Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20

Livio, Ab urbe condita: Libro 44; 01 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 01 - 20

[1] Principio veris, quod hiemem eam, qua haec gesta sunt, insecutum est, ab Roma profectus Q Marcius Philippus consul cum quinque milibus ** *, quod in supplementum legionum secum traiecturus erat, Brundisium pervenit

Popilius consularis et alii pari nobilitate adulescentes tribuni militum in Macedonicas legiones consulem secuti sunt

Per eos dies et C Marcius Figulus praetor, cui classis provincia evenerat, Brundisium venit; et simul ex Italia profecti Corcyram altero die, tertio Actium, Acarnaniae portum, tenuerunt

Inde consul ad Ambraciam egressus itinere terrestri petit Thessaliam; praetor superato Leucata Corinthium sinum invectus et Creusae relictis navibus terra et ipse per mediam Boeotiam--diei unius expedito iter est--Chalcidem ad classem contendit
[1] Allinizio della primavera, seguita allinverno, in cui accaddero questi eventi militari, il console Q Marcio Filippo partito da Roma con cinquemila [uomini], che doveva trasportare con sé come complementi delle legioni, giunse a Brindisi

Lo accompagnavano il consolare M Popilio e altri giovani uomini di pari nobiltà quali tribuni militari per le legioni di Macedonia

Negli stessi giorni arrivò a Brindisi anche il pretore G Marcio Figulo, cui era toccato il comando della flotta; e partiti insieme dallitalia il giorno successivo raggiunsero Corcira, quello dopo Azio, porto dellAcarnania

Di qui il console sbarcato presso Anbracia si diresse per via di terra in Tessaglia; il pretore superato il promontorio di Leucadia imboccò il golfo di Corinto e lasciate le navi a Creusa anche lui raggiunse per terra la flotta a Calcide attraversando la parte centrale della Beozia con un solo giorno di viaggio come previsto per chi proceda senza intralci
Castra eo tempore A Hostilius in Thessalia circa Palaepharsalum habebat, sicut nulla re bellica memorabili gesta, ita ad ~iunctam militarem disciplinam ab effusa licentia formato milite et sociis cum fide cultis et ab omni genere iniuriae defensis

Audito successoris adventu cum arma viros equos cum cura inspexisset, ornato exercitu obviam venienti consuli processit

Et primus eorum congressus ex dignitate ipsorum ac Romani nominis, et in rebus deinde gerendis--proconsul enim ad exercitum -

Paucis post diebus consul contionem apud milites habuit
In quel tempo A Ostilio aveva laccampamento in Tessaglia presso Palefarsalo, e pur senza avere compiuto nessuna impresa degna di memoria, aveva tuttavia riorganizzato lesercito riportandolo dalla sfrenata anarchia ad una rigida disciplina militare e aveva trattato gli alleati con scrupolosa lealtà e difesi contro ogni genere di ingiustizie

Saputo dellarrivo del successore dopo aver ispezionato con cura armi uomini e cavalli, con lesercito in pieno assetto, di guerra andò incontro al console

E il primo loro contatto fu conforme alla dignità di entrambi e dal nome romano, e nella successiva azione perché il proconsole [rimase] presso lesercito [ci fu massima concordia]

Pochi giorni dopo il console tenne un discorso ai soldati
Orsus a parricidio Persei perpetrato in fratrem, cogitato in parentem, adiecit post scelere partum regnum veneficia, caedes, latrocinio nefando petitum Eumenen, iniurias in populum Romanum, direptiones sociarum urbium contra foedus; ea omnia quam diis quoque invisa essent, sensurum in exitu rerum suarum: favere enim pietati fideique deos, per quae populus Romanus ad tantum fastigii venerit

Vires deinde populi Romani, iam terrarum orbem conplectentis, cum viribus Macedoniae, exercitus cum exercitibus conparavit: quanto maiores Philippi Antiochique opes non maioribus copiis fractas esse

[2] Huius generis adhortatione accensis militum animis consultare de summa gerendi belli coepit

Eo et C Marcius praetor a Chalcideclasse accepta venit
Cominciando dallassassinio commesso da Perseo contro il fratello, meditato contro il padre, elencò gli avvelenamenti e le uccisioni compiute dopo avere ottenuto il regno con il diritto, il brigantesco ed empio attacco ad Eumene, le offese al popolo romano, la distruzione di città alleate in dispregio ai patti; tutto questo come fosse detestato dagli dei, si sarebbe accorto dallesito delle sue azioni: perché gli dei assecondano il rispetto degli affetti familiari e della lealtà, grazie alle quali il popolo romano era assurto a tanta grandezza

