Cicerone, In Verrem: 02; 51-55

Cicerone, In Verrem: 02; 51-55

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 51-55
[LI, 133] Venit ipse in aedem Castoris, considerat templum; videt undique tectum pulcherrime laqueatum, praeterea cetera nova atque integra

Versat se; quaerit quid agat

Dicit quidam ex illis canibus quos iste Liguri dixerat esse circa se multos, "Tu, Verres, hic quod moliare nihil habes, nisi forte vis ad perpendiculum columnas exigere

" Homo omnium rerum imperitus quaerit, quid sit "ad perpendiculum": dicunt ei fere nullam esse columnam quae ad perpendiculum esse possit

"Nam mehercule", inquit, "sic agamus; columnae ad perpendiculum exigantur
[LI, 133] Si reca personalmente al tempio di Castore ed esamina ledificio: vede che dappertutto il soffitto è adorno dì splendidi fregi e che, per il resto, tutto è nuovo e senza difetti

Si gira da una parte e dallaltra; è incerto sul da farsi

Allora uno di quegli scagnozzi che, come aveva detto a Ligure, gli stavano sempre intorno in gran numero, dice: Per te, Verre, qui non cè niente da fare, a meno che tu non voglia controllare se le colonne sono perpendicolari al pavimento

Chiede il nostro uomo, che è ignorante di ogni cosa vuoi dire perpendicolari: gli rispondono che quasi nessuna colonna può essere perfettamente perpendicolare

E di rimando: Ma sì, perbacco, è così che dobbiamo fare: si verifichi se le colonne sono perpendicolari
" [134] Habonius, qui legem nosset qua in lege numerus tantum columnarum traditur, perpendiculi mentio fit nulla et qui non putaret sibi expedire ita accipere, ne eodem modo tradendum esset, negat id sibi deberi, negat oportere exigi

Iste Habonium quiescere iubet et simul ei non nullam spem societatis ostendit; hominem modestum et minime pertinacem facile coercet; columnas ita se exacturum esse confirmat

[135] Nova res atque improvisa pupilli calamitas nuntiatur statim C Mustio, vitrico pupilli, qui nuper est mortuus, M Iunio patruo, P Titio tutori, homini frugalissimo; hi rem ad virum primarium summo officio ac virtute praeditum, M Marcellum, qui erat pupilli tutor, deferunt
[134] Abonio, che ben conosceva le clausole contrattuali, in cui si parla solo del numero delle colonne senza il minimo accenno alla loro posizione perpendicolare, e che non riteneva conveniente per sé accettare la consegna in base a quelle clausole, per non essere poi non dover consegnarla lui alle stesse condizioni, nega di avere il diritto di esigere una tale condizione e nega la legittimità di una verifica in tal senso

Costui allora lo invita a starsene buono e contemporaneamente gli mostra una speranza di partecipazione; Abonio, che era un uomo accomodante e per nulla affatto ostinato, si lascia facilmente piegare; Verre conferma la verifica della perpendicolarità delle colonne

[135] Questa novità, questo colpo imprevisto per il pupillo viene immediatamente riferito a C Mustio, patrigno dellorfano e morto di recente, allo zio paterno M Giunio e al tutore P Tizio, un uomo assai probo; costoro mettono al corrente un altro tutore del pupillo, M Marcello , un uomo di primordine, assai virtuoso e attaccato ai suoi doveri
Venit ad Verrem M Marcellus; petit ab eo pro sua fide ac diligentia pluribus verbis ne per summam iniuriam pupillum lunium fortunis patriis conetur evertere

Iste, qui iam spe atque opinione praedam illam devorasset, neque ulla aequitate orationis neque auctoritate M Marcelli commotus est; itaque quem ad modum ostendisset se id exacturum esse respondit
Questi si reca da Verre e, leale e zelante qual era, lo prega a lungo di non cercare di spogliare con tanta iniquità il pupillo Giunio dei beni paterni

