Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 41 - 45

Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 41 - 45

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 41 - 45

[41] Dum haec in Italia geruntur, Antiochus Ephesi securus admodum de bello Romano erat tamquam non transituris in Asiam Romanis; quam securitatem ei magna pars amicorum aut per errorem aut adsentando faciebat [41] Mentre questi avvenimenti si svolgevano in Italia, Antioco se ne stava tranquillamente in Efeso senza pensare alla guerra con Roma come se i Romani non dovessero mai passare in Asia; tranquillità che gli dava gran parte degli amici o in buona fede o per dargli nel genio
Hannibal unus, cuius eo tempore vel maxima apud regem auctoritas erat, magis mirari se aiebat, quod non iam in Asia essent Romani, quam venturos dubitare; propius esse ex Graecia in Asiam quam ex Italia in Graeciam traicere, et multo maiorem causam Antiochum quam Aetolos esse; neque [enim] mari minus quam terra pollere Romana arma Soltanto Annibale, che esercitava in quel momento sul re maggiore influenza che mai, affermava che, più che dubitare della loro venuta, egli si meravigliava che i Romani non fossero già in Asia; era più breve il passaggio dalla Grecia in Asia che dallItalia in Grecia, e il regno di Antioco rappresentava un obiettivo molto più importante che gli Etoli; nè le armi di Roma erano meno potenti per mare che per terra
Iam pridem classem circa Maleam esse; audire sese nuper novas naves novumque imperatorem rei gerendae causa ex Italia venisse; itaque desineret Antiochus pacem sibi ipse spe vana facere Già da tempo cera una flotta intorno a capo Malea ; e Annibale sentiva dire che da poco erano venute dallItalia nuove navi e un nuovo generale per condurre la spedizione;smettesse dunque Antioco di fantasticare per suo conto sulla pace

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Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 41-45
Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 41-45

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 41-45

In Asia et de ipsa Asia brevi terra marique dimicandum ei cum Romanis esse, et aut imperium adimendum orbem terrarum adfectantibus, aut ipsi regnum amittendum Tra poco aveva da combattere per terra e per mare coi Romani in Asia e per le sorti dellAsia, e la posta era o di togliere un predominio a chi ambiva al mondo intero o di perdere lui il proprio regno
Unus uera et providere et fideliter praedicere visus Si ebbe limpressione che Annibale solo prevedesse il vero e lo predicesse in modo sicuro

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 11 - 16
Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 11 - 16

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 11 - 16

Itaque ipse rex navibus, quae paratae instructaeque erant, Chersonesum petit, ut ea loca, si forte terra venirent Romani, praesidiis firmaret; ceteram classem Polyxenidam parare et deducere iussit; speculatorias naves ad omnia exploranda circa insulas dimisit Così il re, con le navi che eran pronte e armate, si diresse personalmente verso il Chersoneso, per rafforzare con presidii quei luoghi, caso mai i Romani venissero per via di terra: il resto della flotta fece armare e mettere in mare da Polissenida; e mandò qua e là navi di vedetta per fare complete ricognizioni intorno alle isole
[42] C Livius praefectus Romanae classis, cum quinquaginta navibus tectis profectus ab Roma Neapolim, quo ab sociis eius orae convenire iusserat apertas naves, quae ex foedere debebantur, Siciliam inde petit fretoque Messanam praetervectus, cum sex Punicas naves ad auxilium missas accepisset et ab Reginis Locrisque et eiusdem iuris sociis debitas exegisset naves, lustrata classe ad Lacinium, altum petit [42] C Livio, prefetto della flotta romana, parti con cinquanta navi coperte da Roma per Napoli dove avevafatto concentrare le navi scoperte mandate dagli alleati di quella zona costiera, navi che gli erano dovute secondo i trattati; quindi si diresse di là in Sicilia; passato lo stretto fin oltre Messina, dopo aver ricevute in consegna sei navi puniche mandategli in aiuto e preteso il contingente che gli spettava da quelli di Reggio e di Locri e dagli altri alleati di pari condizione giuridica, passa in rassegna la flotta al capo Lacinio e infine prende il largo

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 21 - 33

Corcyram, quam primam Graeciae civitatium adiit, cum venisset, percunctatus de statu bellinecdum enim omnia in Graecia perpacata erantet ubi classis Romana esset, postquam audivit circa Thermopylarum saltum in statione consulem ac regem esse, classem Piraei stare, maturandum ratus omnium rerum causa, pergit protinus navigare Peloponnesum Giunto a Corcira, la prima delle città greche a cui si accostò, e informatosi della situazione militare (ancora in Grecia non era tornata completa la pace) e del luogo dovera la flotta romana, seppe che il console e il re erano fermi nei pressi del passo delle Termopili, e che la flotta era di stanza al Pireo; allora, giudicando necessario a ogni buon fine di far presto, subito si affretta a navigare verso il Peloponneso
Samen Zacynthumque, quia partis Aetolorum maluerant esse, protinus depopulatus Maleam petit, et prospera navigatione usus paucis diebus Piraeum ad veterem classem pervenit Devastate subito dopo Same e Zacinto, che avevano preferito stare dalla parte degli Etoli, si dirige al capo Malea, e con una felice navigazione in pochi giorni arriva al Pireo a raggiungere la vecchia flotta

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

Ad Scyllaeum Eumenes rex cum tribus navibus occurrit, cum Aeginae diu incertus consilii fuisset, utrum ad tuendum rediret regnumaudiebat enim Antiochum Ephesi navales terrestrisque parare copias, an nusquam abscederet ab Romanis, ex quorum fortuna sua penderet Presso il capo Scilleo gli venne incontro con tre navi il re Eumene, che era rimasto a lungo a Egina, incerto sul da fare, se tornare a difendere il suo regno (sapeva che Antioco preparava a Efeso forze navali e terrestri) ovvero non staccarsi in nessun caso dai Romani, dalle cui sorti dipendevano le sue

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