Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 01 - 20

Progressis vixdum quattuor milia passuum nihil optabilius esse quam redire, qua venerant, si possent

Hostilem prope tumultum agmini elephanti praebebant, qui, ubi ad invia vienerant, deiectis rectoribus cum horrendo stridore pavorem ingentem, equis maxime, incutiebant, donec traducendi eos ratio inita est

Per proclive sumpto fastigio longi duo validi asseres ex inferiore parte in terra defigebantur, distantes inter se paulo plus, quam quanta belvae latitudo est; in eos transverso incumbente tigno as tricenos longi pedes, ut pons esset, iniungebantur humusque insuper iniciebatur

Modico deinde infra intervallo similis alter pons, dein tertius et plures ex ordine, qua rupes abscisae erant, fiebant
Dopo aver proceduto per appena quattro miglia nessuna decisione sembrava preferibile a quella di tornare, se possibile, per dove eran venuti

Gli elefanti provocavano all'esercito in marcia una confusione simile a quella prodotta da eventuali nemici, perché, appena giunti dove più difficile era la strada, disarcionati i conducenti, con paurosi barriti incutevano grave terrore, specialmente ai cavalli, sin tanto che non si escogitò un modo per farli avanzare

Calcolata la pendenza per un tratto di dislivello, due lunghi pali robusti venivano conficcati in terra all'estremo più basso, distanti fra loro poco più della larghezza di una bestia, applicandovi di traverso una trave, vi si congiungevano sopra tavole lunghe ciascuna trenta piedi, sì da formare un ponte, e sopra si gettava terra

Poi a poca distanza più in basso si costruiva un secondo ponte simile al primo e poi un terzo e così di seguito, là dove le rupi scendevano a picco
Solido procedebat elephantus in pontem; cuius priusquam in extremum cederet, succisis asseribus conlapsus pons usque alterius initium pontis prolabi eum leniter cogebat

Alii elephanti pedibus insistentes, alii clunibus subsidentes prolabebantur

Ubi planities altera pontis excepisset eos, rursus simili ruina inferioris pontis deferebantur, donec ad aequiorem vallem perventum est

Paulo plus septem milia die Romani processerunt; minimum pedibus itineris confectum

Plerumque provoluentes se simul cum armis aliisque oneribus cum omni genere vexationis processerunt, adeo ne dux quidem et auctor itineris infitiaretur parva manu deleri omnem exercitum potuisse
Gli elefanti avanzavano sul ponte come su terreno compatto; e prima di giungere alla sua estremità, venivan tagliati alla base i pali, cosicché lo sfasciarsi del ponte li costringeva a sdrucciolar dolcemente fino 'imbocco del successivo

Alcuni elefanti si lasciavano andare reggendosi sulle zampe, altri scivolavano accovacciati sulle natiche

E ogni volta che li accoglieva il tavolato pianeggiante del successivo ponte, di nuovo l'abbattimento di questo ponte, più in basso,provocato alla stessa maniera, li sospingeva in avanti, finché si giunse ad una valle meno impervia

Poco più di sette miglia avanzarono giorno i Romani; e pochissima fu la distanza percorsa a piedi

Ma per lo più procedettero rotolandosi con le armi e gli altri fardelli, in mezzo a disagi d'ogni genere, al punto neppure il comandante, e responsabile della scelta di quell'itinerario, si schermiva dall'affermare che tutto l'esercito avrebbe potuto essere distrutto per mano di esigua schiera
Nocte ad modicam planitiem pervenerunt; nec, quam infestus is locus esset saeptus undique, circumspiciendi spatium fuit vix tandem ex insperato stabilem ad insistendum nanctis locum

Postero quoque die in tam cava valle opperiri Popilium ac relictas cum eo copias necesse fuit; quos et ipsos, cum ab nulla parte hostis terruisset, locorum asperitas hostiliter vexauit

Tertio die coniunctis copiis eunt per saltum, quem incolae Callipeucen appellant

Quarto inde die per aeque invia, sed adsuetudine peritius et meliore cum spe, quod nec hostis usquam apparebat et mari adpropinquabant, degressi in campos inter Heracleum et Libethrum posuerunt castra [peditum], quorum pars maior tumulos tenebat

Ibi
In piena notte raggiunsero un piccolo spazio pianeggiante; e non c'era modo di accorgersi, volgendo lo sguardo d'intorno, come fosse esposto a pericoli quel sito, da ogni parte recinto, avendo appena, finalmente e contro ogni speranza, trovato un terreno stabile dove poggiare i piedi