Poi confrontò la potenza del popolo romano, che si estendeva ormai a tutte le terre, con quella del popolo macedone, gli eserciti con gli eserciti: quanto più grandi forze di Filippo e di Antioco erano state distrutte da un esercito non più grande

[2] Dopo aver infervorato lanimo dei soldati con incitamenti di questo genere, cominciò a consultarsi sulla conduzione della guerra

Venne anche il pretore G Marcio da Calcide dopo avere assunto il comando della flotta

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Livio, Ab urbe condita: Libro 10, 01-15
Livio, Ab urbe condita: Libro 10, 01-15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 10, 01-15

Placuit non ultra morando in Thessalia tempus terere, sed movere extemplo castra atque inde pergere in Macedoniam, et praetorem dare operam, ut eodem tempore classis quoque invehatur hostium litoribus

Praetore dimisso consul menstruum iusso milite secum ferre profectus decumo post die, quam exercitum acceperat, castra movit; et unius diei progressus iter convocatis itinerum ducibus cum exponere in consilio iussisset, qua quisque ducturus esset, summotis iis, quam potissimum peteret, rettulit ad consilium

Aliis per Pythoum placebat via, aliis per Cambunios montes, qua priore anno duxerat Hostilius consul, aliis praeter Ascuridem paludem

Restabat aliquantum viae communis; itaque in id tempus, quo prope divortium itinerum castra posituri erant, deliberatio eius rei differtur
Fu deciso di non perdere tempo continuando a sostare in Tessaglia, ma di muovere subito il campo e di là dirigersi in Macedonia, mentre il pretore doveva occuparsi nello stesso tempo di assaltare con la flotta le coste del nemico

Congedato il pretore il console ordinato ai soldati di prendere con sè [il quantitativo di frumento] necessario per un mese tolse il campo dieci giorni dopo avere assunto il comando dellesercito; avanzato per un giorno di marcia convocate le guide ordinò di esporre al consiglio per quale strada ciascuna intendesse condurre lesercito, poi allontanatele, pose al consiglio il problema della miglior [via] da seguire

Alcuni erano per litinerario attraverso il passo di Pitoo, altri attraverso i monti Cambuni, lo stesso seguito lanno prima dal console Ostiglio, altri per quello che costeggia il lago Ascaride

Poiché restava da percorrere un tratto di strada in comune, ogni decisione è rimessa al momento in cui avrebbero dovuto mettere in campo in vicinanza della biforcazione delle strade
In Perrhaebiam inde ducit, et inter Azorum et Dolichen stativa habuit ad consulendum rursus, quam potissimum capesseret viam

Per eosdem dies Perseus cum adpropinquare hostem sciret, quod iter petiturus esset, ignarus, omnis saltus insidere praesidiis statuit

In iugum Cambuniorum montium--Volustana ipsi vocant--decem milia levis armaturae ~iuvenum cum duce Asclepiodoto mittit; ad castellum, quod super Ascuridem paludem erat--Lapathus vocatur locus--, Hippias tenere saltum cum duodecim milium Macedonum praesidio iussus

Ipse cum reliquis copiis primo circa Dium stativa habuit; deinde adeo inops consilii, ut obtorpuisse videretur, cum equitibus expeditis litore nunc Heracleum, nunc Philam percurrebat, eodem inde cursu Dium repetens

[3] Interim consuli sententia stetit eo saltu ducere, ubi propter Ottolobum dux regius castra
Di li passò nella Perrebia e fra Azoro e Doliche fissò il campo, di nuovo per decidere sulla migliore via da seguire

Negli stessi giorni Perseo informato dellavvicinarsi del nemico, ma ignaro della via che avrebbe percorso, decise di mettere presidi su tutti i passi

Sulla cima dei monti Cambuni-gli indigeni la chiamano Volustana-invia diecimila armati leggeri al comando di Asclepiodoro; presso il fortino, che era oltre il lago Ascaride-località che si chiama Lapatunte-, diede ordine a Ippia di occupare il passo con dodicimila macedoni

Con il resto delle truppe egli invece fissò il campo prima nei pressi di Dio; ma dopo talmente incerto sul da farsi, da sembrare stordito, con cavalieri di equipaggiamento leggero percorreva la strada sulla costa velocemente ora sino a Eraclio ora sino a Fila, di là tornando rapidamente a Dio per la stessa via

[3] Frattanto nel console si rafforzò il convincimento di condurre l'esercito per quel passo, dove il campo presso Ottolobo un luogotenente del re

