I principali giuristi classici e l’opera di Giustiniano

I principali giuristi classici e l’opera di Giustiniano

Agli inizi dell’epoca classica, visse e produsse Labeone il quale segnò la storia della scienza giuridica romana

A lui risalgono molte nuove dottrine destinate a diventare fondamentali. Contemporaneo e antagonista a Labeone fu Capitone il quale in verità era un giurista mediocre. A Capitone e Labeone si ricollega il sorgere di due grandi scuole: i Sabiniani (o Cassiani) e i Proculiani. Su moltissimi punti i giuristi delle due scuole erano in disaccordo, assunsero posizioni contrastanti e diedero soluzioni differenti. La scuola sabiniana si ispirava a criteri conservatori e tradizionalisti mentre i Proculiani (sulla scia di Labeone) erano propensi alle innovazioni e più rigorosi nella tecnica giuridica.

Proculiani furono Nerva, Proculo (che diede il nome alla scuola), Nerazio e Celso. Sabiniani furono Sabino e Cassio (da cui i due nomi con cui si indica la scuola), Giavoleno, Giuliano e Gaio. Gaio era un giurista chiaro e semplice. Ciò lo rendeva particolarmente adatto all'insegnamento e alla redazione di opere ad esso destinate. Il suo manoscritto, le Institutiones, fu scoperto agli inizi dell' 800 ed è molto importante poiché è l'unica opera di un giurista romano pervenutaci direttamente. Ai tempi di Gaio (vissuto sotto gli Antonini), l'antitesi tra le due scuole di cui abbiamo parlato era ormai svanita (grazie a Giuliano che l'aveva superata avvicinandosi alla dottrina dell'opposta scuola). Nonostante ciò, Gaio afferma di essere sabiniano e fa spesso riferimento alle controversie tra le due scuole e finge di prendervi parte. Altri giuristi vissuti sotto gli Antonini furono Pomponio, Marcello e Scevola.

Nell'età dei Saveri vissero Pampiniano, Ulpiano e Paolo e infine Marciano e Modestino. Ulpiano fu uno scrittore molto chiaro e ciò spiega perché nella compilazione giustinianea e il giurista più sfruttato ( 1/3 del Digesta è costituito da brani tratti dalle sue opere). 1/6 del materiale contenuto nei Digesta è invece stato tratto dai testi di Paolo che, dopo Ulpiano, è il giurista più utilizzato.

SVILUPPI POSTCLASSICI.  Nell'epoca postcalssica, venute meno le varie fonti produttive del diritto, l'unica fonte per la produzione di nuove norme fu la volontà imperiale. Attraverso l'emanazione delle costitutiones si accentrò nelle mani degli imperatori postclassici una nuova funzione legislativa. I maestri delle scuole postclassiche, non avendo le grandi capacità dei giuristi precedenti ed incontrando difficoltà ad orientarsi tra il materiale che si era accumulato nei secoli, decisero di approntare rifacimenti semplificatici di scritti dei giuristi classici.

Inoltre, vennero compilate raccolte miste contenenti brani tratti dalle opere dei giuristi classici e furono anche compilate raccolte di costituzioni imperiali. Questo lavoro fu prima svolto da privati e poi, sotto ordine dell'imperatore Teodosio II, fu realizzato il Codex Thodosianus (438 d.C.) in cui furono raccolte tutte le costituzioni a partire da Costantino. L'opera venne divisa in 16 libri ma solo i libri 6-8-9-16 ci sono pervenuti. Dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente fu redatta la Lex Romana Wisigothorum che era destinata ad essere applicata ai romani che vivevano nei territori del regno visigotico (Spagna e Francia occidentale). Allo stesso modo la Lex Romana Burugundionum valeva nel regno burgundo. Nel 500 d.C. Teodorico il Grande (re degli Ostrogoti) emanò l'Edictum Theodorici.