Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

In praesentia deducere ante certam diem ex Lycia Cariaque iusserunt praefectos

Haec Rhodum nuntiata, quae per se tristia fuissent, quia maioris mali levatus erat timor, cum bellum timuissent, in gaudium verterunt

Itaque extemplo coronam viginti milium aureorum decreverunt; Theodotum, praefectum classis, in eam legationem miserunt

Societatem ab Romanis ita volebant peti, ut nullum de ea re scitum populi fieret aut litteris mandaretur, quod, nisi impetrarent, maior a repulsa ignominia esset

Praefecti classis id unius erat ius, ut agere de ea re sine rogatione ulla perlata posset
Per il momento ebbero l'ordine di ritirare entro una data stabilita i propri rappresentanti dalla Licia e dalla Caria

Queste notizie, in altre circostanze per se stesse tristi, poiché liberavano dal terrore di un male più grave, quello della guerra, conw furono recate a Rodi si trasformarono in motivo di gioia

Pertanto deliberarono immediatamente la costruzione di una corona del valore di ventimila monete d'oro; invia rono a capo di quell'ambasceria Teodoto, il comandan te della flotta

Volevano richiedere ai Romani l'alleanza, ma a condizione che su di essa non si pronunciasse il po polo né che venisse formulata per iscritto, poiché nell'eventualità che non riuscissero ad ottenerla, maggiore sarebbe stata l'onta in conseguenza del rifiuto

Era in facoltà esclusiva del comandante della flotta trattare di ciò senza che al popolo fosse stata presentata nessuna proposta in riguardo
Nam ita per tot annos in amicitia fuerant, ut sociali foedere se cum Romanis non inligarent, ob nullam aliam causam, quam ne spem regibus absciderent auxilii sui, si quid opus esset, neu sibi ipsis fructus ex benignitate et fortuna eorum percipiendi

Tunc utique petenda societas videbatur, non quae tutiores eos ab aliis faceretnec enim timebant quemquam praeter Romanos, sed quae ipsis Romanis minus suspectos

Sub idem fere tempus et Caunii descivere ab iis, et Mylassenses Euromensium oppida occuparunt

Non ita fracti animi civitatis erant, ut non sentirent, si Lycia et Caria ademptae ab Romanis forent, cetera aut se ipsa per defectionem liberarent aut a finitumis occuparentur, includi se insulae parvae et sterilis agri litoribus, quae nequaquam alere tantae urbis populum posset
Infatti per tanti anni i Rodii erano stati in amicizia coi Romani senza legarsi ad essi con un trattato di alleanza, per nessun altro motivo se non quello di non togliere ai re la speranza nel loro aiuto, se ne avessero bisogno, o a se stessi di raccogliere i frutti della benevolenza e della fortuna di quelli

Ma allora sembrava di dover richiedere ad ogni costo l'alleanza coi Ro mani, che non tanto li ponesse più al sicuro da minacce altrui -- ché di nessuno avevan paura, eccettuati i Romani - quanto li rendesse meno sospetti ai Romani stessi

Nel medesimo tempo e i Caunii si staccarono da loro e gli abi tanti di Milasa occuparono i centri fortificati degli Euro mensi

Non erano così abbattuti d'animo i Rodii, da non accorgersi che se i Romani avessero loro tolto la Licia e la Caria e gli altri possedimenti o si liberassero da sé con una rivolta o fossero occupati dalle genti vicine, si riduce vano alla fascia costiera di un'isola poco estesa e di sterile suolo, che in nessun modo poteva mantenere la popolazione di una città così grande
Missa igitur iuventute propere et Caunios, quamquam Cibyratarum asciverant auxilia, coegerunt imperio parere; et Mylassenis Alabandensisque, qui Euromensium provinciam ademptum et ipsi coniuncto exercitu venerant, circa Orthosiam acie vicerunt

[26] Dum haec ibi, alia in Macedonia, alia Romae (in Asia) geruntur, interim (in) Illyrico L Anicius rege Gentio, sicut ante dictum est, in potestatem redacto Scodrae, quae regia fuerat, praesidio inposito Gabinium praefecit, Rhizoni et Olcinio, urbibus opportunis, C Licinium

Praepositis his Illyrico, reliquo exercitu in Epirum est profectus

Ubi prima Phanote ei dedita est omni multitudine cum infulis obviam effusa
Inviata dunque la loro gioventù in tutta fretta, e costrinsero i Cauni, nonostante avessero sollecitato l'aiuto dei Cibirati, a restare soggetti al loro potere; e gli abitanti di Milasa e di Alabanda, che an ch'essi congiunte le forze eran venuti a togliere ai Rodii il possesso degli Euromensi, li vinsero in campo aperto nei dintorni di Ortosia