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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 11-20
Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 11-20

Praemitti tamen quattuor milia armatorum ad loca opportuna praeoccupanda placuit, qui praepositi sunt M Claudius, Q Marcius consulis filius

Confestim et universae copiae sequebantur

Ceterum adeo ardua et aspera et confragosa fuit , ut praemissi expediti biduo quindecim milium passuum aegre itinere confecto castra posuerint

Dierum, quem cepere, locum appellant

Inde postero die septem milia progressi, tumulo haud procul hostium castris capto, nuntium ad consulem remittunt perventum ad hostem esse; loco se tuto et ad omnia opportuno consedisse; [ut] quantum extendere iter posset, consequeretur

Sollicito consuli et propter itineris difficultatem, quod ingressus erat, et eorum vicem, quos paucos inter media praesidia hostium praemiserat, nuntius ad Ascuridem paludem occurrit
Pure ritenne opportuno farsi precedere da quattromila armati, col compito di prevenire l'occupazione dei luoghi favorevoli: ad essi furono preposti M Claudio e Q Marcio, figlio del console

Subito anche tutto il resto delle forze si mise in cammino

Ma così difficile ed aspra e scoscesa era la , che il contingente leggero inviato in avanscoperta si accampò dopo aver percorso nello spazio di due giorni, fra molti stenti, la distanza di quindicimila passi

Il luogo da essi occupato si chiama Diero

Il giorno dopo avanzando di lì sette miglia e conquistato un rialzo di terreno non lungi dall'accampamento nemico, inviano un messaggero al console con la notizia d'essere giunti in vista del nemico; si erano attestati in luogo sicuro e sotto ogni rispetto favorevole, li raggiungesse a marce forzate

Il messaggero incontrò presso il lago Ascuride il console ansioso e per la difficoltà del cammino, in cui si era cacciato, e per la sorte di coloro, che in esiguo numero aveva inviati in mezzo ai presidi nemici
Addita igitur et ipsi fiducia est, coniunctisque copiis castra tumulo, qui tenebatur, qua aptissimum ad loci naturam erat, sunt adclinata

Non hostium modo castra, quae paulo plus mille passuum aberant, sed omnis regio ad Dium et Philam oraque maris late patente ex tam alto iugo prospectu oculis subicitur

Quae res accendit militi animos, postquam summam belli ac regias omnis copias terramque hostilem tam e propinquo conspexerunt

Itaque cum alacres, protinus duceret ad castra hostium, consulem hortarentur, dies unus fessis labore viae ad quietem datus est

Tertio die parte copiarum ad praesidium castrorum relicta consul ad hostem ducit
Rinacque dunque anche a lui la fiducia e quando si ricongiunsero le forze il campo fu addossato al rialzo di terreno, già in loro saldo possesso, dove più si addiceva alla natura del luogo

Non soltanto il campo nemico, distante poco più di un miglio, ma tutta la regione sino a Dio e a Fila e la costa era posta sotto i loro occhi, spaziando ampiamente la vista da così alta specola

Il che infiammò l'animo dei soldati, quando videro così da vicino la complessiva potenza di tutte le forze del re e la terra nemica

E così, per quanto smaniosi facessero pressioni sul console, perché lì per lì li conducesse ad attaccare l'accampamento nemico, tuttavia un giorno di riposo fu ad essi concesso, in quanto stanchi della fatica del cammino

Il terzo giorno, lasciata una parte delle forze a presidio del campo, il console guidò l'esercito verso il nemico

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Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 06 - 10
Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 06 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 41; 06 - 10

[4] Hippias nuper ad tuendum saltum ab rege missus erat; qui ex quo castra Romana in tumulo conspexit, praeparatis ad certamen animis suorum venienti agmini consulis obvius fuit

Et Romani expediti ad pugnam exierant, et hostes levis armatura erat, promptissimum genus ad lacessendum certamen

Congressi igitur extemplo tela coniecerunt; multa utrimque volnera temerario incursu et accepta et inlata; pauci utriusque partis ceciderunt

Inritatis in posterum diem animis maioribus copiis atque infestius concursum belli, si loci satis ad explicandam aciem fuisset; iugum montis in angustum dorsum cuneatum vix ternis ordinibus armatorum in fronte patuit
[4] Ippia era stato da poco inviato dal re a protezione del passo; ma sin da quando s'era accorto dello stanziamento del campo romano sul rialzo di terreno aveva preparato l'animo dei suoi al combattimento e così si fece incontro alle truppe del console