Anche il dì seguente fu giocoforza restare in quella valletta incassata per aspettarvi Popilio e le truppe lasciate con lui; ed anche questi, per quanto il nemico da nessuna parte li avesse minacciati, subirono danni, paragonabili a quelli che un nemico può infliggere, dall'asprezza dei luoghi

Il terzo giorno, ricongiunte le forze, superano il passo, chiamato dagli indigeni Callipeuce

Il quarto giorno di lì, per luoghi ugualmente inaccessibili, ma con maggior esperienza per l'abitudine e con più fiduciosa speranza, perché il nemico non si faceva vivo da nessuna parte e perché si avvicinavano al mare, guadagnata la pianura posero il campo fra Eraclio e Libetro, la maggior parte di esso occupava le estreme propagini delle alture

Qui

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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 11-20
Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 11-20

Vallo campi quoque partem, ubi eques tenderet, amplectebantur

[6] Lavanti regi dicitur nuntiatum hostis adesse

Quo nuntio cum pavidus exiluisset e solio, victum se sine proelio clamitans proripuit; et subinde per alia atque pavida consilia et imperia trepidans duos ex amicis, Pellam alterum, ut, quae ad Phacum pecunia deposita erat, ex praesidiis revocat omnisque aditus aperit bello

Ipse ab Dio auratis statuis omnibus raptis, ne praeda hosti essent, incolas eius loci demigrare Pydnam cogit, et, quae temeritas consulis videri potuisset, quod eo processisset, unde invito hoste regredi nequiret, eam non inconsultam audaciam fecit
Questo terreno ondulato cingeva con il vallo anche la parte destinata all'attendamento della cavalleria

[6] Proprio mentre faceva il bagno si dice che fosse recapitata al re la notizia della presenza in forze del nemico

A questa nuova precipitatosi in preda al panico giù dalla vasca, uscì fuori gridando di esser stato vinto senza combattere; e subito dopo abbandonandosi ad una serie di decisioni e di ordini dettati dalla paura, tremante [inviò] due dei suoi confidenti, l'uno a Pella con il compito di [gettare in mare] tutto il tesoro conservato a Faco e [l'altro a Tessalonica per incendiarvi l'arsenale; Asclepiodoto ed Ippia, insieme con i loro reparti], richiama dai presidii e così spalanca alla guerra tutti gli accessi

Ed egli, dopo aver portato via in gran fretta da Dio tutte le statue d'oro, perché non cadessero in mano al nemico, costringe tutti gli abitanti del luogo a trasferirsi a Pidna, e quella che avrebbe potuto sembrare temeraria decisione del console, per essersi spinto sin là, donde non era in grado di ritirarsi se il nemico non glielo avesse permesso, fece diventare un attodi non sprovveduta audacia
Duos enim saltus, per quos inde evadere possent, habebant Romani, unum per Tempe in Thessaliam, alterum in Macedoniam praeter Dium; quae utraque regiis tenebantur praesidiis

Itaque si sua intrepidus defendens primam speciem adpropinquantis terroris sustinuisset, neque receptus Romanis per Tempe in Thessaliam neque commeatibus peruehendis ea patuisset iter

Sunt enim Tempe saltus, etiamsi non bello fiat infestus, transitu difficilis

Nam praeter angustias per quinque milia, qua exiguum iumento onusto iter est, rupes utrimque ita abscisae sunt, ut despici vix sine vertigine quadam simul oculorum animique possit

Terret et sonitus et altitudo per mediam vallem fluentis Penei amnis

Hic locus tam suapte natura infestus per quattuor distantia loca praesidiis regiis fuit insessus
Due passi avevano infatti i Romani per poter ritrarsi di lì, uno attraverso Tempe verso la Tessaglia, l'altro davanti a Dio in direzione della Macedonia; e tutti e due i siti erano occupati da presidii del re

Sicché, se difendendo con coraggio le sue città, avesse saputo sostenere la prima vista di quella terrorizzante minaccia che si avvicinava, né si sarebbe aperta ai Romani la via per ritirarsi in Tessaglia attraverso Tempe, né la strada per il trasporto dei loro rifornimenti su quell'itinerario

Perché Tempe è un valico di difficile transito, anche se non sia reso pericoloso da una guerra in atto

Oltre alle cinque miglia di continue strettoie, dove c'è appena il passaggio per una bestia da soma carica, da tutte e due le parti le rocce scendono giù così a picco, da non permettere che se ne volga lo sguardo dall'alto senza provare vertigini degli occhi e dell'animo

