Eneide: analisi

Eneide: analisi

Perché Virgilio scrive Eneide?

Il motivo è scritto nel quadro storico della vita di Virgilio che è il primo secolo a.C. Roma in questo periodo è la capitale degli intellettuali, è la città dell'Occidente che svetta tra tutte le altre città del Mediterraneo. Roma è una repubblica che vive una profonda crisi sociale, politica e religiosa. Roma è funestata dalle guerre civili. Sembra crollare dal piedistallo su cui era stata messa dagli intellettuali.

Le guerre civili sono determinate da diversi personaggi storici, quali Mario, Silla, Catilina, Cesare, Pompeo, Antonio e il giovane Ottaviano.

Mario e Silla sono antagonisti e cercano di crearsi proprie fazioni. Catilina è un personaggio politico che nel 61 a.C. fa una congiura contro lo stato di Roma. Il suo fu un tentativo per cercare di sovvertire il potere del Senato. Cicerone, però, lo accusa di tale congiura e lo dichiara colpevole di reato. In questo modo Catilina viene allontanato da Roma.

Altri due personaggi sono Cesare e Pompeo, anch'essi antagonisti. Pompeo è un generale e uomo politico di Roma.

Cesare è noto per aver avuto un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale.

Giulio Cesare appartiene a una famiglia aristocratica e ricca. Egli desidera guidare il popolo per dare a Roma una morale, una consapevolezza, un orgoglio. Comprende che Roma ha bisogno di una guida e per farsi riconoscere guida fa una campagna militare contro i Galli. Il Senato non sopportava l'idea che una guida diventasse o assumesse il ruolo di REX ( comandante ).

Il senato non condividendo l'idea politica di Cesare gli ordisce contro una congiura di cui sono capi i cittadini repubblicani di Roma.

La storia ci narra del triste episodio dell'uccisione di Cesare. Tolto Cesare le guerre civili si fanno più aspre poiché sono diverse le fazioni e le idee politiche. I cittadini sono i primi a distruggere la res pubblica di Roma.

Cesare prima di morire fece un testamento dove aveva indicato come suo successore Gaio Giulio Cesare Ottaviano conosciuto dai romani come uomo di cultura e combattente.

Egli è un ometto gracile, cagionevole di salute in particolare di fegato. Nonostante questo è furbo, decisionista e diplomatico. Il suo obbiettivo è quello di trasformare la repubblica in principato sotto una guida. Per fare questo ingrazia, ottiene favori e rispetto dal Senato. Di fronte ai senatori si dimostra apparentemente timido e dipendente dal Senato.

Il popolo chiedeva solo due cose: il pane e gli spettacoli (panem et circenses). Il mestiere più famoso tra i romani è il soldato. Infatti essi sono sempre pronti a partire per campagne militari. Al ritorno lo Stato prendeva delle terre di contadini e le dava ai soldati. Le terre che venivano confiscate si trovavano principalmente nella Pianura Padana.

Assegnazione ed espropriazioni sono particolari della vita di Virgilio.

Ottaviano consegna il divertimento e le terre ai cittadini di Roma. Il popolo nel 27 a.C. lo acclama Augustus (colui che ha arricchito Roma). Viene chiamato principe e inizia l'impero romano. A questo punto Ottaviano chiede di finire le guerre civili e iniziare un lungo periodo di pace, denominato PAX AUGUSTEA.

Il programma di Augusto consisteva nella collaborazione con persone colte per arricchire Roma. La finalità politica di Ottaviano è di ripristinare la legge del MOS MAIORUM costituita dal principio della PIETAS ossia l'obbedienza alle Leggi sia temporali che divine.

Cesare Ottaviano chiede al suo primo consigliere Mecenate di celebrare il MOS MAIORUM in modo da ripristinare a Roma la legge antica.

Mecenate, uomo coltissimo e ricchissimo, si rivolge ai suoi intellettuali, i quali fanno parte del circolo che ha fondato.

Di questo gruppo fa parte un giovane di venti anni di Mantova che aveva già scritto due famose opere: le Bucoliche e le Georgiche.

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