Sia i Romani erano usciti a battaglia senza bagagli, sia il contingente nemico risultava di armati leggeri, specialità quanto mai adatta a provocare il combattimento

Venuti dunque a contatto, subito si dettero a gettare dardi; molte ferite da una parte e dall'altra furono riportate ed inferte in seguito a così temerario assalto; ma pochi caddero delle due parti

Eccitati gli animi a ritentar la prova il giorno dopo, si affrontarono con più numerose forze e con maggiore accanimento; la guerra se ci fosse stato abbastanza spazio per dispiegare le schiere in ordine di battaglia; la cima del monte, che si appuntiva a formare un esiguo spiazzo, poteva appena offrire ricetto ad una fronte su tre file di armati per parte
Itaque paucis pugnantibus cetera multitudo, praecipue qui gravium armorum erant, spectatores pugnae stabant; levis armatura etiam per anfractus iugi procurrere et ab lateribus cum levi armatura conserere per iniqua atque aequa loca pugnam poterat

Pluribus ea die volneratis quam interfectis proelium nocte diremptum est

Tertio die egere consilio Romanus imperator; nam neque manere in iugo inopi neque regredi sine flagitio atque etiam periculo, si cedenti ex superioribus locis staret hostis, poterat; nec aliud restabat quam audacter commissum pertinaci audacia, quae prudens interdum in exitu est, corrigere

Ventum quidem erat eo, ut, si hostem similem antiquis Macedonum regibus habuisset consul, magna clades accipi potuerit
E così mentre pochi erano impegnati al combattimento, il grosso dell'esercito, soprattutto gli uomini di armatura pesante, se ne stavano immobili a contemplar la battaglia; gli armati leggeri potevano anche correre avanti per le anfrattuosità della cima e dai fianchi misurarsi con gli avversari della stessa specialità in posizioni sfavorevoli e favorevoli

Il combattimento fu interrotto dalla notte, dopo che risultarono più numerosi i feriti degli uccisi in quella giornata

Il terzo dì il comandante romano non sapeva più cosa fare: ché né poteva restarsene su quella vetta priva di qualsiasi risorsa, né ritornar sui suoi passi senza disdoro ed anche senza pericolo, nel caso che il nemico lo attaccasse dai luoghi sovrastanti mentre cercava di ritirarsi; né gli restava altro che di correggere la temeraria impresa con tenace ardimento, il quale a volte si risolve in saggezza

Si era arrivati a tal situazione, che se il console avesse trovato un avversario dello stesso stampo degli antichi sovrani macedoni, avrebbe rischiato una grave disfatta

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 16 - 31

Sed cum ad Dium per litora cum equitibus vagaretur rex et ab duodecim milibus prope clamorem et strepitum pugnantium audiret, nec auxit copias integros fessis summittendo neque ipse, quod plurimum intererat, certamini adfuit, cum Romanus imperator, maior sexaginta annis et praegravis corpore, omnia militaria munera ipse inpigre obiret

Egregie ad ultimum in audaciter commisso perseueravit et Popilio relicto in custodia iugi per invia transgressurus praemissis, repurgarent iter, Attalum et Misagenem cum suae gentis utrumque auxiliaribus praesidio esse saltum aperientibus iubet; ipse equites impedimentaque prae se habens cum legionibus agmen cogit

[5] Inenarrabilis labor descendentibus cum ruina iumentorum sarcinarumque
Senonché mentre Perseo andava vagando per la costa con la sua cavalleria spingendosi sino a Dio e da dodici miglia poteva quasi ascoltare le grida e il fragore dei combattenti, né pensò di accrescere la forza dei reparti impegnati sostituendo gli uomini affaticati con truppe fresche, né d'intervenire personalmente - decisione quanto mai provvida - nella battaglia, laddove il comandante romano, sebbene più che sessantenne e di corporatura massiccia, adempiva da sé senza posa a tutti i doveri della sua carica

Fino alla fine magnificamente tenne duro in quella sua audace risoluzione e, lasciato Popilio a presidio della vetta, con l'intenzione di forzare luoghi inaccessibili 2 distacca reparti dovevano aprirgli la strada, ordinando ad Attalo e a Misagene di fornire con gli ausiliari delle rispettive nazionalità la copertura agli uomini incaricati di preparagli un varco; facendosi precedere dai cavalieri e dalle salmerie, egli con le legioni seguiva in retroguardia

[5] Indicibilmente estenuante fu la fatica della discesa, in mezzo al precipitare delle bestie da soma e dei loro carichi

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