Spaventa tanto il rimbombo quanto la profondità del fiume Peneo, che scorre in mezzo alla valle

Codesta località così pericolosa per sua stessa natura fu occupata dai presidii del re in quattro punti a debita distanza fra loro

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Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 41-42
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 41-42

Unum in primo aditu ad Gonnum erat, alterum Condylo, castello inexpugnabili, tertium circa Lapathunta, quem Characa appellant, quartum viae ipsi, qua et media et angustissima valles est, positum, quam vel decem armatis tueri facile est

Intercluso per Tempe simul aditu commeatibus, simul reditu ipsis, montes, per quos descenderant, repetendi erant

Quod, ut furto fefellerant, ita propalam tenentibus superiora cacumina hostibus non poterant; et experta difficultas spem omnem incidisset

Supererat nihil aliud in temere commisso quam in Macedoniam ad Dium per medios evadere hostis; quod, nisi di mentem regi ademissent, ipsum ingentis difficultatis erat
Il primo presidio era proprio al suo imbocco, nei pressi di Gonno, un altro a Condilo, fortezza inespugnabile, un terzo vicino a Lapatunte, chiamata anche Carace, il quarto era stato posto sulla strada stessa, a metà della valle, dove essa si fa più ristretta, tanto da potersi facilmente difendere anche con un pugno di uomini

Una volta sbarrato il passaggio per Tempe ai rifornimenti e bloccato ai soldati il ritorno, bisognava risalire i monti per i quali erano discesi

E se erano riusciti a ingannare il nemico muovendosi di nascosto, non erano certo in grado ora di tentarne l'ascesa allo scoperto, con il nemico che occupasse le vette sovrastanti; e l'esperienza delle difficoltà incontrate avrebbe tolto ogni speranza

Non restava altra alternativa per quella decisione presa avventatamente che riuscire a passare in Macedonia forzando presso Dio la resistenza nemica; e [anche] questo, se gli dèi non avessero fatto uscire di senno il re, costituiva di per sé grave difficoltà
Nam cum Olympi radices montis paulo plus quam mille passuum ad mare relinquant spatium, cuius dimidium loci occupat ostium late restagnans Baphyri amnis, partem planitiae aut Iovis templum aut oppidum tenet, relicum perexiguum fossa modica valloque claudi poterat, et saxorum ad manum silvestrisque materiae tantum erat, ut vel murus obici turresque excitari potuerint

Quorum nihil cum dispexisset caecata mens subito terrore, nudatis omnibus praesidiis patefactisque bello ad Pydnam refugit
Ché lasciando le ultime balze del monte Olimpo uno spazio di non più che mille passi sino al mare, la cui metà è ingombra dalla foce del fiume Bafiro che ristagna in ampie paludi, una parte della restante pianura è occupata o dal tempio di Giove o dalla città fortificata, tutto il resto si riduce a così esigua estensione da poter essere bloccato con una piccola fossa ed un vallo; e v'era tale disponibilità di sassi e legname, da consentire persino di tirar su un muro a difesa e di elevar torri

Nulla di tutto questo riuscendo a veder con obiettività quel re dalla mente accecata d'improvviso terrore, dopo aver evacuato tutti i presidii e spalancato alla guerra [tutti gli accessi], riparò a Pidna

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 50 - 51

[7] Consul plurimum et praesidii et spei cernens in stultitia et segnitia hostis, remisso nuntio ad Sp Lucretium Larisam, ut castella relicta ab hoste circa Tempe occuparet, praemisso Popilio ad explorandos transitus circa Dium, postquam patere omnia in omnis partes animadvertit, secundis castris pervenit ad Dium metarique sub ipso templo, ne quid sacro in loco violaretur, iussit

Ipse urbem ingressus, sicut non magnam, ita exornatam publicis locis et multitudine statuarum munitamque egregie, vix satis credere in tantis rebus sine causa relictis non aliquem subesse dolum

Unum diem ad exploranda circa omnia moratus castra movet; satisque credens in Pieria frumenti copiam fore, eo die ad amnem nomine Mityn processit
[7] Il console accortosi che il maggiore aiuto e le migliori speranze eran riposte nell'avventatezza e nell'inerzia del nemico, rinviato il messaggero a Sp Lucrezio in Larissa con l'ordine di occupare le fortificazioni evacuate dall'avversario intorno a Tempe, mandò innanzi Popilio ad esplorare i passi nei pressi di Dio e quando si avvide che da ogni parte tutto era libero, in due tappe raggiunse Dio e qui ordinò di porre l'accampamento immediatamente al di sotto del tempio perché non si commettesse alcuna profanazione del luogo consacrato al culto

