Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 36 - 40

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 36 - 40
[36] Legatus postquam nihil aequi in consilio impetrare se censebat, privatimsic enim imperatum eratP Scipionis temptare animum est conatus

Omnium primum filium ei sine pretio redditurum regem dixit; deinde ignarus et animi Scipionis et moris Romani, auri pondus ingens pollicitus, et nomine tantum regio excepto societatem omnis regni, si per eum pacem impetrasset

Ad ea Scipio: 'quod Romanos omnis, quod me, ad quem missus es, ignoras, minus miror, cum te fortunam eius, a quo venis, ignorare cernam
[36] Il legato, giudicando che nella assemblea non otteneva giustizia, volle provare a sondare le intenzioni di P Scipione in via privata (così gli era stato ordinato)

Prima di tutto disse che il re gli avrebbe restituito senza riscatto suo figlio; poi, non conoscendo i principii di Scipione e le tradizioni romane , gli promise una ingente quantità di oro , e, eccettuato soltanto il nome di re, la partecipazione al regno nel senso più vasto se per mezzo suo fosse riuscito a ottenere la pace

E Scipione a queste proposte:Che tu i Romani in genere, che tu mandato, non mi fa troppa meraviglia quando vedo che conosci la situazione di colui da parte del quale sei venuto
Lysimachia tenenda erat, ne Chersonesum intraremus, aut ad Hellespontum obsistendum, ne in Asiam traiceremus, si pacem tamquam ab sollicitis de belli euentu petituri eratis; concesso vero in Asiam transitu et non solum frenis, sed etiam iugo accepto quae disceptatio ex aequo, cum imperium patiendum sit, relicta est

Ego ex munificentia regia maximum donum filium habebo; aliis, deos precor, ne umquam fortuna egeat mea; animus certe non egebit

Pro tanto in me munere gratum me in se esse sentiet, si privatam gratiam pro privato beneficio desiderabit; publice nec habebo quicquam ab illo nec dabo

Quod in praesentia dare possim, fidele consilium est

Abi, nuntia meis verbis, bello absistat, pacis condicionem nullam recuset
Lisimachia doveva essere mantenuta per impedirci di entrare nel Chersoneso, oppure dovevate fermarci allEllesponto perché non entrassimo in Asia, se intendevate chiedere la pace a noi come a persone preoccupate per lesito della guerra;ma una volta lasciatoci libero il passaggio in Asia, e accettato non solo il freno, ma addirittura il giogo , quale possibilità vi è rimasta di discutere da pari a pari quando non avete che da accettare il nostro dominio

Io riterrò il più grande dono della munificenza di un re il figlio mio; di altro prego gli dèi che non abbiano bisogno le mie condizioni; certo non ne avrà la mia ambizione

Di una tale generosità a mio riguardo il re saprà che gli sono riconoscente, se alla mia riconoscenza personale avrà da ricorrere, in cambio di un favore personale: ufficialmente non avrò da lui nè gli darò nulla

Quel che posso dargli per il momento è un consiglio fidato

Va, digli da parte mia che rinunzi alla guerra , e non respinga nessuna condizione di pace
' Nihil ea moverunt regem, tutam fore belli aleam ratum, quando perinde ac victo iam sibi leges dicerentur

Omissa igitur in praesentia mentione pacis totam curam in belli apparatum intendit

[37] Consul omnibus praeparatis ad proposita exsequenda cum ex stativis movisset, Dardanum primum, deinde Rhoeteum utraque civitate obviam effusa venit

Inde Ilium processit, castrisque in campo, qui est subiectus moenibus, positis in urbem arcemque cum escendisset, sacrificavit Minervae praesidi arcis et Iliensibus in omni rerum verborumque honore ab se oriundos Romanos praeferentibus et Romanis laetis origine sua

Inde profecti sextis castris ad caput Caici amnis pervenerunt
Questa ambasciata non ebbe nessun effetto sul re, convinto che a rischiare la guerra non cera in ogni caso nulla da perdere una volta che gli erano dettate le condizioni di pace nè più nè meno come a un vinto

E così, tralasciato per il momento ogni discorso di pace, rivolse tutto il suo pensiero ai preparativi di guerra