[26] Durante lo svolgimento di questi fatti a Rodi, di altri in Macedonia e di altri ancora a Roma, (nell)Il lirico intanto L Anicio dopo aver ridotto in suo potere il re Genzio, come è stato già detto, impose a Scodra, che era stata la residenza del re, una guarnigione e ne dette il comando a Gabinio, a Rizone e ad Olcinio, città situate in posizioni vantaggiose, prepose C Licinio

Lasciati costoro a presidiare l'Illirico, con il resto dell'esercito partì per l'Epiro

Dove per prima gli si arrese Fanote, la cui popolazione in massa gli venne incontro con il capo avvolto in bende sacre

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ;  11 - 24
Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ; 11 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02 ; 11 - 24

Hinc praesidio inposito in Molossidem transgressus, cuius omnibus oppidis praeter Passaronem et Tecmonem et Phylacen et Horreum receptis primum ad Passaronem ducit

Antinous et Theodotus principes eius civitatis erant, insignes et favore Persei et odio adversus Romanos, iidem universae genti auctores desciscendi ab Romanis

Hi conscientia privatae noxae, quia ipsis nulla spes veniae erat, ut communi ruina patriae opprimerentur, clauserunt portas, multitudinem, ut mortem servituti praeponerent, hortantes

Nemo adversus praepotentis viros hiscere audebat; tandem Theodotus quidam, nobilis et ipse adulescens, cum maior a Romanis metus timorem a principibus suis vicisset, 'quae vos rabies' inquit 'agitat, qui duorum hominum noxae civitatem accessionem facitis
Dopo avervi collocato un presidio, di lì passò nella Molosside, e ricevuta la resa di tutti i luoghi fortificati, tranne Passarone e Tecmone e Filace ed Orreo, dapprima si volse contro Passarone

Antinoo e Teodoto ne erano i cittadini più eminenti, segnalatisi sia per la simpatia verso Perseo sia per l'odio contro i Romani e nello stesso tempo istigatori di tutta quanta la popola zione perché defezionasse dai Romani

Costoro consa pevoli delle loro personali responsabilità, non potendo sperare il perdono, per cadere accomunati nella rovina della patria chiusero le porte esortando la folla a preferire la morte alla schiavitù

Nessuno osava aprir bocca contro quegli uomini strapotenti; ma alla fine un certo Teodoto, anch'esso giovane di nobile famiglia, essendo prevalso sul ter rore provocato dai suoi influenti concittadini il più grande timore dei Romani o quale furia vi agita esclama da farvi coinvolgere nella colpa di due soli uomini tutta intera una città
Equidem pro patria qui letum oppetissent, saepe fando audivi: (qui) patriam pro se perire aecum censerent, hi primi inventi sunt

Quin aperimus portas et imperium accipimus, quod orbis terrarum accepit

' Haec dicentem cum multitudo sequeretur, Antinous et Theodotus in primam stationem hostium inruperunt atque ibi offerentes se ipsi volneribus interfecti; urbs dedita est Romanis

Simili pertinacia Cephalonis principis clausum Tecmonem ipso interfecto per deditionem recepit

Nec Phylace nec Horreum oppugnationem tulerunt

Pacata Epiro divisisque in hiberna copiis per opportunas urbes, regressus ipse in Illyricum Scodrae, quo quinque legati ab Roma venerant, evocatis ex tota provincia principibus conventum habuit
Io sì, di gente che è andata incontro alla morte in difesa della patria spesso ho sentito dire: ma di uomini (che), ritengano giusto far perire la patria per il proprio vantaggio, questi sono i primi che si conoscano

Perché non apriamo le porte e accettiamo un dominio, che tutto il mondo ha accettato

Poiché, così dicendo, la folla gli andava dietro, Antinoo e Teodoto fecero una sortita contro il primo avamposto nemico e qui esponendosi da sé alle ferite furono uccisi; e la città si arrese ai Romani

Anche di Tecmone, con analoga ostinazione chiusa in faccia ai Romani da Cefalo, capo della città, ucciso costui, fu accolta la resa

Né Filace né Orreo sostennero l'assedio

Pacificato dunque l'Epiro e distribuite nei campi invernali le truppe scaglionandole per le città più opportune, egli fece ritorno nell'Illirico e a Scodra, do ve erano arrivati da Roma i cinque membri della commissione, tenne la riunione di tutti i capi, fatti conve nire dall'intera regione

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23
Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 43; 01 - 23

Ibi pro tribunali pronuntiavit de sententia consilii senatum populumque Romanum Illyrios esse liberos iubere: praesidia ex omnibus oppidis, arcibus, castellis sese deducturum

