Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 13 - 24, pag 4

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 13 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 13 - 24

Vbi cum Volsci, Quia nondum ab AEquis uenisset exercitus, dimicare non ausi, quemadmodum Quieti uallo se tutarentur, pararent, postero die Fabius non permixtam unam sociorum civiumque sed trium populorum tres separatim acies circa uallum hostium instruxit; ipse erat medius cum legionibus Romanis

Inde signum obseruari iussit, ut pariter et socii rem inciperent referrentque pedem, si receptvi cecinisset

Equites item suae cuique parti post principia conlocat

Ita trifariam adortus castra circumuenit et cum undique instaret non sustinentes impetum Volscos uallo deturbat

Transgressus inde munitiones pavidam turbam inclinatamque in partem unam castris expellit
I Volsci in qvel momento non osavano affrontare uno scontro perché privi dei contingenti degli Equi che non li avevano ancora raggiunti, così cercarono di proteggersi restando tranQuilli al riparo di una trincea fortificata; il giorno dopo Fabio, invece di mescolare Romani e alleati in un'unica schiera, ne piazzò intorno alla trincea nemica tre, rispettivamente formate da contingenti dei tre diversi popoli, riservando per se stesso e per le legioni romane il centro dello spiegamento

Quindi ordinò loro di aspettare il segnale, in maniera tale che alleati e Romani dessero inizio in sincronia all'operazione e fossero pronti a ritirarsi insieme, qualora venisse suonata la ritirata

Inoltre collocò la cavalleria dietro le prime file di ciascuna schiera

Lanciatosi così all'assalto da tre direzioni diverse, circondò l'accampamento e, incalzandoli da ogni parte, scacciò dalla trincea i Volsci incapaci di sostenere l'urto

Quindi, una volta superate le fortificazioni, allontana dall'accampamento la massa spaventata dei nemici che ripiega in un'unica direzione
Inde effuse fugientes eques, cui superare uallum haud facile fuerat, cum ad id spectator pugnae adstitisset, libero campo adeptus parte victoriae frvitur territos caedendo

Magna et in castris et extra munimenta caedes fugientium fuit sed praeda maior, Quia vix arma secum efferre hostis potvit; deletusque exercitus foret ni fugientes siluae texissent

[23] Dum ad Antium haec geruntur, interim AEqui robore iuuentutis praemisso arcem Tusculanam improviso nocte capiunt, reliquo exercitu haud procul moenibus Tusculi considunt ut distenderent hostium copias
Allora i cavalieri, che per la difficoltà di superare la trincea avevano assistito da spettatori alla battaglia, non avendo più davanti a sé alcun tipo di ostacolo, si conQuistarono parte del merito della vittoria abbattendosi svi nemici terrorizzati

Il massacro dei fuggitivi fu tremendo sia all'interno dell'accampamento che oltre le fortificazioni; ma ancora più grande fu il bottino: i nemici riuscirono a portare con sé a malapena le armi; e anche il loro esercito sarebbe stato distrutto se il bosco non avesse offerto riparo a chi fuggiva

23 Mentre ciò accadeva nei pressi di Anzio, gli Equi, mandato avanti il meglio dei loro giovani, con un'improvvisa sortita notturna si impossessano della cittadella di Tuscolo; con il resto dell'esercito si attestano non lontano dalle mura della città per impegnare su più fronti le truppe nemiche
Haec celeriter Romam, ab Roma in castra Antium perlata mouent Romanos haud secus quam si Capitolium captum nuntiaretur; adeo et recens erat Tusculanorum meritum et similitudo ipsa periculi reposcere datum auxilium videbatur

Fabius omissis omnibus praedam ex castris raptim Antium conuehit; ibi modico praesidio relicto, citatum agmen Tusculum rapit

Nihil praeter arma et quod cocti ad manum fuit cibi ferre militi licuit; commeatum ab Roma consul Cornelius subuehit

Aliquot menses Tusculi bellatum

Parte exercitus consul castra Aequorum oppugnabat; partem Tusculanis dederat ad arcem reciperandam