Il nostro uomo aveva già divorato con la speranza e con il pensiero quella preda, sicché le giuste ragioni addotte e lautorità di M Marcello non riuscirono per niente a smuoverlo; e così rispose che avrebbe proceduto alla verifica conformemente alle indicazioni già date

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05

[136] Cum sibi omnis ad istum adlegationes difficilis, omnis aditus arduos ac potius interclusos viderent apud quem non ius, non aequitas, non misericordia, non propinqui oratio, non amici voluntas, non cuiusquam auctoritas, non gratia valeret statuunt id sibi esse optimum factu, quod cuivis venisset in mentem, petere auxilium a Chelidone, quae isto praetore non modo in iure civili privatorumque omnium controversiis populo Romano praefuit, verum etiam in bis sartis tectisque dominata est [136]Pur mostrandosi tutti gli invii di persone difficili, tutti gli approcci ardui e, per meglio dire, impossibili,- su di lui non aveva nessuna influenza né la legge scritta, né quella morale, né la misericordia, né le parole di un parente, né il desiderio di un amico, né lautorità, né il prestigio di chicchessia: in confronto al denaro non cera cosa che per lui avesse valore -decidono allora che la cosa migliore da fare, una cosa che sarebbe venuta in mente a chiunque, era di rivolgersi per aiuto a Chelidone , la quale durante tutta la durata della pretura del nostro imputato ha non solo esercitato piena autorità sul popolo romano nelle questioni di diritto civile e nelle controversie concernenti tutti i privati cittadini, ma ha pure spadroneggiato in questi lavori di manutenzione dei pubblici edifici
[LII, 137] Venit ad Chelidonem C Mustius, eques Romanus, publicanus, homo cum primis honestus; venit M Iunius, patruus pueri, frugalissimus homo et castissimus; venit homo summo pudore, summo officio, spectatissimus ordinis sui, P Titius tutor

O multis acerbam, o miseram atque indignam praeturam tuam

Ut omittam cetera, quo tandem pudore talis viros, quo dolore meretricis domum venisse arbitramini

Qui numquam ulla condicione istam turpitudinem subissent nisi offici necessitudinisque ratio coegisset

Veniunt, ut dico,ad Chelidonem

Domus erat plena; nova iura, nova decreta, nova iudicia petebantur

"Mihi det possessionem, mihi ne adimat, in me iudicium ne der, mihi bona addicat
[LII, 137] Si reca dunque da Chelidone il cavaliere romano C Mustio, pubblicano , un uomo di tutto rispetto; si reca lo zio paterno M Giunio, un modello di rettitudine e di integrità; si reca il tutore P Tizio, uno dei più ragguardevoli cavalieri romani, che accoppia a straordinaria riservatezza uno spiccatissimo attaccamento ai suoi doveri

Di quanti dolori, di quante sventure, di quante vergogne è stata per molti causa la tua pretura

Del resto non voglio parlare; ma la immaginate voi la vergogna, lo immaginate il dolore con cui sì rispettabili persone si recarono a casa di una prostituta

E non si sarebbero per nessuna ragione piegati a una simile umiliazione, se a farlo non li avessero costretti il sentimento del dovere e i vincoli di parentela

Si recano, ripeto, da Chelidone

La casa era piena di postulanti: chiedevano innovazioni nelle norme di diritto, nelle decisioni pretorie, nella procedura processuale

A me conceda il possesso,a me non lo tolga, contro di me non inizi unazione legale, a me assegni i beni

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-126-130

" Alii nummos numerabant, ab aliis tabellae obsignabantur; domus erat non meretricio conventu sed praetoria turba referta

[138] Simul ac potestas primum data est, adeunt hi quos dixi

Loquitur C Mustius, rem demonstrat, petit auxilium, pecuniam pollicetur

Respondit illa ut meretrix non inhumaniter; libenter ait se facturam, et se cum isto diligenter sermocinaturam; reverti iubet

Tum discedunt: postridie revertuntur

Negat illa posse hominem exorari; permagnam eum dicere ex illa re pecuniam confici posse