Non solum liberos, sed etiam inmunes fore Issenses et Taulantios, Dassaretiorum Pirustas, Rhizonitas, Olciniatas, quod incolumi Gentio ad Romanos defecissent

Daorsis quoque immunitatem dare, quod relicto Caravantio cum armis ad Romanos transissent

Scodrensibus et Dassarensibus et Selexpitanis ceterisque Illyriis vectigal dimidium eius, quod regi pependissent, (inpositum)

Inde in tres partes Illyricum divisit

Unam eam fecit, quae supra ~Dictam est, alteram Labeatas omnis, tertiam Agravonitas et Rhizonitas et Olciniatas accolasque eorum

Hac formula dicta [in] Illyrico ipse inde Epiri Passaronem in hiberna redit
Qui dalla tribuna dichiarò pubblicamente che secondo il parere della commissione, il senato e il popolo romano disponevano che fosse con cessa la libertà agli Illiri: avrebbe ritirato i presidi da tutte le città fortificate, fortezze e fortini

Non so lo liberi, bensì anche esentati da balzelli sarebbero stati gli abitanti di Issa e Taulante, i Pirusti che son parte dei Dassareti, gli abitanti di Rizone e di Olcinio perché passati ai Romani quand'ancora Genzio aveva intatte le forze

Concedeva l'esenzione da tasse anche ai Daorsi, perché avevano abbandonato Caravanzio per passare in armi ai Romani

Agli abitanti di Scodra e ai Dassaresi ed ai Selepitani e a tutti gli altri Illiri (fu imposto) come tributo la metà di quello che corrisporidevano al re

Poi divise 'Illirico in tre parti

Una a nord di Pista, un'altra comprendente tutti i Labeati, e la terza gli Agravoniti, i Rizoniti e gli Olciniati con i loro vicini

Imposto questo ordinamento all'Illirico, egli di là tornò nel campo invernale a Passarone d'Epiro
[27] Dum haec in Illyrico geruntur, Paulus ante adventum decem legatorum Q Maximum filium iam ab Roma regressum ad Aeginium et Agassas diripiendas mittit, Agassas, quod, cum Marcio consuli tradidissent urbem petita ultro societate Romana, defecerant rursus ad Persea; Aeginiensium novum crimen erat: famae de victoria Romanorum fidem non habentes in quosdam militum urbem ingressos hostiliter saevierant

Ad Aeniorum quoque urbem diripiendam L Postumium misit, quod pertinacius quam finitumae civitates in armis fuerant

Autumni fere tempus erat; cuius temporis initio ad circumeundam Graeciam visendaque, (quae) nobilitata fama maiora auribus accepta sunt, quam oculis noscuntur, uti statuit
[27] Durante questi fatti dell'Illirico, Paolo prima dell'arrivo dei dieci membri della commissione invia il figlio Q Massimo, già ritornato da Roma, a saccheggiare Eginio ed Agasse, quest'ultima perché aveva defezionato una seconda volta dai Romani, pur essendosi consegnata al console Marcio e di propria volontà avendo richiesto l'alleanza con Roma; la colpa degli abitanti di Eginio era di nuovo genere: non prestando fede alla voce della vittoria dei Romani avevano infierito crudelmente contro alcuni soldati penetrati nella città

A saccheggiare anche la città degli Eni mandò L Postumio, perché erano rimasti in armi con più ostinazione delle popolazioni vicine

Era ormai autunno; e stabilì di utilizzare la parte iniziale di quella stagione per un viaggio intorno alla Grecia e la visita di quei centri (che), magnificati dalla fama, la tradizione ha fatto più grandiosi di quanto riveli la vista

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 16 - 18
Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 16 - 18

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 16 - 18

Praeposito castris C Sulpicio Galo profectus cum haud magno comitatu, tegentibus latera Scipione filio et Athenaeo, Eumenis regis fratre, per Thessaliam Delphos petit, inclutum oraculum

Ubi sacrificio Apollini facto inchoatas in vestibulo columnas, quibus imposituri statuas regis Persei fuerant, suis statuis victor destinavit

Lebadiae quoque templum Iovis Trophonii adit: ibi cum vidisset os specus, per quod oraculo utentes sciscitatum deos descendunt, sacrificio Iovi Hercynnaeque facto, quorum ibi templum est, Chalcidem ad spectaculum Euripi Euboeaeque, tantae insulae, ponte continenti iunctae descendit
La sciato al comando dell'accampamento C Sulpicio Gallo, si mise in viaggio con piccolo seguito, proteggendogli i fianchi il figlio Scipione e Ateneo, fratello del re Eumene, c attraverso la Tessaglia raggiunse Delfi, sede di un oracolo famoso

