Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 26 - 30, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 26 - 30
Hunc morem Philopoemen eo primum anno labefactare conatus legem parabat ferre, ut in omnibus civitatibus, quae Achaici concilii essent, in vicem conventus agerentur

Et sub ad ventum consulis damiurgis civitatium, qui summus est magistratus, Aegium evocantibus Philopoemen— praetor tum erat—Argos conventum edixit

Quo cum appareret omnes ferme conventuros, consul quoque, quamquam Aegiensium favebat causae, Argos venit; ubi cum disceptatio fuisset, et rem inclinatam cerneret, incepto destitit

Lacedaemonii deinde eum in sua certamina averterunt

Sollicitam eam civitatem exules maxime habebant, quorum magna pars in maritimis Laconicae orae castellis, quae omnis adempta erat, habitabant
Filopemene, cercando quell’anno per la prima volta di far cadere codesta tradizione, preparava una proposta di legge, secondo cui le assemblee si dovevano tenere a turno in tutte le città che facevan parte della lega achea

E poco prima dell’arrivo del console mentre i damiurgi a delle varie città , i quali rappresentano la più alta carica, facevano le convocazioni per Egio, Filopemene (allora stratego) indisse la dieta ad Argo

E poiché era chiaro che quasi tutti si sarebbero quivi adunati, anche il console venne ad Argo, sebbene egli simpatizzasse per la causa degli Egiesi; ma discussa la questione, e visto che le cose piegavano in altro senso, rinunciò al suo disegno

Indi gli Spartani attirarono la sua attenzione sulle loro controversie

La città aveva specialmente motivi di preoccupazione dai fuorusciti che per la maggior parte abitavano i castelli del litorale laconico, del quale essa era rimasta interamente privata
Id aegre patientes Lacedaemonii, ut aliqua liberum ad mare haberent aditum, si quando Romam aliove quo mitterent legatos, simul ut emporium et receptaculum peregrinis mercibus ad necessarios usus esset, nocte adorti vicum maritimum nomine Lan improviso occupaverunt

Vicani quique ibi exules habitabant primo inopinata re territi sunt; deinde sub lucem congregati levi certamine expulerunt Lacedaemonios

Terror tamen omnem maritimam oram pervasit, legatosque communiter et castella omnia vicique et exules, quibus ibi domicilia erant, ad Achaeos miserunt
Gli Spartani, non adattandosi a questa situazione, per avere da qualche parte libero l’accesso al mare, se qualche volta volevano mandare legati o a Roma o altrove, e al tempo stesso per aver un emporio e un deposito per le merci straniere necessarie ai loro bisogni, assalirono di notte una borgata costiera chiamata Lan e la occuparono di sorpresa

I borghigiani, e gli esuli che si erano stabiliti là, dapprima rimasero sbigottiti per la sorpresa, poi al far del giorno si radunarono e con poco sforzo cacciarono gli Spartani

Tuttavia il panico si propagò per tutta la regione costiera; sicché tutti i castelli e villaggi, e i fuorusciti che vi si trovavano domiciliati, mandarono unitamente legati agli Achei

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