Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 21 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 21 - 25

[21] Philippus, simul ne otio miles deterior fieret, simul avertendae suspicionis causa quicquam a se agitari de Romano bello, Stobos Paeoniae exercitu indicto in Maedicam ducere pergit

Cupido eum ceperat in verticem Haemi montis ascendendi, quia vulgatae opinioni crediderat Ponticum simul et Hadriaticum mare et Histrum amnem et Alpes conspici posse: subiecta oculis ea haud parvi sibi momenti futura ad cogitationem Romani belli

Percunctatus regionis peritos de ascensu Haemi, cum satis inter omnes constaret viam exercitui nullam esse, paucis et expeditis per difficillimum aditum, ut sermone familiari minorem filium permulceret, quem statuerat non ducere secum, primum quaerit ab eo, cum tanta difficultas itineris proponatur, utrum perseverandum sit in incepto an abstinendum
[21] Filippo, sia perché lesercito nella inattività non perdesse dì efficienza , sia per allontanare il sospetto che egli meditasse qualche piano per una guerra contro Roma, dato allesercito lordine di adunata a Stobi in Peonia , si affretta a marciare contro la Medica

Laveva preso il desiderio di salire sulla vetta del monte Emo , perché aveva prestato fede alla corrente opinione che si potessero vedere al tempo stesso il Ponto e lAdriatico, il fiume Istro e le Alpi:trovarsi distesa sotto i suoi occhi tutta quella zona, doveva giovare non poco ai suoi disegni per una guerra con Roma

Dopo avere interrogato persone pratiche della regione sulla maniera di salire lEmo, poiché era chiaro a tutti che non vi era alcuna via per un esercito, e che anche per pochi uomini senza impaccio di bagagli era difficilissimo il passaggio, per tener buono con un discorso confidenziale il figlio minore che aveva deciso di non condurre seco, comincia col domandarglì se, davanti alla prospettiva di tanta difficoltà del viaggio, era il caso di insistere nel proposito o di rinunciarvi
Si pergat tamen ire, non posse oblivisci se in talibus rebus Antigoni, qui saeva tempestate iactatus, cum in eadem nave secum suos omnes habuisset, praecepisse liberis diceretur, ut et ipsi meminissent et ita posteris proderent, ne quis cum tota gente simul in rebus dubiis periclitari auderet

Memorem ergo se praecepti eius duos simul filios non commissurum in aleam eius, qui proponeretur, casus; et quoniam maiorem filium secum duceret, minorem ad subsidia spei et custodiam regni remissurum in Macedoniam esse

Non fallebat Demetrium ablegari se, ne adesset consilio, cum in conspectu locorum consultarent, quae proxime itinera ad mare Hadriaticum atque Italiam ducerent, quaeque ratio belli esset futura

Sed non solum parendum patri [tutum], sed etiam adsentiendum erat, ne invitum parere suspicionem faceret
Se si fosse risoluto ad andare egualmente, disse, non poteva in un caso simile dimenticarsi di Antigono, del quale si sbattuto da furiosa tempesta, mentre aveva con sé nella stessa nave tutti i suoi, avesse ammonito i figli di tener bene a mente, e trasmettere linsegnamento ai loro discendenti, che uno non deve osare di esporsi con tutta insieme la sua famiglia in avventure rischiose

Ricordandosi dunque degli ammonimenti di lui, non avrebbe esposto due figli a un tempo alle incognite di quellavventura che gli si prospettava, e siccome conduceva seco il figlio maggiore, avrebbe rimandato il minore in Macedonia per assicurare lavvenire e provvedere alla conservazione del regno

A Demetrio non sfuggiva che voleva lasciarlo da parte per non averlo presente ai suoi piani al momento di consultarsi, in vista dei luoghi, quali vie conducessero più direttamente verso il mare Adriatico e lItalia, e quale piano di guerra si sarebbe adottato

Ma non solo bisognava obbedire al padre, bensì anche approvare, per non dare il sospetto di obbedire malvolentieri
Ut tamen iter ei tutum in Macedoniam esset, Didas ex praetoribus regiis unus, qui Paeoniae praeerat, iussus est prosequi eum cum modico praesidio

Hunc quoque Perseus, sicut plerosque patris amicorum, ex quo haud cuiquam dubium esse coeperat, ad quem regis animo ita inclinato hereditas regni pertineret, inter coniuratos in fratris perniciem habuit

In praesentia dat ei mandata, ut per omne obsequium insinuaret se in quam maxime familiarem usum, ut elicere omnia arcana specularique abditos eius sensus posset

Ita digreditur Demetrius cum infestioribus, quam si solus iret, praesidiis

[22] Philippus Maedicam primum, deinde solitudines interiacentes Maedicae atque Haemo transgressus septimis demum castris ad radices montis pervenit

