosso errore fu commesso dai vostri padri nel caso di Camillo, cui però fecero oltraggio prima che per suo merito fosse ripresa la città ai Galli; altro grosso errore in tempi abbastanza recenti è stato commesso (da) voi nei riguardi di P Africano

Che Literno sia stato il domicilio e la residenza del conquistatore dell'Afri ca, che a Literno si mostri la sua sepoltura dobbiamo arrossir di vergogna
Gloria sit par illis viris L Paulus, iniuria vestra (ne) exaequetur

Haec igitur primum infamia deleatur, foeda apud alias gentes, damnosa apud nostros

Quis enim aut Africani aut Pauli similis esse (in tam) ingrata et inimica bonis civitate velit

Si infamia nulla esset et de gloria tantum ageretur, qui tandem triumphus non communem nominis Romani gloriam habet

Tot de Gallis triumphi, tot de Hispanis, tot de Poenis ipsorum tantum imperatorum an populi Romani dicuntur

Quemadmodum non de Pyrrho modo nec de Hannibale, sed de Epirotis Carthaginiensibusque [et Macedonibus] triumphi acti sunt, sic non M' Curius tantum nec P Cornelius, sed Romani triumpharunt
Pari a questi uomini illustri sia L Paolo per la gloria, ma (non) ad essi lo uguaglino i vostri torti

Dunque, prima di tutto si cancelli questa cattiva fama, vorgognosa agli occhi dei popoli stranieri, dan nosa per noi

Difatti chi vorrebbe più esser simile ad un Africano o ad un Paolo (in) una città (così) poco ricono scente, anzi sì ostile verso i cittadini migliori

Posto che non ne conseguisse alcun disonore, e si trattasse soltanto della gloria, come può essere, dopo tutto, che il trionfo non comporti la gloria di tutto il popolo Romano

I tanti trionfi riportati sui Galli, sugli Ispani, sui Cartaginesi sono passati alla storia col none soltanto dei duci vincitori oppure con quello del popolo Romano

Come non solo su Pirro né su Annibale, ma sugli Epiroti e i Cartaginesi [e i Macedoni] sono stati riportati i trionfi, così non fu M Curio soltanto, né P Cornelio, ma il popolo romano a celebrare i rispettivi trionfi

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ;  11 - 24
Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ; 11 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02 ; 11 - 24

Militum quidem propria est causa, qui et ipsi laureati et quisque donis, quibus donati sunt, insignes Triumphum nomine cient(es) suasque et imperatoris laudes canentes per urbem incedunt

Si quando non deportati ex provincia milites ad triumphum sunt, fremunt; et tamen tum quoque se absentis, quod suis manibus parta victoria sit, triumphare credunt

Si quis vos interroget, milites, ad quam rem in Italiam deportati et non statim confecta provincia dimissi sitis, quid Romam frequentes sub signis veneritis, quid moremini hic et non diversi domos quisque abeatis vestras, quid aliud respondeatis, quam vos triumphantis videri velle

Vos certe victores conspici velle debebatis
Ma sì, si tratta di cosa che riguarda proprio i soldati, i quali anch'essi ornati di alloro e adorni ciascuno dei doni che ha ricevuto, invocando per nome il Trionfo e cantando le proprie lodi e quelle del comandante, sfilano per la città

Se a volte capita che i soldati non siano stati rimpa triati dalla provincia per celebrare il trionfo, frernono di sde gno; eppure anche allora credono di trionfare, sebbene lontani da Rorna, avendo conquistato la vittoria con le proprie mani

E a chi vi chiede, o soldati, per qual motivo siete stati riportati in Italia, senza esser congedati immediatarncnte dopo aver fatto della Macedonia una provincia, perché così numerosi siete venuti a Roma sotto le insegne dei vostri reparti, perché vi trattenete qui piuttosto che ritornare per vie diverse ciascuno alla propria casa, che altro risponderete se non che desiderate di farvi vedere nel trionfo

E dovreste desiderare di figurar nel trionfo alrneno voi, che avete riportato tale vittoria
[39] Triumphatum nuper de Philippo, patre huius, et de Antiocho est; ambo regnabant, cum de iis triumphatum est

De Perseo capto, in urbem cum liberis adducto non triumphabitur

Quodsi in curru scandentis Capitolium, auratos purpuratosque, ex inferiore loco L Paulus in turba togatorum unus privatus interroget "L Anici, Cn Octavi, utrum vos digniores triumpho esse an me censetis

" Curru ei cessuri et prae pudore videntur insignia ipsi sua tradituri

Et vos Gentium quam Persea duci in triumpho mavoltis, Quirites, et de accessione potius belli quam de bello triumphari

Et legiones ex Illyrico laureatae urbem inibunt et navales socii: Macedonicae legiones suo abrogato triumphos alienos spectabunt
[39] In tempi recenti si è celebrato il trionfo su Filippo, padre di costui, e su Antioco: entrambi continua vano ad essere re, quando si trionfò di essi

E su Perseo, fatto prigioniero, deportato dal suo regno in questa, città insieme coi figli, non si celebrerà il trionfo

Che, se mentre ascendono in cocchio sul Campidoglio, rivestiti d'oro e di porpora, da terra L Paolo, confuso nella folla dei cittadini, come un privato qualunque, rivolgesse questa domanda: " o L Anicio, o Gn Ottavio, chi ritenete più meritevoli del trionfo, voi o me

" Si affretterebbero a ce dergli il cocchio, m'immagino, e per vergogna da sé gli consegnerebbero le proprie insegne

E voi preferite che Genzio sia portato nel trionfo piuttosto che Perseo, o Qui riti, e che si celebri il trionfo dell'appendice della guerra piuttosto che della guerra vera e propria

