Gellio, Notti attiche: Liber 5, 15-17

Gellio, Notti attiche: Liber 5, 15-17

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 5, 15-17

[XV] Corpusne sit vox an asomaton, varias esse philosophorum sententias [XV] Se la voce sia corporea o incorporea, essere vari i pareri dei filosofi
[1] Vetus atque perpetua quaestio inter nobilissimos philosophorum agitata est, corpusne sit vox an incorporeum [1] Un'antica e durevole questione fu discussa tra i più famosi dei filosofi, se la voce sia corporea o incorporea
[2] Hoc enim vocabulum quidam finxerunt proinde quod Graece dicitur asomaton [2] Infatti alcuni formarono questo vocabolo da quello che in greco si dice asomatos

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Gellio, Notti attiche: Liber 3, 1-3

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 3, 1-3

[3] Corpus autem est, quod aut efficiens est aut patiens; id Graece definitur: to etoi poioun e paschon [3] Il corpo infatti è, ciò che o è attivo o passivo; esso si definisce in greco: ciò che è capace di azione o passione
[4] Quam definitionem significare volens Lucretius poeta ita scripsit: tangere enim aut tangi nisi corpus nulla potest res [4] Volendo significare la quale definizione il poeta Lucrezio scrisse così: infatti nessuna cosa può toccare o essere toccata se non corporea

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 12, 2-3

[5] Alio quoque modo corpus esse Graeci dicunt to triche diastaton [5] I Greci anche in altro modo dicono che il corpo è di tre dimensioni
[6] Sed vocem Stoici corpus esse contendunt eamque esse dicunt ictum aera; [7] Plato autem non esse vocem corpus putat: "non enim percussus" inquit "aer, sed plaga ipsa atque percussio, id vox est" [6] Ma gli Stoici dissentono che la voce sia un corpo e dicono che essa è un colpo dell'aria; [7] Platone poi pensa che la voce non sia un corpo: "Infatti non aria agitata - dice-, ma il colpo stesso e la percussione, questo è la voce"

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 14, 2-4

[8] Democritus ac deinde Epicurus ex individuis corporibus vocem constare dicunt eamque, ut ipsis eorum verbis utar, rheuma atomon appellant [8] Democrito e poi Epicureo dicono che la voce consiste in particelle indivisibili e la chiamano, affinchè si faccia uso delle loro stesse parole, corrente di atomi
[9] Hos aliosque talis argutae delectabilisque desidiae aculeos cum audiremus vel lectitaremus neque in his scrupulis aut emolumentum aliquod solidum ad rationem vitae pertinens aut finem ullum quaerendi videremus, Ennianum Neoptolemum probabamus, qui profecto ita ait: philosophandum est paucis; nam omnino haud placet [9] Sentendo o leggendo queste e altre sottigliezze di tale inezia arguta e piacevole e non vedendo in queste minuzie o qualche solido vantaggio pertinente a una motivazione di vita o nessuna fine del ricercare, apprezzavamo Enniano Neottolemo, che subito dice così: è per pochi il dover filosofeggiare, infatti non piace del tutto

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 16, 9-11

[XVI] De vi oculorum deque videndi rationibus [XVI] Sulla funzione degli occhi e i procedimenti del vedere