La fattoria - le nuove influenze di Mirò

La fattoria - le nuove influenze di Mirò

Questa è un'opera fondamentale di Joan Mirò che si presta a molteplici interpretazioni. Lo scrittore Ernest Hemingway acquistò il dipinto dove ritrovava le proprie impressioni del paesaggio e della mentalità catalani

Qui si presentano numerosi elementi astratti e relazioni che non sarebbero comprensibili se non si tiene conto delle nuove influenze. Ne sono esempi il cerchio nero e la base bianca dell'albero di eucalipto al centro della tela, il quadrato rosso sulla destra, negato dalla spazialità del pollaio che lo delimita, i mattoni rossi e le forme romboidi nere sulla sinistra, persino la Luna piena (Un Sole potrebbe essere così pallido?) e la ruota rossa.

La delicatezza lirica e le forme organiche dei precedenti paesaggi sono scomparse. Questa volta l'artista sceglie numerosi oggetti metallici e lignei che non si intersecano bensì vengono chiaramente delimitati e isolati contro lo sfondo. Nel dipinto Mirò riprende alcuni aspetti dello stile romanico: le dimensioni dei singoli oggetti non sono quelli naturali ma dipendono esclusivamente dall'importanza di ogni oggetto per il pittore. 

In primissimo piano Mirò ha posto il muso appuntito e rosso di un annaffiatoio verso il quale un secchio inclina la sua forma. Appena dietro c'è una copia di un giornale francese, il cui nome "L'Iintransigeant" (l'intransigente) è stato troncato dalla piegatura, così che si decifra solo la sillaba "L'intrl' che può significare "entro" o "dentro". Seguendo i mattoni e la stradina verso l'interno, vediamo diverse impronte di piedi nudi che all'improvviso scompaiono senza aver condotto da nessuna parte. La strada prosegue però fino a una fonte o un lavatoio sul quale piegata una donna. Intorno vi sono alcuni contenitori, un secchio, una bottiglia. dietro a lei, quasi esattamente al centro del dipinto, come fosse un punto di fuga prospettico, e accoccolata una figura fortemente ombreggiata. 

Dietro alla fontana è raffigurato un mulino o una pompa a cui è attaccato un asino che gira sempre intorno allo stesso centro. Non giunge in nessun luogo eppure realizza qualcosa. Il gallo, i conigli, la capra sono esseri viventi di una fattoria a Montroig. La vegetazione è scarsa, i campi sono altrove oppure la fattoria, così poco curata come appare, non è più funzionante. Nella parte inferiore dell'opera, a sinistra, si eleva un'alta pianta selvatica in fiore. Potrebbe essere una di quelle alte agavi che fioriscono solo ogni sette anni in un ciclo di fecondità lento e drammatico. 

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