E le le gioni provenienti dall' Illirico e i socii navali, adorni di alloro faranno ingresso nella città, mentre le legioni di Ma cedonia, revocato il trionfo ad esse dovuto, se ne staranno a guardare i trionfi altrui

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 16 - 18

Quid deinde tam opima praeda, tam opulentae victoriae spoliis fiet

Quonam abdentur illa tot milia armorum detracta corporibus hostium

An in Macedoniam remittentur

Quo signa aurea, marmorea, eburnea, tabulae pictae, textilia, tantum argenti caelati, tantum auri, tanta pecunia regia

An noctu tamquam furtiva in aerarium deportabuntur

Quid

Illud spectaculum maximum, nobilissimus opulentissimus(que) rex captus, ubi victori populo ostendetur

Quos Syphax rex captus, accessio Punici belli, concursus fecerit, plerique meminimus

Perseus rex captus, Philippus et Alexander, filii regis, tanta nomina, subtrahentur civitatis oculis
Che avverrà poi di un bottino così copioso, delle spoglie di così opulenta vittoria

Dove si nasconderanno tante migliaia di armi sottratte ai cadaveri dei nemici

Si rimanderanno forse in Macedonia

E dove le statue di oro, di marmo, di avorio, i dipinti, le stoffe, così gran quantità di argento sbalzato e di oro, così grande quantità di danaro appartenuto o destinato al re

Forse di notte si porteranno nell'erario, come fossero cose rubate

E ancora

Quello spettacolo più gran dioso di tutti, il re più famoso (e) più ricco tratto in catene, dove sarà mostrato al popolo vincitore

Quale assembramento di folla provocò la vista del re Siface pri gioniero, appendice della guerra cartaginese, ricordano i più di noi

E la vista del re Perseo prigioniero, di Filippo e di Alessandro - quali nomi -, suoi figli, sarà sottratta agli sguardi della città
Ipsum L Paulum, bis consulem, domitorem Graeciae, omnium oculi conspicere urbem curru ingredientem avent; ad hoc fecimus consulem, ut bellum per quadriennium ingenti etiam pudore nostro tractum perficeret

Cui sortito provinciam, cui proficiscenti praesagientibus animis victoriam triumphumque destinavimus, ei victori triumphum negaturi (sumus

) Et quidem non tantum (eum), sed deos etiam suo honore fraudaturi

Dis quoque enim, non solum hominibus, debetur triumphus

Maiores vestri omnium magnarum rerum et principia exorsi a dis sunt et finem statuerunt

Consul proficiscens praetorve paludatis lictoribus in provinciam et ad bellum vota in Capitolio nuncupat: victor perpetrato (bello) eodem in Capitolium triumphans ad eosdem deos, quibus vota nuncupavit, merita dona portans redit
L Paolo in persona, due volte console, conquistatore della Grecia, gli occhi di tutti bra mano vedere al momento di entrare sul cocchio in città; per questo lo facemmo console, perché conchiudesse la guerra, trascinatasi per quattro anni a volte anche con nostra grande vergogna

A chi, dopo il sorteggio della provincia e sul punto di partire per la guerra, il presentimento di tutti asse gnò la vittoria e il trionfo, a vittoria ottenuta vorremo negare il trionfo

E poi non (lui) soltanto, ma anche gli dei vorremo defraudare della dovuta ricompensa

Perché anche agli dei, non solo agli uomini, è dovuto il trionfo

I vostri antenati fecero principiare dagli dei e con gli dei concludere tutti gli atti più rilevanti

Il console o il pretore accompagnata dai littori in divisa da campo partendo per la provincia e per la guerra prende i voti in Campidoglio: finita (la guerra), dopo la vittoria, recandosi in trionfo an cora sul Campidoglio, al tempio degli stessi dei, in cui nome pronunciò i voti, fa ritorno recando i doni dovuti

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Pars non minima triumphi est victimae praecedentes, ut appareat dis grates agentem imperatorem ob rem publicam bene gestam redire

Omnis illas victimas, quas ~traducendo in triumpho vindicavit, ~alias alios dente mactati

Quid

Illae epulae senatus, quae nec privato loco nec publico profano, sed in Capitolio eduntur, utrum hominum voluptatis causa an deorum * * * hominumque auctore Servio Galba turbaturi estis

L Pauli triumpho portae claudentur

Rex Macedonum Perseus cum liberis et turba alia captivorum, spolia Macedonum, (in) circo Flaminio relinquentur

L Paulus privatus tamquam rure rediens a porta domum ibit
Parte non secondaria del trionfo è costituita dalle vittime che precedono la sfilata dei vinti, perché sia ben chiaro che il comandante ritorna per render grazie agli dèi di aver soddi sfatto ai suoi doveri verso lo stato

Tutte quelle vittime da lui consacrate agli dèi per esser portate nel trionfo, sottraendole al trionfo immolatele nei luoghi che vi pare

Ed ancora

Quei banchetti, ordinati dal senato, che non si tengono né in luogo privato né pubblico, chc non sia consacrato, bensì nel Campidoglio, (si celebrano forse per far piacere agli uomini o per rendere onore agli dei (e tutti questi riti) vorrete sconvolgere su istigazione di Servio Gal ba

Si chiuderanno le porte della città dinanzi al trionfo di L Paolo

Il re dei Macedoni, Perseo, con i suoi figli e l'immensa turba di prigionieri, le spoglie sottratte ai Macedoni si lasceranno in abbandono (nel) circo Flaminio

L Paolo, semplice cittadino privato, farà ritorno a casa sua dalla porta della città corne se ritornasse dai suoi campi

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