Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 04; 41-50, pag 3

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 04; 41-50

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 04; 41-50
' [46] Reliquas quoque partis aegritudinis utilis esse dicunt, misericordiam ad opem ferendam et calamitates hominum indignorum sublevandas; ipsum illud aemulari obtrectare non esse inutile, cum aut se non idem videat consecutum, quod alium, aut alium idem, quod se; metum vero si qui sustulisset, omnem vitae diligentiam sublatam fore, quae summa esset in eis qui leges, qui magistratus, qui paupertatem, qui ignominiam, qui mortem, qui dolorem timerent [46] E dicono che siano utili le restanti parti della sofferenza, la misericordia per portare aiuto e risolvere le calamità degli uomini indegni; e che non è inutile nemmeno questo invidiare ed odiare, quando uno vede di non aver preso la stessa cosa di un altro, o un altro la stessa cosa che ebbe lui; e dicono che se uno avesse cancellato il terrore, sarebbe stata sottratta tutta la condotta della vita, che è grandissima in quelli che temono le leggi, o i magistrati o la povertà o la vergogna o la morte o la sofferenza
Haec tamen ita disputant, ut resecanda esse fateantur, evelli penitus dicant nec posse nec opus esse et in omnibus fere rebus mediocritatem esse optumam existiment Tuttavia discutono di queste cose così da confessare che devono essere represse ma dicono che non possono né devono essere sradicate del tutto e in quasi tutte le cose e stimano che una via di mezzo sia la cosa migliore
Quae cum exponunt, nihilne tibi videntur an aliquid dicere E quando espongono queste cose ti sembra che dicano niente o che esprimano qualcosa

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 01-10

- Mihi vero dicere aliquid, itaque expecto, quid ad ista - Certamente a me sembra che dicano qualcosa, così aspetto che cosa (devi obiettare) a queste argomentazioni
[XXI] [47] - Reperiam fortasse, sed illud ante: videsne, quanti fuerit apud Academicos verecondia [XXI] [47] Lo troverò, forse, ma prima dimmi questa cosa: vedi quanta importanza ebbe presso gli Accademici il pudore

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 333-395

plane enim dicunt, quod ad rem pertineat Infatti dicono chiaramente ciò che concerne alla cosa
Peripateticis respondetur a Stoicis; digladientur illi per me licet, cui nihil est necesse nisi, ubi sit illud, quod veri simillimum videatur, anquirere Ai peripatetici si risponde da parte degli stoici; per me è lecito che si sfidino in battaglia, non essendo necessario ricercare niente se non dove si trovi ciò che sembri la cosa più simile al vero

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Quid est igitur quod occurrat in hac quaestione, e quo possit attingi aliquid veri simile, quo longius mens humana progredi non potest Che cè dunque che accade in questa questione da cui possa essere tratto qualcosa di simile al vero, più in là di cui la mente umana non può avanzare
Definitio perturbationis, qua recte Zenonem usum puto; ita enim definit, ut perturbatio sit aversa ratione contra naturam animi commotio, vel brevius, ut perturbatio sit adpetitus vehementior, vehementior autem intellegatur is qui procul absit a naturae constantia La definizione di turbamento, che ritengo che Zenone usò giustamente; infatti la definisce così, in modo che il turbamento sia un moto dellanimo contro natura, strappato dalla razionalità, o più brevemente che il turbamento sia un appetito piuttosto violento ed è inteso come piuttosto violento quello che si allontana molto dalla armonia della natura

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[48] Quid ad has definitiones possim dicere [48] Che cosa potrei dire a queste definizioni
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