L’infiammazione cronica

L’infiammazione cronica

è un processo di lunga durata caratterizzato dal persistere della risposta antigenica, da danni tissutali e dall’alterazione del normale equilibrio

Essa è dovuta alla prolungata esposizione all'antigene a causa o di infezioni persistenti o di fenomeni autoimmuni. Differisce dalla risposta acuta per le tempistiche, per il tipo di cellule coinvolte (prevalentemente macrofagi), per la presenza di angiogenesi e di fibrosi e per anemia (causata dal blocco della sintesi dell'eme a opera di IFN γ); anche qui si assiste a cachessia e febbre, che però è più bassa rispetto alla cronica.

L'infiltrato cellulare caratteristico dell'infiammazione cronica è di tipo macrofagico; in particolare, si distinguono due popolazioni di macrofagi:

•    M1, che si ottengono in presenza di IFNγ e LPS e producono: ROS, NO ed enzimi lisosomiali, che provocano il danno tissutale; IL 1 e IL 12, che sostengono l'infiammazione;

•    M2, che si ottengono in presenza di IL 4 e producono: TGFβ, che interviene nella riparazione tissutale; IL 10, che ha un ruolo antingiammatorio.

Oltre ai macrofagi, sono presenti anche molti linfociti T, che intervengono nella produzione macrofagica tramite un circuito di stimolazione reciproca mediato da IFN γ, e fibroblasti, importanti nei processi di riparazione.

L'infiammazione cronica è suddivisa in:

•    Interstiziale o aspecifica, che non varia al variare dello stimolo, non prevede la formazione di granulomi e resta costante nel tempo ; è multifattoriale e la si ritrova ad esempio nell'asma allergico;

•    Granulomatosa o specifica, che prevede la formazione di una struttura concentrica che richiama diversi citotipi, ma la cui morfologia varia al variare dello stimolo.

Il granuloma può essere di tipo immunologico o di tipo non immunologico, con la differenza che nei primi si riscontra la presenza di linfociti, nei secondi no. Il granuloma immunologico può essere a eziologia infettiva (mycobacterium tuberculosis) o a eziologia non infettiva (berillio o sarcoidosi). Il granuloma non immunologico è causato da diversi agenti, tra cui asbesto o carbone.

La morfologia del granuloma varia in base allo stimolo, ma è possibile delineare uno schema caratteristico valido per tutti: zona di necrosi al centro; cellule giganti multinucleate, che derivano dalle cellule di Langherans, contengono l'agente eziologico e hanno un nucleo a morfologia variabile in base al tipo di granuloma; macrofagi; cellule epiteliodi, che derivano dai macrofagi ma prediligono l'attività secretiva a quella fagocitica; linfociti, che sono presenti solo nei granulomi immunologici. Il granuloma prevede l'accumulo di cellule o per richiamo delle stesse o per impedimento, quindi per mantenimento delle cellule nella struttura. Esso può evolvere in fibrosi, colliquazione o coagulazione.

Tra le malattie granulomatose si ricordano:

•    Sarcoidosi, che è una patologia multisistemica e multifattoriale a eziologia ignota caratterizzata da granulomi di tipo immune con necrosi non caseosa che hanno esito coagulativo. Essa dipende da: genetica, quindi dalla presenza di alcuni aplotipi (per esempio A1B8DR3, che è un low responder immunologico e favorisce l'insorgenza della malattia); ambiente, quindi incontro con agenti infettivi e non; fattori immunologici, quindi presenza di citochine che stimola l'accumulo di Thelper nel granuloma;

•    Tubercolosi, che è una patologia caratterizzata da necrosi caseosa e causata dal mycobacterium tuberculosis, che resiste alla fagocitosi poiché impedisce la fusione tra fagosoma e lisosoma e richiama linfociti NK-T. L'esito è fibrotico o colliquativo. I soggetti immunodepressi sono quelli in cui avviene più facilmente la riattivazione della moltiplicazione batterica che segue la fase di quiescenza;