[LIII]Vereor ne quis forte de populo, qui priore actione non adfuit, haec, quia propter insignem turpitudinem sunt incredibilia, fingi a me arbitretur

Ea vos antea, iudices, cognovistis
Alcuni contavano del denaro, altri suggelavano dei contratti; quella folla che suole stiparsi non già in casa di una prostituta, ma intorno a un pretore

[138] Appena ne hanno la possibilità, le persone che ho nominate le si avvicinano

Parla C Mustio, che spiega di che si tratta, chiede il suo aiuto e promette denaro

Risponde in maniera non scortese, per una prostituta; si sarebbe volentieri interessata della cosa e ne avrebbe parlato a lungo con Verre; ordina di ritornare

E così se ne vanno: tornano lindomani

Quella dice che nessuna preghiera può piegare il nostro uomo; per lui si tratta di un affare dal quale si può spremere una grossissima somma

[LIII] Poiché si tratta di fatti incredibili per la straordinaria miseria morale Temo perciò che qualche cittadino, che non ha assistito alla prima fase del processo, possa pensare a una mia invenzione

Voi invece, signori giudici, ne siete venuti a conoscenza già da prima
[139] Dixit iuratus P Titius, tutor pupilli Iuni, dixit M Iunius tutor et patruus; Mustius dixisset, si viveret, sed recenti re de Mustio auditum est;dixit L Domitius, qui cum sciret me ex Mustio vivo audisse, quod eo sum usus plurimum (etenim iudicium, quod prope omnium fortunarum suarum C Mustius habuit, me uno defendente vicit), cum hoc, ut dico, sciret L Domitius, me scire ad eum res omnis Mustium solitum esse deferre, tamen de Chelidone reticuit quoad potuit, alio responsionem suam derivavit [139] Ne ha parlato sotto giuramento il tutore del pupillo Giunio, P Tizio; ne ha parlato M Giunio, altro tutore e zio paterno; ne avrebbe parlato Mustio, se fosse ancora in vita ; ma cè chi ha udito parlarne Mustio quando il fatto era ancora recente: ne ha così parlato L Domizio che, consapevole che io ero stato messo al corrente della cosa da Mustio quandera ancora vivo, dati gli stretti rapporti che avevo con lui (la mia sola difesa bastò infatti a fargli vincere una causa nella quale si può dire che fosse in gioco tutta la sua posizione ) consapevole, ripeto, che io sapevo che di solito Mustio lo informava di tutto, pur tuttavia ha mantenuto, finché ha potuto, il silenzio a proposito di Chelidone deviando la sua risposta verso qualcosaltro

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Tantus in adulescente clarissimo ac principe iuventutis pudor fuit ut aliquam diu, cum a me premeretur, omnia potius responderet quam Chelidonem nominaret; primo necessarios istius ad eum adlegatos esse dicebat, deinde aliquando coactus Chelidonem nominavit

[140] Non te pudet, Verres, eius mulieris arbitratu gessisse praeturam quam L Domitius ab se nominari vix sibi honestum esse arbitrabatur

[LIV]Reiecti a Chelidone capiunt consilium necessarium, ut suscipiant ipsi negotium

Cum Habonio tutore, quod erat vix HS quadraginta milium, transigunt HS ducentis milibus

Defert ad istum rem Habonius: ut sibi videatur, satis grandem pecuniam et satis impudentem esse
Era così grande la verecondia di questo giovane nobilissimo che è il primo tra i suoi coetanei , che per molto tempo, nonostante la mia insistenza, preferiva dare qualunque altra risposta piuttosto che pronunciare il nome di Chelidone;in un primo tempo dichiarava che a pregare Verre erano stati inviati degli amici suoi, ma alla fine, messo alle strette, ha fatto il nome di Chelidone

[140] Non ti vergogni, Verre, di aver esercitato la carica di pretore ad arbitrio di una donna che L Domizio riteneva di poter a stento nominare senza suo disonore

[LIV] Chelidone dunque li respinge ed essi decidono necessariamente di sbrigarsela da soli