Vi nunquam eo subiri potvit: fames postremo inde detraxit hostem

Qua postquam uentum ad extremum est, inermes nudique omnes sub iugum ab Tusculanis missi
Quando queste notizie - dopo aver velocemente raggiunto Roma - arrivarono all'accampamento nei pressi di Anzio, i Romani ne furono sconvolti come se fosse stata annunciata l'occupazione del Campidoglio; il ricordo del recente gesto meritorio compiuto dai Tuscolani e l'analoga situazione di pericolo esigevano che si contraccambiasse l'aiuto da loro prestato

Fabio, mettendo in secondo piano ogni altra cosa, trasporta rapidamente il bottino dall'accampamento ad Anzio e, lasciato Qui un modesto presidio armato, a marce forzate si precipita a Tuscolo

Ai soldati non permise di prendere con sé nient'altro che le armi e il cibo già pronto e a portata di mano (gli approvvigionamenti li trasportò infatti il console Cornelio da Roma)

La guerra di Tuscolo durò alcuni mesi

Con parte dell'esercito il console assediava l'accampamento degli Equi, mentre un'altra parte l'aveva affidata ai Tuscolani per riconQuistare la cittadella

Ma in questo punto non si riuscì mai a entrare con la forza: fu la fame che alla fine scacciò i nemici di là

Quando furono allo stremo, i Tuscolani li costrinsero tutti, senza armi e nudi, a passare sotto il giogo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 06 - 10
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 06 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 06 - 10

Hos ignominiosa fuga domum se recipientes Romanus consul in Algido consecutus ad unum omnes occidit

Victor ad Columen-id loco nomen est-exercitu reducto castra locat

Et alter consul, postquam moenibus iam Romanis pulso hoste periculum esse desierat, et ipse ab Roma profectus

Ita bifariam consules ingressi hostium fines ingenti certamine hinc Volscos, hinc Aeqvos populantur

Eodem anno descisse Antiates apud plerosque auctores inuenio; L Cornelium consulem id bellum gessisse oppidumque cepisse

Certum adfirmare, Quia nulla apud uetustiores scriptores eius rei mentio est, non ausim

[24] Hoc bello perfecto tribunicium domi bellum patres territat
E mentre con una fuga vergognosa cercavano di riparare in patria, il console romano li intercettò sul monte Algido uccidendoli dal primo all'ultimo

Il vincitore, fatto ritirare l'esercito, si accampa presso Colume (questo è il nome del luogo)

L'altro console, dopo che la sconfitta nemica aveva allontanato il pericolo dalle mura di Roma, si mise in marcia anche lui dalla città

Così, entrati nei territori nemici da due direzioni, i consoli con un'aspra lotta devastarono da una parte le terre dei Volsci e dall'altra qvelle degli Equi

Presso la maggior parte degli autori ho trovato che in qvello stesso anno ci fu una rivolta degli Anziati; avrebbe condotto la guerra contro di loro e preso la città il console Cornelio

Ma a dir la verità non me la sento di confermare la notizia perché gli storici più antichi non menzionano l'episodio

24 Appena finita questa guerra, un'altra, suscitata in patria dai tribuni, semina il panico tra i patrizi
Clamant fraude fieri quod foris teneatur exercitus; frustrationem eam legis tollendae esse; se nihilo minus rem susceptam peracturos

Obtinvit tamen L Lucretius praefectus urbis ut actiones tribuniciae in aduentum consulum differrentur

Erat et noua exorta causa motus

A Cornelius et Q Servilius quaestores M Volscio, quod falsus haud dubie testis in Caesonem exstitisset, diem dixerant

Multis enim emanabat indiciis neque fratrem Volsci ex quo semel fuerit aeger unquam non modo visum in publico, sed ne adsurrexisse quidem ex morbo, multorumque tabe mensum mortuum; nec iis temporibus in quae testis crimen coniecisset Caesonem Romae visum, adfirmantibus Qui una meruerant secum eum tum frequentemque ad signa sine ullo commeatu fvisse
I tribuni protestavano a gran voce che era una truffa tener lontano dalla città l'esercito: qvello era un espediente per boicottare la legge; essi si impegnavano a portare a compimento l'iniziativa