Ibi unum moratus diem ad deligendos, quos duceret secum, tertio die iter est ingressus
Ad ogni modo, perché il suo viaggio fino alla Macedonia fosse sicuro, Dida uno dei governatori del re, che era a capo della Peonia, ebbe lordine di accompagnarlo con una piccola scorta

Anche costui Perseo aggregò ai congiurati per la rovina del fratello, come ne aveva moltifra gli amici del padre fin da quando aveva cominciato a non essere più un mistero per nessuno a chi fosse riserbata, disposto comera lanimo paterno, la successione al trono

Per il momento gli dà incarico di insinuarsi con tutta deferenza nella maggiore dimestichezza possibile, per poter carpire tutti i segreti e scrutare i riposti sentimenti del fratello

Così Demetrio parte con una scorta più pericolosa che se andasse solo

[22] Filippo, attraversata prima la regione Medica, poi i deserti che si stendono fra la Medica e lEmo, solo dopo sette tappe i arriva alla base del monte

Dopo essersi trattenuto là un giorno per scegliere gli uomini da condurre con sé, al terzo giorno iniziò lascensione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 25; 31-41
Livio, Ab urbe condita: Libro 25; 31-41

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 25; 31-41

Modicus primo labor in imis collibus fuit

Quantum in altitudinem egrediebantur, magis magisque silvestria et pleraque invia loca excipiebant: pervenere deinde in tam opacum iter, ut prae densitate arborum immissorumque aliorum in alios ramorum perspici caelum vix posset

Ut vero iugis appropinquabant, quod rarum in altis locis est, adeo omnia contecta nebula , ut haud secus quam nocturno itinere impedirentur

Tertio demum die ad verticem perventum

Nihil vulgatae opinioni degressi inde detraxerunt, magis credo, ne vanitas itineris ludibrio esset, quam quod diversa inter se maria montesque et amnes ex uno loco conspici potuerint

Vexati omnes, et ante alios rex ipse, quo gravior aetate erat, difficultate viae est
La prima fatica, alle pendici collinose, fu modesta

Ma man mano che si spingevano in altezza seguivano luoghi sempre più boscosi e la maggior parte impervii:arrivarono quindi a una via così scura che, per il folto degli alberi e dei rami intrecciati gli uni con gli altri, a mala pena si poteva riuscire a vedere il cielo

Quando poi si avvicinavano alle creste, cosa rara sulle alture, le nebbie coprivano tutto in maniera che erano ostacolati né più né meno che in una marcia notturna

Solo il terzo giorno arrivarono alla cima

Ridiscesi di là, nessuna tara fecero alla comune opinione, più, credo, per non esporre alla derisione linutilità del loro viaggio che perché da un solo luogo si fossero potuti davvero vedere mari e monti e fiumi così lontani fra loro

Tutti sentirono il disagio della difficoltà del cammino, e più degli altri il re, in ragione delletà più avanzata
Duabus aris ibi Iovi et Soli sacratis cum immolasset, qua triduo ascenderat, biduo est degressus, frigora nocturna maxime metuens, quae caniculae ortu similia brumalibus erant

Multis per eos dies difficultatibus conflictatus nihilo laetiora in castris invenit, ubi summa penuria erat, ut in regione, quam ab omni parte solitudines clauderent

Itaque unum tantum moratus diem, quietis eorum causa, quos habuerat secum, itinere inde simili fugae in Dentheletos transcurrit

Socii erant, sed propter inopiam haud secus quam hostium fines Macedones populati sunt: rapiendo enim passim villas primum, dein quosdam etiam vicos evastarunt, non sine magno pudore regis, cum sociorum voces nequiquam deos sociales nomenque suum implorantes audiret
Dopo avere consacrate là due are a Giove e al Sole e fatti sacrifici, in due giorni discese per dove era salito in tre, temendo soprattutto il freddo della notte, che, nonostante il sorgere della canicola, pareva un freddo invernale

Dopo essere stato in quei giorni alle prese con mille difficoltà, trovò una situazione non più rosea nellaccampamento, dove era mancanza di tutto, comera naturale in una località circondata da ogni parte di deserti

Trattenutosi solo un giorno per far riposare quelli che aveva avuti con sé, di lì, con una marcia che aveva laria cli una fuga, passa nel paese dei Denteleti

Erano, questi, suoi alleati; ma iMacedoni, per la penuria in cui erano, devastarono il territorio nè più né meno che quello di un nemico; infatti, con le loro rapine vuotarono prima qua e là ville di campagna, poi anche alcuni centri abitati, non senza un vivo senso cli vergogna del re quando sentiva le voci degli alleati che inutilmente invocavano gli dèi delle alleanze e il suo nome

