Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 03; 163-173
[170] Quas | [170] Quali piaceri |
Corporis, credo, aut quae propter corpus vel recordatione vel spe cogitentur | Quelli del corpo, credo, o quelli che in relazione al corpo vengono pensati attraverso il ricordo o la speranza |
[171] Num quid est aliud | [171] Forse cè qualcosaltro |
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Rectene interpretor sententiam tuam | Interpreto correttamente il tuo pensiero |
Solent enim isti negare nos intellegere quid dicat Epicurus | Infatti essi sono soliti dire che noi non capiamo che cosa dice Epicuro |
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Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 101-110
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[172] Hoc dicit, et hoc ille acriculus me audiente Athenis senex Zeno, istorum acutissimus, contendere et magna voce dicere solebat, eum esse beatum qui praesentibus voluptatibus frueretur confideretque se fruiturum aut in omni aut in magna parte vitae dolore non interveniente aut, si interveniret, si summus foret, futurum brevem, sin productior, plus habiturum iucundi quam mali; haec cogitantem fore beatum, praesertim si et ante perceptis bonis contentus esset [et] nec mortem nec deos extimesceret | [172] Epicuro dice ciò, e questo è ciò che era solito discutere e sostenere a gran voce, quando io ascoltavo le sue lezioni ad Atene, il vecchio Zenone, spirito mordace, ma il più acuto fra costoro, che è felice colui che gode dei piacere presenti e confida di goderne per tutta la vita o per gran parte della vita senza che intervenga il dolore o, se intervenisse, se fosse fortissimo, sarebbe breve, se invece si protrae nel tempo, comporterà più gioia che male; queste cose lo renderanno felice, soprattutto se è contento dei beni di cui ha goduto fino a quel momento e non teme né la morte né gli dèi |
[173] Habes formam Epicuri vitae beatae verbis Zenonis expressam, nihil ut possit negari | [173] Ti ho espresso lideale di Epicuro di vita felice attraverso le parole di Zenone, affinché non possa essere smentito |