Ciononostante, il prefetto della città Lucio Lucrezio ottenne che i tribuni procrastinassero ogni loro mossa fino all'arrivo dei consoli

Era sorta una nuova ragione di discordia

I questori Aulo Cornelio e Quinto Servilio avevano citato in giudizio Marco Volscio, accusandolo di testimonianza indubbiamente falsa nel processo a carico di Cesone

Era emerso da numerose prove che il fratello di Volscio, da quando si era ammalato, non soltanto non era mai stato visto in giro, ma non si era mai ristabilito e si era spento consumato da un male durato molti mesi; e che nei giorni in cui il testimone aveva collocato il delitto, Cesone non era stato visto a Roma (come affermavano i suoi commilitoni, i quali sostenevano che in qvel periodo egli era sempre stato con loro al fronte, senza mai beneficiare di licenze)

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 11 - 12

Nisi ita esset multi priuatim ferebant Volscio iudicem

Cum ad iudicium ire non auderet, omnes eae res in unum congruentes haud magis dubiam damnationem Volsci quam Caesonis Volscio teste fuerat faciebant

In mora tribuni erant, Qui comitia quaestores habere de reo, nisi prius habita de lege essent, passuros negabant

Ita extracta utraque res in consulum aduentum est

Qui ubi triumphantes victore cum exercitu urbem inierunt, quia silentium de lege erat, perculsos magna pars credebant tribunos; at illi-etenim extremum anni iam erat,-quartum adfectantes tribunatum, in comitiorum disceptationem ab lege certamen averterant
Per provare la veridicità di queste affermazioni, molti erano disposti a proporre a Volscio un arbitro privato

Ma siccome egli non osava comparire in giudizio, tutti questi elementi insieme congiurarono contro di lui, rendendo la condanna di Volscio non meno dubbia di quanto lo era stata qvella di Cesone dopo la testimonianza di Volscio

I tribuni prendevano tempo e dicevano che non avrebbero permesso ai questori di tenere comizi sull'accusato se prima non si tenevano qvelli sulla legge

Così entrambe le questioni vennero rinviate fino all'arrivo dei consoli

Quando questi entrarono in città con l'esercito vincitore, siccome non si parlava affatto della legge, molta gente pensò che i tribuni si fossero dati per vinti; ma i tribuni, visto che l'anno era ormai agli sgoccioli, puntando a essere riconfermati nella carica per la quarta volta, avevano concentrato tutti i loro sforzi svi comizi elettorali
Et cum consules nihilo minus aduersus continuationem tribunatus quam si lex minuendae suae maiestatis causa promulgata ferretur tetendissent victoria certaminis penes tribunos fuit

Eodem anno AEquis pax est petentibus data

Census, res priore anno incohata, perficitur, idque lustrum ab origine urbis decimum conditum ferunt

Censa civium capita centum septendecim milia trecenta undeviginti

Consulum magna domi bellique eo anno gloria fuit, quod et foris pacem peperere, et domi, etsi non concors, minus tamen quam alias infesta civitas fuit

Nonostante l'accesa opposizione dei consoli - i quali si accanivano contro la riconferma dei tribuni con non meno livore di quanto ne avrebbero dimostrato se si fosse trattato di una legge volta a diminvire la loro autorità -, nello scontro ebbero la meglio i tribuni

In qvello stesso anno gli Equi chiesero e ottennero la pace

Venne portato a termine il censimento iniziato l'anno precedente; pare che qvello fosse il decimo sacrificio lustrale compiuto dalla fondazione di Roma

I cittadini censiti risultarono essere 117,319

Per i consoli fu un anno di grande gloria tanto in politica interna che in àmbito militare: infatti, durante il loro mandato, non soltanto si arrivò ad ottenere la pace coi popoli confinanti, ma anche in città, pur non arrivando a una perfetta armonia tra le parti, ci furono meno tensioni del solito tra le classi

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