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 24-26
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 24-26

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 24-26

Frumento inde sublato in Maedicam regressus, urbem, quam Petram appellant, oppugnare est adortus

Ipse a campestri aditu castra posuit, Perseum filium cum modica manu circummisit, ut a superioribus locis urbem adgrederetur

Oppidani, cum terror undique instaret, obsidibus datis in praesentia dediderunt sese: iidem, postquam exercitus recessit, obliti obsidum relicta urbe in loca munita et montes refugerunt

Philippus omni genere laboris sine ullo effectu fatigatis militibus et fraude Didae praetoris auctis in filium suspicionibus in Macedoniam rediit

[23] Missus hic comes, ut ante dictum est, cum simplicitatem iuvenis incauti et suis haud immerito suscensentis adsentando indignandoque et ipse vicem eius captaret, in omnia ultro suam offerens operam, fide data arcana eius elicuit
Portato via di là il frumento e rientrato nella Medica , iniziò lassedio di una città chiamata Petra

Si accampò sul lato accessibile dalla pianura, e mandò il figlio Perseo con una piccola schiera ad aggirare la città e assaltarla dalle alture

Gli abitanti, poiché il terrore incombeva da ogni parte, dati ostaggi, si arresero per il momento; poi, quando lesercito si fu allontanato, dimenticandosi degli ostaggi, abbandonarono la città e si rifugiarono in luoghi difesi e stu monti

Filippo se ne tornò in Macedonia dopo avere affaticato i soldati con ogni genere di disagi senza alcun vantaggio effettivo, e dopo avere accresciuti i sospetti suoi contro il figlio per la malafede del suo generale fida

[23, i] Questi, mandato per compagno di Demetrio, sè detto sopra, cercando di tirare nella sua rete lingenuo giovane poco guardingo negli sfoghi giustificati contro i suoi, col tenergll bordone e col mostrarsi indignato anchegli per lui, e anzi offrendogli di suo il proprio aiuto in tutto e per tutto, gli carpi i suoi riposti pensieri promettendo segretezza
Fugam ad Romanos Demetrius meditabatur; cui consilio adiutor deum beneficio oblatus videbatur Paeoniae praetor, per cuius provinciam spem ceperat elabi tuto posse

Hoc consilium extemplo et fratri proditur et auctore eo indicatur patri

Litterae primum ad obsidentem Petram adlatae sunt

Inde Herodorusprinceps hic amicorum Demetrii erat in custodiam est coniectus et Demetrius dissimulanter adservari iussus

Haec super cetera tristem adventum in Macedoniam regi fecerunt

Movebant eum et praesentia crimina: exspectandos tamen, quos ad exploranda omnia Romam miserat, censebat
Demetrio meditava di fuggire presso i Romani; e per questo suo progetto il governatore della Peonia gli pareva un aiuto mandato in dono dagli dèi: attraverso il suo territorio aveva concepito la speranza di potersi eclissare indisturbato

Questo suo disegno immediatamente viene rivelato al fratello, e, per istigazione di lui, denunciato al padre

A questi fu prima recata una lettera mentre era allassedio di Petra

Quindi Erodoro (lamico più vicino a Demetrio) fu posto in stato di cattura, e per Demetrio si dette ordine che lo tenessero docchio facendo conto di nulla

Questi avvenimenti, oltre tutto il resto, rattristarono al re il suo ritorno in Macedonia

Bastavano già a influenzarlo le accuse presenti: pure riteneva di dovere aspettare coloro che aveva mandati a Roma peresplorare la cosa a fondo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 01 - 05
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 01 - 05

His anxius curis cum aliquot menses egisset, tandem legati, iam ante praemeditati in Macedonia, quae ab Roma renuntiarent, venerunt; qui super cetera scelera falsas etiam litteras, signo adulterino T Quinctii signatas, reddiderunt regi

Deprecatio in litteris erat, si quid adulescens cupiditate regni prolapsus secum egisset: nihil eum adversus suorum quemquam facturum neque eum se esse, qui ullius impii consilii auctor futurus videri possit

Hae litterae fidem Persei criminibus fecerunt

Itaque Herodorus extemplo diu excruciatus sine indicio rei ullius in tormentis moritur

[24] Demetrium iterum ad patrem accusavit Perseus

Fuga per Paeoniam praeparata arguebatur et corrupti quidam, ut comites itineris essent; maxime falsae litterae T Quinctii urgebant
Aveva passato alcuni mesi turbato da questi pensieri, quando finalmente giunsero i legati che già in Macedonia avevano preparato in anticipo il loro rapporto da Roma; costoro, fra tutte le altre malvagità, recapitarono al re anche una lettera apocrifa , contrassegnata col sigillo falsificato di T Quinzio

