Cicerone, In Verrem: 02; 05-31-35

Cicerone, In Verrem: 02; 05-31-35

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-31-35

[XXXI, 80] Hac tanta praeda auctus, mancipiis argento veste locupletatus, nihilo diligentior ad classem ornandam milites revocandos alendosque esse coepit, cum ea res non solum provinciae saluti verum etiam ipsi praedae posset esse [XXXI, 80] Sebbene avesse accresciuto i suoi beni con questo bottino così cospicuo e si fosse arricchito di schiavi, di argenteria, di stoffe, Verre non cominciò per nulla a di mostrarsi più sollecito nell'equipaggiare la flotta, nel ri chiamare in servizio i soldati e nel provvedere al loro mantenimento, nonostante che una simile azione di governo potesse rivelarsi non solo salutare per la provincia ma anche fonte di bottino per lui personalmente
Nam aestate summa, quo tempore ceteri praetores obire provinciam et concursare consuerunt aut etiam in tanto praedonum metu et periculo ipsi navigare, eo tempore ad luxuriem libidinesque suas domo sua regiaquae regis Hieronis fuit, qua praetores uti solentcontentus non fuit; tabernacula, quem ad modum consuerat temporibus aestivis, quod antea demonstravi, carbaseis intenta velis conlocari iussit in litore, quod est litus in Insula Syracusis post Arethusae fontem propter ipsum introitum atque ostium portus amoeno sane et ab arbitris remoto loco Infatti in piena estate, che è il periodo in cui tutti gli altri gover natori hanno sempre avuto l'abitudine di visitare la pro vincia spostandosi di qua e di là senza tregua o anche di perlustrare personalmente il mare quando il timore e il pericolo dei corsari erano così gravi, ebbene, proprio in quel periodo egli non si accontentò, per soddisfare il suo amor del lusso e le sue dissolutezze, della sua reggia - che era l'ex-palazzo reale di Gerone, dove risiedono abitual mente i nostri governatori-; ma, nella prassi per lui consueta nei periodi estivi, come ho già spiegato pri ma, fece collocare i suoi padiglioni, ricoperti di cortine di lino finissimo, proprio su quella spiaggia che si stende a Siracusa, nel quartiere dell'Isola, dietro la fonte di Aretusa, e precisamente vicino all'entrata e all'imboccatu ra del porto, in una località veramente pittoresca e lonta na dallo sguardo dei curiosi
[81] Hic dies aestivos praetor populi Romani, custos defensorque provinciae, sic vixit ut muliebria cotidie convivia essent, vir accumberet nemo praeter ipsum et praetextatum filiumetsi recte sine exceptione dixeram virum, cum isti essent, neminem fuisse

Non numquam etiam libertus Timarchides adhibebatur, mulieres autem nuptae nobiles praeter unam mimi Isidori filiam, quam iste propter amorem ab Rhodio tibicine abduxerat

Pipa quaedam, uxor Aeschrionis Syracusani, de qua muliere plurimi versus qui in istius cupiditatem facti sunt tota Sicilia percelebrantur; [82] erat Nice, facie eximia, ut praedicatur, uxor Cleomeni Syracusani
[81] Qui, durante le giornate estive, il nostro governatore, custode e difensore della provincia a lui affidata dal popolo romano, visse in modo tale che ogni giorno si imbandivano banchetti per sole donne, dove non era invitato a prender posto nessun maschio a eccezione di lui stesso e di suo figlio ancora ve stito con la pretesta -anche se, essendoci solo questi due, avrei fatto bene a dire che di maschi non ce n'era proprio nessuno, senza eccezione

Alcune volte era ammesso an che il liberto Timarchide, le donne poi erano sposate e d'alto rango, tranne una, la figlia del mimo Isidoro, che Verre aveva portato via per amore a un flautista di Rodi

C'era una certa Pipa, moglie del siracusano Escrione, una donna sul conto della quale circolano di bocca in bocca per tutta quanta la Sicilia un gran numero di versi composti contro la passione di Verre per lei; [82] c'era Nice, decantata come una splendida bellezza, moglie del siracusano Cleómene

Maybe you might be interested

Cicerone, In Verrem: 02; 03-96-98
Cicerone, In Verrem: 02; 03-96-98

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-96-98

Hanc vir amabat, verum tamen huius libidini adversari nec poterat nec audebat, et simul ab isto donis beneficiisque multis devinciebatur

Illo autem tempore iste, tametsi ea est hominis impudentia quam nostis, ipse tamen cum vir esset Syracusis, uxorem eius parum poterat animo soluto ac libero tot in acta dies secum habere

Itaque excogitat rem singularem; navis quibus legatus praefuerat Cleomeni tradit, classi populi Romani Cleomenem Syracusanum praeesse iubet atque imperare

Hoc eo facit ut ille non solum abesset a domo dum navigaret, sed etiam libenter cum magno honore beneficioque abesset, ipse autem remoto atque ablegato viro non liberius quam anteaquis enim umquam istius libidini obstitit
Suo marito l'amava, ma tutta via non poteva né osava opporsi apertamente alla lussu ria di Verre, a cui si sentiva nello stesso tempo obbligato per il gran numero di doni e di favori che da lui riceve va

In quel periodo però il nostro imputato, sebbene la sua sfrontatezza sia quella che voi conoscete, non pote va tuttavia trovandosi il ma rito a Siracusa, non se la sentiva gran che di tenere con sé la moglie di lui per tanti giorni in riva al mare in pie na libertà, senza darsi pensiero delle conseguenze

Per ciò escogita una trovata originale; le navi, co mandate da un suo coadiutore le affida a Cleómene, dispone che una flotta del popolo roma no sia retta e obbedisca agli ordini del siracusano Cleó mene

