In morte del fratello Giovanni: testo e parafrasi

In morte del fratello Giovanni: testo e parafrasi

Questo sonetto fu aggiunto, unico, nell’edizione definitiva delle Poesie

La morte del fratello Gian Dionisio, detto Giovanni, era avvenuta a Venezia nel 1801: fu lo stesso poeta ad ipotizzare in una lettera al poeta Vincenzo Monti che il fratello si fosse lasciato morire, forse avvelenandosi, perché stanco della vita. Per il tema dell'esilio, questo testo si ricollega a quello dedicato a Zacinto, mentre è contiguo a quello Alla sera per la valorizzazione della morte come «quiete» contrapposta alla «tempesta» della vita.

Il richiamo al carme 101 di Catullo, scritto anch'esso in morte del fratello, è d'obbligo (cfr. s1, p. 137), ma lo spunto agisce solo come motivo iniziale: Foscolo non traduce Catullo, ma instaura con il poeta latino un confronto, più per distinguere la propria condizione di esule che non per compiangere il fratello morto.

Datazione: 1803

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo

di gente in gente, me vedrai seduto

su la tua pietra, o fratel mio, gemendo

il fior de' tuoi gentili anni caduto.

La Madre or sol, suo dì tardo traendo,

parla di me col tuo cenere muto:

ma io deluse a voi le palme tendo;

e se da lunge i miei tetti saluto,

l'ansento

gli avversi Numi, e le secrete

cure che al viver tuo furon tempesta,

e prego anch'io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!

Straniere genti, l'ossa mie rendete

allora al petto della madre mesta.

Appunti prof: Il sonetto è ricco di enjambements, come per esempio al secondo verso. Con l'espressione "fior degli anni caduto" Foscolo vuole indicare il motivo della morte del fratello, che si era suicidato a causa dei debiti nel gioco, e non era riuscito a sopportare questa sofferenza.

Abbiamo qui un elemento molto importante: la sepoltura. Pochi anni dopo, nel 1804, ci sarà l'editto di Saint Crux. Tale editto stabiliva che le tombe dovessero coinfluire tutte in uno stesso posto al di fuori della città: si creava per cui una mescolanza, e quindi era possibile che le ossa dei grnadi personaggi si mescolassero con quelle delle persone comuni.

Se la vita è dunque un nascere, crescere e morire, a cosa serve la tomba? Da un punto di vista materialistico la tomba non servirebbe a nulla, poichè la materia si riprodcue e l'uomo è solo parte di un circolo.

 

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