Vengono a un accordo col tutore Abonio, impegnandosi a versare 200000 sesterzi per un lavoro che ne valeva a stento 40000

Abonio ne informa il nostro imputato: si trattava secondo lui di una somma assai forte e assai immorale
Iste, qui aliquanto plus cogitasset, male accipit verbis Habonium, negat eum sibi illa decisione satis facere posse; ne multa, locaturum se esse confirmat

[141] Tutores haec nesciunt; quod actum erat cum Habonio, putant id esse certissimum; nullam maiorem pupillo metuunt calamitatem

Iste vero non procrastinat; locare incipit non proscripta neque edicta die, alienissimo tempore, ludis ipsis Romanis, foro ornato

Itaque renuntiat Habonius illam decisionem tutoribus

Accurrunt tamen ad tempus tutores; digitum tollit Iunius patruus; isti color immutatus est, vultus, oratio, mens denique excidit

Quid ageret coepit cogitare; si opus pupillo redimeretur, si res abiret ab eo mancipe quem ipse adposuisset, sibi nullam praedam esse

Itaque excogitat quid
Costui, che aveva pensato a una somma assai superiore, accoglie Abonio con male parole e gli dice che quellaccordo non può essere per lui soddisfacente; per farla breve, conferma la sua intenzione di appaltare quel lavoro

[141] I tutori restano alloscuro della cosa: ritengono definitivo laccordo fatto con Abonio e non hanno nessun timore che sul pupille sabbatta una disgrazia maggiore

Verre però non perde tempo; inizia lasta dappalto senza fissare il giorno con un avviso pubblico o un bando, e in un momento quanto mai inopportuno, durante i ludi romani essendo tutto il foro parato a festa

Abonio disdice di conseguenza laccordo con i tutori

Tuttavia i tutori ce la fanno ad arrivare di corsa in tempo; lo zio Giunio alza il dito; Verre si sbianca in viso, gli viene meno laspetto abituale, la parola, la presenza di spirito

Comincia a riflettere sul da fare; se lappalto veniva aggiudicato al pupillo, se sfuggiva a quellimprenditore che proprio lui aveva approvato per la bisogna, il suo bottino era belle sfumato

E quindi escogita-che cosa

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Nihil ingeniose, nihil ut quisquam posset dicere, "Improbe, verum callide"-, nihil ab isto vafrum, nihil veteratorium exspectaveritis; omnia aperta, omnia perspicua reperientur, impudentia, amentia, audacia

[142] "Si pupillo opus redimitur, mihi praeda de manibus eripitur

Quod est igitur remedium

Quod

Ne liceat pupillo redimere

" Ubi illa consuetudo in bonis praedibus praediisque vendundis omnium consulum, censorum, praetorum, quaestorum denique, ut optima condicione sit is cuia res sit, cuium periculum

Excludit eum solum cui prope dicam soli potestatem factam oportebat

Quid enim

Quisquam ad meam pecuniam me invito adspirat, quisquam accedit
Nulla di geniale, nulla di cui si possa dire, sì una furfanteria, ma intelligente; non aspettatevi da costui nessuna scaltrezza degna duna vecchia volpe; troverete tutto ben manifesto, tutto ben chiaro, frutto dimpudenza, dinsensatezza, di temerità

[142] Se lappalto è aggiudicato al pupillo, mi viene strappata di mano la preda

Qual è dunque il rimedio

Quale

Non consentire lassegnazione al pupillo

Dovè andata a finire la consuetudine seguita da tutti i consoli, i censori, i pretori e, per concludere, i questori, di fare, in occasione della vendita di proprietà in conseguenza di garanzie personali e immobiliari, le condizioni più favorevoli al proprietario dellimmobile che sè esposto a quel rischio

Egli invece esclude dallassegnazione lunico, oserei dire, al quale spettasse il diritto di concorrere

E allora

Qualcuno contro la mia volontà aspira al mio denaro qualcuno si presenta allasta

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