[37] Il console, compiuti tutti i preparativi, uscito dai quartieri per raggiungere i suoi obiettivi, venne piima a Dardano, poi a Reteo, dove luna e laltra popolazione si erano riversate incontro a lui

Di là proseguì per Ilio: posto il campo in una pianura sottostante alle mura e salito alla città e sulla rocca, prima sacrificò a Minerva patrona dellacropoli, mentre da un lato quelli di Ilio con ogni manifestazione in atti e in parole davano rilievo alla discendenza dei Romani da loro, dallaltro i Romani si compiacevano della propria origine

Partiti di là, in sei tappe arrivarono alla foce del fiume Caico

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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20
Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 18 - 20

Eo et Eumenes rex, primo conatus ab Hellesponto reducere classem in hiberna Elaeam, adversis deinde ventis cum aliquot diebus superare Lecton promunturium non potuisset, in terram egressus, ne deesset principiis rerum, qua proximum fuit, in castra Romana cum parva manu contendit

Ex castris Pergamum remissus ad commeatus expediendos, tradito frumento quibus iusserat consul, in eadem stativa rediit

Inde plurium dierum praeparatis cibariis consilium erat ire ad hostem, priusquam hiems opprimeret

Regia castra circa Thyatiram erant

Ubi cum audisset Antiochus P Scipionem aegrum Elaeam delatum, legatos, qui filium ad eum reducerent, misit
Lì si diresse il re Eumene, dopo un primotentativo di ricondurre la flotta dallEllesponto a Elea nelle sue basi invernali, non avendo potuto per alcuni giorni superare il promontorio Lectos 5 per via dei venti contrari, uscito a terra, per non mancare alla prima azione di guerra, per la via più breve si diresse con un piccolo corpo agli accampamenti dei Romani

Rinviato dallaccampamento a Pergamo per agevolare i rifornimenti, consegnato il frumento a chi gli aveva detto il console, tornò alle solite basi

E di là, preparati approvvigionamenti per più giorni, il suo piano era di accostarsi al nemico prima che lo sorprendesse linverno

Il campo del re era nei pressi di Tiatira

Qui, saputo che P Scipione era stato trasportato malato a Elea , Antioco mandò dei legati a riaccompagnargli il figlio
Non animo solum patrio gratum munus, sed corpori quoque salubre gaudium fuit; satiatusque tandem complexu filii 'renuntiate' inquit 'gratias regi me agere, referre aliam gratiam nunc non posse, quam ut suadeam, ne ante in aciem descendat, quam in castra me redisse audierit

' Quamquam sexaginta milia peditum, plus duodecim milia equitum animos interdum ad spem certaminis faciebant, motus tamen Antiochus tanti auctoritate viri, in quo ad incertos belli eventus omnis fortunae posuerat subsidia, recepit se et transgressus Phrygium amnem circa Magnesiam, quae ad Sipylum est, posuit castra; et ne, si extrahere tempus vellet, munimenta Romani temptarent, fossam sex cubita altam, duodecim latam cum duxisset, extra duplex uallum fossae circumdedit, interiore labro murum cum turribus crebris obiecit, unde facile arceri transitu fossae hostis posset
E fu non solo dono gradito al suo cuore di padre, ma gioia salutare anche al suo fisico; ] e quando si fu sfogato ad abbracciare il figlio alla fine disse: Riferite al re che io lo ringrazio: ora non posso ricambiarlo in altro modo che consigliandogli di non scendere in battaglia prima di sapere che io sono tornato al campo

Sebbene i suoi sessantamila fanti o e più che dodicimila cavalieri lo incoraggiassero in qualche momento a sperar bene dal cimento, pure Antioco, mosso dallautorità di tanto uomo nel quale vedeva contro le incerte eventualità della guerra il sostegno delle proprie sorti, si ritirò, e passò il fiume Frigio presso Magnesia (sotto il Sipilo); e perché, nel caso che egli volesse guadagnar tempo, i Romani non ccrcassero di forzare le fortificazioni, tracciata una fossa alta sei cubiti e larga dodici, la circondò esternamente di una doppia palizzata, mentre dal margine interno pose a riparo un muro con torri ravvicinate, dà dove si potesse facilmente trattenere il nemico dal passaggio della fossa

