Maratti dedicò grande cura all'elaborazione di questo episodio biblico, alla posa dell'eroina ebrea e l'ardito scorcio del corpo del condottiero cananeo Sisara
del dipinto, che presenta delle differenze rispetto agli studi grafici e ai cartoni definiti, la scansione compositiva, la posa e l'accresciuto numero dei personaggi contribuiscono a enfatizzare la drammaticità nell'episodio, tutto serrato in primo piano e sullo sfondo di un drappo oscuro che funge da quinta teatrale. L'invenzione di MAratti ebbe fortuna, venendo replicata da altri artisti.
Pittore di grande fama, trasferitosi Dalle Marche a Roma nel 1636, Maratti entrò nella Bottega di Andrea Sacchi, divenendone allievo prediletto. Ottenne numerose commissioni dall'aristocrazia e dal clero romano e si confermò nel tempo caposcuola della pittura di impostazione classicista di derivazione Emiliana, che contribuì a diffondere in Europa anche grazie una folta schiera di collaboratori