Entrato nella città, per quanto non grande, tuttavia adorna di pubblici ritrovi e di gran quantità di statue, nonché a regola d'arte fortificata, non riusciva a capacitarsi che nelle tante ricchezze abbandonate senza motivo non si annidasse qualche inganno

Dopo un giorno di sosta per farne completa ispezione, muove il campo; e avendo buone ragioni di credere che nella Pieria ci fosse abbondanza di frumento, si spinse quel giorno al fiume Miti
Postero die progressus Agassas urbem tradentibus sese ipsis recepit; et ut reliquorum Macedonum animos sibi conciliaret, obsidibus contentus sine praesidio relinquere se iis urbem inmunesque ac suis legibus victuros est pollicitus

Progressus inde diei iter ad Ascordum flumen posuit castra; et quantum procederet longius a Thessalia, eo maiorem rerum omnium inopiam sentiens, regressus ad Dium est dubitatione omnibus exempta, quid intercluso ab Thessalia patiendum fuisset, cui procul inde abscedere tutum non esset

Perseus coactis in unum omnibus copiis ducibusque increpare praefectos praesidiorum, ante omnes Asclepiodotum atque Hippiam; ab his dicere claustra Macedoniae tradita Romanis esse; cuius culpae reus nemo iustius quam ipse fuisset
Lindomani avanzò fino ad Agasse e ne ricevette la resa dai suoi stessi abitanti; e per conciliarsi l'animo degli altri Macedoni, contentandosi di ostaggi, disse di lasciare in loro mani la città senza imporvi soldati di guarnigione ed anche promise esenzione da balzelli e autonomia

Procedendo di lì per un giorno di cammino pose il campo presso il fiume Ascordo; e così quanto più si allontanava dalla Tessaglia accorgendosi di trovare più grave carenza di ogni risorsa, fece ritorno a Dio, eliminando qualsiasi dubbio ad ognuno di quali sofferenze sarebbero rimasti vittime se fossero stati bloccati dalla parte della Tessaglia, dal momento che il semplice allontanarsi di lì non era per essi senza pericolo

Perseo raccolte tutte insieme le forze e i subalterni, non si stancò di muovere aspri rimproveri ai comandanti dei presidii, e sopra a tutti ad Asclepiodoto e ad Ippia; affermava che essi avevano consegnato in mano ai Romani le chiavi della Macedonia; laddove di questa colpa nessuno era stato più diretto responsabile di lui stesso

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 01 - 15

Consuli postquam ex alto conspecta classis spem fecit cum commeatu naves venire--ingens enim caritas annonae ac prope inopia erat--, ab invectis iam portum audit onerarias naues Magnesiae relictas esse

Incerto inde, quidnam agendum foret--adeo sine ulla ope hostis, quae adgravaret, cum ipsa difficultate rerum pugnandum erat--, peropportune litterae a Sp Lucretio adlatae sunt castella se, quae super Tempe essent et circa Philan, tenere omnia frumentique in iis et aliarum in usum rerum copiam invenisse

[8] His magno opere laetus consul ab Dio ad Philan ducit, simul ut praesidium eius firmaret, simul ut militi frumentum, cuius tarda subvectio erat, divideret

Ea profectio famam haudquaquam secundam habuit
La vista della flotta, che accostava dall'alto mare, aveva insinuato la speranza nel console dell'arrivo delle navi con il vettovagliamento - infatti grande era la penuria di frumento e si profilava la minaccia di poco meno che una carestia -, quando sentì dire da parte di quelli che erano già entrati nel porto che le navi da carico erano rimaste a Magnesia

Mentre era incerto sul da farsi - a tal punto si doveva lottare con la difficoltà della situazione senza che l'aggravasse da parte sua il nemico -, al momento giusto gli fu recapitata una lettera di Sp Lucrezio con la notizia che s'era impadronito di tutte le fortificazioni sovrastanti Tempe ed intorno a Fila e d'avervi trovato grande abbondanza di frumento e di ogni cosa di prima necessità

[8] Molto soddisfatto di queste notizie, il console mosse da Dio verso Fila, sia per rafforzarne il presidio, sia per distribuire il frumento ai soldati, dato che se ne faceva attendere l'arrivo per mare

Quella partenza non fu interpretata favorevolmente

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