Ivi fece un sacrificio ad Apollo e le colonne, che si erano cominciate a drizzare sul vestibolo del tempio per collocarvi le statue del re Perseo, destinò il vincitore ad accoglier le proprie

Anche a Lebadia visitò il tempio di Giove Trofonio: dopo aver visto l'imboccatura della grotta, per la quale discendono a interrogare gli dèi quanti si appre stano a consultare l'oracolo, compiuto un sacrificio in onore di Giove e di Ercinna, il cui tempio si erge in quel luogo, si volse in direzione di Calcide per contemplare l'Euripo e lEubea, enorme isola, congiunta alla terraferma da un ponte
A Chalcide Aulidem traicit, trium milium spatio distantem, portum inclutum statione quondam mille navium Agamemnoniae classis, Dianaeque templum, ubi navibus cursum ad Troiam filia victima aris admota rex ille regum (petiit

Inde Oropum) Atticae ventum est, ubi pro deo vates anticus colitur templumque vetustum est fontibus rivisque circa amoenum; Athenas inde, plenas quidem et ipsas vetustae famae, multa tamen visenda habentis, arcem, portus, muros Piraeum urbi iungentis, navalia, (monumenta) magnorum imperatorum, simulacra deorum hominumque, omni genere et materiae et artium insignia

[28] Sacrificio Minervae, praesidi arcis, in urbe facto profectus Corinthum altero die pervenit
Da Calcide traghettò ad Aulide, posta alla distanza di tre miglia, porto famoso per esservi un tempo rimasto alla fonda il migliaio di navi della flotta di Agamennone e visitò il tempio di Diana, dove quel famoso re dei re (chiese) per le sue navi la possibilità di veleggiar verso Troia, portando sull'altare come vittima la propria figlia

(Di qui) giunse (ad Oropo) dell'Attica, dove con gli onori di un dio si venera un antico indovino e il suo vetusto santuario è circondato leggiadramente da sorgenti e ruscelli; di lì poi si recò ad Atene, città anch'essa piena di fama antica, ma che comunque possiede anche molti monumenti degni d'esser veduti, l'acropoli, i porti, le mura che uni scono il Pireo alla città, l'arsenale, (statue) di grandi con dottieri, effigi di dei e di uomini, notevoli per l'impiego di materiali d'ogni genere e delle tecniche più disparate

[28] Compiuto nella città un sacrificio a Minerva, protettrice dell'acropoli, partì per Corinto e vi arrivò il giorno dopo

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 04- 08
Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 04- 08

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 04- 08

Urbs erat tunc praeclara ante excidium; arx quoque et Isthmus praebuere spectaculum: arx intra moenia in immanem altitudinem edita, scatens fontibus; Isthmus duo maria (ab) occasu et ortu solis finitima artis faucibu(s) dirimens

Sicyonem inde et Argos, nobiles urbes, adit; inde haud parem opibus Epidaurum, sed inclutam Aesculapi nobili templo, quod quinque milibus passuum ab urbe distans nunc vestigiis revolsorum donorum, tum donis dives erat, quae remediorum salutarium aegri mercedem sacraverant deo

Inde Lacedaemonem adit, non operum magnificentia, sed disciplina institutisque memorabilem; unde per Megalopolim Olympiam escendit

Ubi et alia quidem spectanda ei visa: Iovem velut praesentem intuens motus animo est
La città era insigne allora, pritna della distruzione; anche l'acropoli e l'Istmo gli offrirono un grande spettacolo: lacropoli all'interno delle mura, elevantesi a no tevole altezza, ricca di fonti, l'Istmo che divide due bracci di mare vicini (da) ovest e da est con una sottile lingua di terra

Di lì si reca a Sicione e ad Argo, famose città; di qui ancora ad Epidauro, che non poteva competer con quelle in fatto di sontuosità, ma insigne per il famoso santuario di Esculapio, distante cinquemila passi dalla città ed ora ricco soltanto delle rovine dei tesori manomessi, ma in quel tempo dei doni offerti al dio dai malati in ricom pensa dei rimedi elargiti per riavere salute

Di lì si reca a Lacedemone, città degna di memoria non tanto per magnificenza di opere d'arte, quanto per la ferrea disciplina delle sue istituzioni; di dove risalì ad Olimpia passando per Megalopoli

Ivi gli apparvero anche altre cose degne d'esser ammirate: Volgendo lo sguardo alla statua di Giove, come se si trovasse davanti all'apparizione del dio ne rice vette profonda impressione

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 31 - 35
Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 31 - 35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 31 - 35

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 01 - 05
Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 01 - 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 21 - 25
Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 21 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 11 - 15
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 11 - 15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 11 - 15

Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 45 - 46
Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 45 - 46

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 45 - 46

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 01-15

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04