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Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 31 - 35
Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 31 - 35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 31 - 35

[38] Consul circa Thyatiram esse regem ratus, continuis itineribus quinto die ad Hyrcanum campum descendit

Inde cum profectum audisset, secutus vestigia citra Phrygium amnem, quattuor milia ab hoste posuit castra

Eo mille ferme equites maxima pars Gallograeci erant, et Dahae quidam aliarumque gentium sagittarii equites intermixtitumultuose amni traiecto in stationes impetum fecerunt

Primo turbaverunt incompositos; dein, cum longius certamen fieret Romanorum ex propinquis castris facili subsidio cresceret numerus, regii fessi iam et pluris non sustinentes recipere se conati circa ripam amnis, priusquam flumen ingrederentur, ab instantibus tergo aliquot interfecti sunt
[38] Il console, giudicando che il re fosse nei pressi di Tiatira, con marcie ininterrotte in cinque giorni discese nella pianura Ircana

Di qui, saputo della sua partenza, gli si mise alle calcagna, e pose il campo al di qua del fiume Frigio, quattro miglia dal nemico

Là irruppero circa mille cavalieri (erano in gran parte Gallogreci , e alcuni Dai e frammischiati arcieri a cavallo di altre genti), passando il fiume in frotte, contro i posti di guardia

Prima li scompigliarono e li misero in disordine: poi, siccome il combattimento si prolungava e il numero dei Romani si accresceva degli aiuti che facilmente venivano dal vicino accampamento, i soldati regi, stanchi e incapaci di tener testa a un contingente maggiore, cercarono di ritirarsi, ma un certo numero fu ucciso presso la riva, prima che passassero il fiume, da quelli che li incalzavano alle spalle
Biduum deinde silentium fuit neutris transgredientibus amnem; tertio post die Romani simul omnes transgressi sunt et duo milia fere et quingentos passus ab hoste posuerunt castra

Metantibus et muniendo occupatis tria milia delecta equitum peditumque regiorum magno terrore ac tumultu advenere; aliquanto pauciores in statione erant; hi tamen per se, nullo munimento castrorum milite avocato, et primo aequum proelium sustinuerunt, et crescente certamine pepulerunt hostis centum ex iis occisis, centum ferme captis

Per quadriduum insequens instructae utrimque acies pro vallo stetere; quinto die Romani processere in medium campi; Antiochus nihil promovit signa, ita ut extremi minus mille pedes a vallo abessent
Quindi silenzio per due giorni, senza che nè gli uni nè gli altri varcassero il fiume;poi al terzo i Romani lo passarono in massa e si accamparono a circa duemilacinquecento passi dal nemico

Mentre erano intenti a misurare il campo e occupati nei lavori di fortificazione, li raggiunsero con grande e pauroso strepito tremila uomini scelti tra cavalieri e fanti del re; un po di meno erano quelli del posto di guardia; ma questi da soli, senza distogliere un soldato dai lavori di fortificazione dellaccampamento, non solo sostennero dapprima lo scontro con esito pari, ma poi in un combattimento sempre più accanito respinsero i nemici uccidendone cento e facendo circa cento prigionieri

Per i quattro giorni successivi le schiere ordinate da ambo i lati si disposero davanti alle fortificazioni: al quinto i Romani avanzarono in mezzo alla pianura;Antioco non fece avanzare di un palmo le sue insegne, in modo che i più lontani erano a meno di mille piedi dal vallo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 26 - 30

[39] Consul postquam detractari certamen vidit, postero die in consilium advocavit, quid sibi faciendum esset, si Antiochus pugnandi copiam non faceret

Instare hiemem; aut sub pellibus habendos milites fore, aut, si concedere in hiberna vellet, differendum esse in aestatem bellum

