Gellio, Notti attiche: Liber 1, 11

Gellio, Notti attiche: Liber 1, 11

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 11

[XI] Quod Thucydides, scriptor inclutus, Lacedaemonios in acie non tuba, sed tibiis esse usos dicit verbaque eius super ea re posita; quodque Herodotus Alyattem regem fidicinas in procinctu habuisse tradit; atque inibi quaedam notata de Gracchi fistula contionaria [XI] Ciò che Tucidide, famoso scrittore, dice che gli Spartani nella schiera non usavano la tromba, ma i flauti e le sue parole dette su quest'argomento; e ciò che Erodoto tramanda che il re Aliatte aveva avuto suonatrici di lira nell'attacco; e una certa annotazione a riguardo sul flauto oratorio di Gracco
[1] Auctor historiae Graecae gravissimus Thucydides Lacedaemonios, summos bellatores, non cornuum tubarumve signis, sed tibiarum modulis in proeliis esse usos refert non prorsus ex aliquo ritu religionum neque rei divinae gratia neque autem, ut excitarentur atque evibrarentur animi, quod cornua et litui moliuntur, sed contra, ut moderatiores modulatioresque fierent, quod tibicinis numeris temperatur [1] Tucidide serissimo autore della storia della Grecia riferisce che gli Spartani, sommi guerrieri, nelle battaglie usavano non i segnali dei corni e delle trombe, ma i suoni dei flauti non secondo qualche rito delle religioni né per motivo di elemento divino né poi, affinché gli animi fossero stimolati ed eccitati, poiché sono utilizzati corni e trombe, ma al contrario, affinché diventino più calmi e più ordinati, poiché ci si calma con i suoni del flautista
[2] Nihil adeo in congrediendis hostibus atque in principiis proeliorum ad salutem virtutemque aptius rati, quam si permulti sonis mitioribus non inmodice ferocirent [2] Nulla poi nell'affrontare i nemici e agli inizi delle battaglie essere ritenuto più adatto per la salvezza e il coraggio, che se molti venissero istigati non eccessivamente con suoni più delicati

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 5, 9-10

[3] Cum procinctae igitur classes erant et instructa acies coeptumque in hostem progredi, tibicines inter exercitum positi canere inceptabant [3] Quando dunque erano state disposte le truppe ed ordinate le schiere e iniziato ad avanzare verso il nemico, i flautisti messi nell'esercito cominciavano a suonare
[4] Ea ibi praecentione tranquilla et delectabili atque adeo venerabili ad quandam quasi militaris musicae disciplinam vis et impetus militum, ne sparsi dispalatique proruerent, cohibebatur [4] Qui con questa percezione tranquilla e piacevole e quasi solenne fino ad una certa disciplina quasi di musica militare era frenata la forza e l'impeto dei soldati, affinché non corressero sparsi e disordinati

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[5] Sed ipsius illius egregii scriptoris uti verbis libet, quae et dignitate et fide graviora sunt: Kai meta tauta he xynodos en; Argeioi men kai hoi symmachoi entonos orgei chorountes, Lakedaimonioi de bradeos kai hypo auleton pollon nomou enkathestoton ou tou theiou charin, all'hina homalos meta rhythmou bainontes proselthoien kai me diaspastheie autois he taxis, hoper philei ta megala stratopeda en tais prosodois poiein [5] Ma piace usare le parole di quello stesso famoso scrittore, che sono più incisive sia per autorità sia per credibilità: E dopo queste cose gli eserciti avanzarono; quelli di Argo pieni di foga e collera, gli Spartani invece lentamente, al suono di molti flauti messi in mezzo alle schiere, secondo l'uso da loro seguito, non era un rito religioso e lo scopo di quest'usanza è che i soldati avanzino in battaglia con lo stesso passo, con ordine e cadenza senza rompere le file, senza disperdersi come accade ai grandi eserciti all'inizio dell'azione
[6] Cretenses quoque proelia ingredi solitos memoriae datum est praecinente ac praemoderante cithara gressibus; [7] Alyattes autem, rex terrae Lydiae more atque luxu barbarico praeditus, cum bellum Milesiis faceret, ut Herodotus in historiis tradit, concinentes habuit fistulatores et fidicines atque feminas etiam tibicinas in exercitu atque in procinctu habuit, lascivientium delicias conviviorum [6] Fu affidato alla memoria che anche i Cretesi solevano entrare in battaglia con la cetra che suona e che dà cadenza ai passi; [7] Aliatte poi, il re della terra di Lidia abituato all'uso e allo sfarzo barbarico, facendo guerra ai Milesii, come tramanda Erodono nelle storie, ebbe suonatori di flauto e di lire e anche donne delizie dei banchetti dei viziosi che suonavano i flauti nell'esercito e nell'attacco
[8] Sed enim Achaeos Homerus pugnam indipisci ait non fidicularum tibiarumque, sed mentium animorumque concentu conspiratuque tacito nitibundos: hoi d'ar'isan sigei menea pneiontes Achaioi ei thymoi memaotes alexemen alleloisin [8] Ma infatti Omero dice che gli Achei attaccavano battaglia non con l'armonia di cetre e flauti, ma sostenuti dall'armonia e dal tacito accordo delle menti e degli animi: gli altri andavano in silenzio gli Achei furenti bramosi in cuore d'aiutarsi l'un l'altro
[9] Quid ille vult ardentissimus clamor militum Romanorum, quem in congressibus proeliorum fieri solitum scriptores annalium memoravere [9] Cosa significa quel fortissimo clamore dei soldati romani, che gli scrittori di annali ricordarono solito avvenire agli inizi delle battaglie
contrane institutum fiebat antiquae disciplinae tam probabile Forse avveniva contro la regola dell'antica disciplina tanto lodevolmente