Era una lettera di scuse per gli abboccamenti che il giovane, lasciandosi troppo andare nelle sue aspirazioni al trono, poteva avere avuti con Quinzio; ma si aggiungeva che niente si sarebbe mai permesso Demetrio contro alcuno dei suoi, né Quinzio era uomo che si potesse credere capace di suggerire un tradimento

Questa lettera avvalorò le accuse di Perseo

E così Erodoro sottoposto subito e a lungo alla tortura , muore fra i tormenti senza aver fatto la minima rivelazione

[24] Perseo accusò di nuovo Demetrio dinanzi al padre

I capi daccusa erano la fuga preparata attraverso la Peonia, e laver corrotto alcuni per averli compagni di viaggio; più di tutto pesava contro di lui la lettera falsa di T Quinzio
Nihil tamen palam gravius pronuntiatum de eo est, ut dolo potius interficeretur, nec id cura ipsius, sed ne poena eius consilia adversus Romanos nudaret

Ab Thessalonice Demetriadem ipsi cum iter esset, Astraeum Paeoniae Demetrium mittit cum eodem comite Dida, Perseum Amphipolin ad obsides Thracum accipiendos

Digredienti ab se Didae mandata dedisse dicitur de filio occidendo

Sacrificium ab Dida seu institutum seu simulatum est, ad quod celebrandum invitatus Demetrius ab Astraeo Heracleam venit

In ea cena dicitur venenum datum

Poculo epoto extemplo sensit, et mox coortis doloribus, relicto convivio cum in cubiculum recepisset sese, crudelitatem patris conquerens, parricidium fratris ac Didae scelus incusans torquebatur
Pure, non fu data apertamente contro di lui una sentenza pesante riservandosi piuttosto di ucciderlo a tradimento, e anche questo non per lui, ma perché una sua condanna non dovesse scoprire i disegni contro Roma

Una volta che il re doveva fare un viaggio da Tessalonica a Demetriade, manda a Astreo, città della Peonia, Demetrio in compagnia del solito Dida, e Perseo ad Anfipoli per ricevere ostaggi dai Traci

A Dida, mentre si congedava da lui, pare desse istruzioni per la uccisione del figlio

Dida o indisse, o simulò, una cerimonia di sacrificio, e Demetrio, invitato a parteciparvi, venne da Astreo ad Eradea

Durante la cena pare gli fosse somministrato il veleno

Vuotata la tazza, subito se ne accorse; al pronto manifestarsi dei dolori, lasciato il convito e ritiratosi nella sua camera daletto, fra gli spasimi lamentava la crudeltà del padre e protestava contro il delitto del fratello e la malvagità di Dida

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 48-52

Intromissi deinde Thyrsis quidam Stuberraeus et Beroeaeus Alexander iniectis tapetibus in caput faucesque spiritum intercluserunt

Ita innoxius adulescens, cum in eo ne simplici quidem genere mortis contenti inimici fuissent, interficitur

[25] Dum haec in Macedonia geruntur, L Aemilius Paulus, prorogato ex consulatu imperio, principio veris in Ligures Ingaunos introduxit

Ubi primum in hostium finibus castra posuit, legati ad eum per speciem pacis petendae speculatum venerunt

Neganti Paulo nisi cum deditis pacisci se pacem, non tam id recusabant, quam tempore aiebant opus esse, ut generi agresti hominum persuaderetur

Ad hoc decem dierum indutiae cum darentur, petierunt deinde, ne trans montes proximos castris pabulatum lignatumque milites irent: culta ea loca suorum finium esse
Quindi un certo Tirsi Stubereo e Alessandro Bereeo , fatti entrare, lo soffocarono gettandogli delle coperte sul capo e alla gola

Così viene ucciso il giovane innocente, senza che per lui i suoi nemici si fossero neppure accontentati di un modo solo di farlo morire

[25] Mentre questo accadeva in Macedonia, L Emilio Paolo, prorogatogli il comando dopo il consolato, al principio della primavera passò nel territorio dei Liguri Ingauni

Appena si fu accampato nel territorio nemico, arrivarono dei legati, inviati a lui col pretesto di chiedere la pace, per fare una ricognizione

Al rifiuto di Paolo di trattare la pace con loro tranne che quando si fossero arresi, essi non tanto ricusavano di farlo, quanto piuttosto dicevano che ci voleva del tempo perché quella gente di contadini si persuadesse

Concessi loro dieci giorni di tregua a questo fine, chiesero ancora che i nostri soldati non andassero a raccogliere foraggio o legna oltre i monti vicini al loro accampamento; quelli erano luoghi a coltura che facevan parte del loro territorio

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