Nullum umquam hostem Romani aeque contempserunt

Conclamatum undique est, duceret extemplo et uteretur ardore militum, qui, tamquam non pugnandum cum tot milibus hostium, sed par numerus pecorum trucidandus esset, per fossas, per vallum castra invadere parati erant, si in proelium hostis non exiret
[39]Il console, quando si fu accorto che veniva rifiutato il combattimento, il giorno dopo tenne rapporto su che cosa doveva fare se Antioco non gli dava la possibilità di combattere

Linverno, disse, era alle porte: o si dovevano tenere i soldati sotto tende di pelle, o, se voleva ritirarsi nei quartieri invernali, bisognava rimandare la guerra allestate

Di nessun nemico i Romani ebbero mai tanto poca stima

Da ogni parte si gridò che uscisse subito in campo e approfittasse dello spirito combattivo dei soldati; quali, se il nemico non usciva a battaglia, erano pronti a invadere laccampamento attraverso la fossa, attraverso le fortificazioni, come si trattasse non di combattere con tante migliaia di nemici, ma di uccidere un egual numero di capi di bestiame
Cn Domitius ad explorandum iter, et qua parte adiri hostium vallum posset, missus, postquam omnia certa rettulit, postero die propius admoveri castra placuit; tertio signa in medium campi prolata et instrui acies coepta est

Nec Antiochus ultra tergiversandum ratus, ne et suorum animos minueret detractando certamen et hostium spem augeret, et ipse copias eduxit, tantum progressus a castris, ut dimicaturum appareret

Romana acies unius prope formae fuit et hominum et armorum genere

Duae legiones Romanae, duae socium ac Latini nominis erant; quina milia et quadringenos singulae habebant

Romani mediam aciem, cornua Latini tenuerunt; hastatorum prima signa, dein principum erant, triarii postremos claudebant
Quando Cn Domizio, mandato a esplorare le strade e a vedere da qual parte si poteva avvicinare il vallo nemico, ebbe riportato informazioni esaurienti e sicure, si decise di avvicinare lindomani gli accampamenti; al terzo giorno le insegne furono spinte innanzi fino a metà della pianura e si cominciò lo schieramento in ordine di battaglia

Antioco, ritenendo di non dover tergiversare più oltre, per non deprimere il morale dei il rifiutando la battaglia e non alimentare le speranze uscì anchegli in campo avanzando dagli accampamenti in modo da far capire che intendeva battersi

Lo schieramento romano era in complesso omogeneo per qualità di uomini e di armi

Due erano legioni romane, due di alleati e di Latini: avevano ciascuna cinquemilaquattrocento uomini

I Romani occuparono il centro, i Latini le ali; venivano prima le insegne degli astati, poi quelle dei eprincipes a, in coda i triarii per copertura

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Extra hanc velut iustam aciem a parte dextra consul Achaeorum caetratis immixtos auxiliares Eumenis, tria milia ferme peditum, aequata fronte instruxit; ultra eos equitum minus tria milia opposuit, ex quibus Eumenis octingenti, reliquus omnis Romanus equitatus erat; extremos Trallis et Cretensis quingentorum utrique numerum explebantstatuit

Laevum cornu non egere videbatur obiectis talibus auxiliis, quia flumen ab ea parte ripaeque deruptae claudebant; quattuor tamen inde turmae equitum oppositae

Haec summa copiarum erat Romanis, et duo milia mixtorum Macedonum Thracumque, qui voluntate secuti erant; hi praesidio castris relicti sunt
Al di fuori di questo, diciamo così, schieramento regolare, il console da destra ordinò in linea retta gli ausiliari di Eumene mescolati ai peltasti degli Achei, circa tremila fanti; al di là di questi mise in linea meno di tremila cavalieri, dei quali ottocento erano di Eumene, il resto era tutta cavalleria romana; ultimi collocò i Tralli e Cretesi (fra gli uni e gli aitri mettevano insieme il numero di cinquecento)

Lala sinistra non sembrava avesse bisogno di parare innanzi analoghi rinforzi, perché da quella parte la cingevano un fiume e rupi scoscese: pure anche da quel lato furono collocati quattro squadroni di cavalleria

Questo era il complesso delle forze che avevano i Romani, più duemila misti fra Macedoni e Traci, che li avevano seguiti come volontari; questi ultimi furono lasciati a guardia degli accampamenti

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