Agisce così nell'intento non solo di tenerlo lon tano da casa durante la navigazione, ma anche di far lo star lontano volentieri, permettendogli di trarne grandi onori e vantaggi, Verre intanto, da parte sua, una vol ta allontanato e mandato in missione il marito, poteva tenersi accanto la donna non dico più liberamente di pri ma -chi mai si oppose, infatti, alla sua dissolutezza
sed paulo solutiore animo tamen secum illam haberet, si non tamquam virum sed tamquam aemulum removisset

[XXXII, 83] Accipit navis sociorum atque amicorum Cleomenes Syracusanus

Quid primum aut accusem aut querar

Siculone homini legati, quaestoris, praetoris denique potestatem, honorem, auctoritatem dari

Si te impediebat ista conviviorum mulierumque occupatio, ubi quaestores, ubi legati, ubi ternis denariis aestimatum frumentum, ubi muli, ubi tabernacula, ubi tot tantaque ornamenta magistratibus et legatis a senatu populoque Romano permissa et data, denique ubi praefecti, ubi tribuni tui

Si civis Romanus dignus isto negotio nemo fuit, quid civitates quae in amicitia fideque populi Romani perpetuo manserant

Ubi Segestana, ubi Centuripina civitas
-, ma tuttavia con animo un po' più sollevato, se è vero che lo aveva allontanato non tanto come marito quanto invece come rivale

[XXXII, 83] Delle navi dei nostri alleati e amici assume il co mando Cleómene di Siracusa

Da che cosa dovrò comin ciare per la mia accusa o per la mia deplorazione

Dall'a ver tu concesso a un uomo della Sicilia il potere, l'onore, l'autorità di un coadiutore, di un questore, e alla fin fine di un governatore

Se ti tenevano occupato queste tue faccende di banchetti e di donne, dove erano i questori, dove i coadiutori, dove il frumento valutato tre denari a moggio, dove i muli, dove le tende, dove le forniture così numerose e importanti accordate e concesse dal senato e dal popolo romano ai magistrati e ai loro coadiutori,dov'erano infine i tuoi prefetti, dove i tuoi tribuni

Se proprio non si trovava nessun cittadino romano degno di questo incarico, dove metti le città rimaste amiche e fede li al popolo romano senza interruzione

Dov'erano i cit tadini di Segesta, dov'erano quelli di Centuripe

Maybe you might be interested

Cicerone, In Verrem: 02; 04-121-125
Cicerone, In Verrem: 02; 04-121-125

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-121-125

Quae cum officiis fide vetustate, tum etiam cognatione populi Romani nomen attingunt

[84] O di immortales

Quid

Si harum ipsarum civitatum militibus, navibus, nauarchis Syracusanus Cleomenes iussus est imperare, non omnis honos ab isto dignitatis, aequitatis, officique sublatus est

Ecquod in Sicilia bellum gessimus quin Centuripinis sociis, Syracusanis hostibus uteremur

Atque haec ego ad memoriam vetustatis, non ad contumeliam civitatis referri volo
Eppure queste due città sono legate al popolo romano e ai suoi caratteri specifici non solo per le loro benemerenze, per la lealtà, per l'antica amicizia nei nostri confronti, ma anche per relazioni di parentela

[84] O dèi immorta li

Cosa dobbiamo pensare

Se Cleomene, che è di Siracu sa, ricevette l'ordine di assumere il comando dei soldati, delle navi e dei comandanti delle unità navali appartenenti proprio a queste città, non è forse vero che da parte di Verre fu calpestato ogni rispetto dovuto al rango, al l'equità e alla fedeltà al dovere

Quale guerra abbiamo combattuto in Sicilia senza esserci trovati gli abitanti di Centuripe come alleati e quelli di Siracusa come nemici

E si badi che io intendo citare questi fatti a ricordo del passato, non per offendere una città
Itaque ille vir clarissimus summusque imperator, M Marcellus, cuius virtute captae, misericordia conservatae sunt Syracusae, habitare in ea parte urbis quae in Insula est Syracusanum neminem voluit; hodie, inquam, Syracusanum in ea parte habitare non licet; est enim locus quem vel pauci possent defendere

Committere igitur eum non fidelissimis hominibus noluit, simul quod ab illa parte urbis navibus aditus ex alto est; quam ob rem qui nostros exercitus saepe excluserant, iis claustra loci committenda non existimavit

[85] Vide quid intersit inter tuam libidinem maiorumque auctoritatem, inter amorem furoremque tuum et illorum consilium atque prudentiam
Perciò Marco Mar cello, ben noto come un eroe dei più gloriosi e come un generale eccelso, che conquistò Siracusa col suo valore e, mosso a compassione, la risparmiò, non permise che nessun siracusano abitasse in quel quartiere della città che sorge nell'Isola; tengo a precisare che ancora oggi a un siracusano non è consentito abitare in quel quartiere; si tratta infatti di una zona alla cui difesa basterebbe an che solo un pugno d'uomini

Non volle quindi affidarla a persone che non garantissero una fedeltà assoluta, tenen do conto al tempo stesso del fatto che da quella parte del la città si controlla l'accesso al porto per le navi che arri vano dal mare aperto;per questo motivo non ritenne op portuno affidare quella posizione chiave a coloro che tante volte non avevano lasciato entrare i nostri eserci ti

[85] Considera la differenza che passa tra la tua sre golatezza e il senso di responsabilità dei nostri antenati, tra il tuo amore pazzo e le loro sagge precauzioni

Maybe you might be interested

Cicerone, In Verrem: 02; 05-61-65
Cicerone, In Verrem: 02; 05-61-65

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-61-65

Illi aditum litoris Syracusanis ademerunt, tu imperium maritimum concessisti; illi habitare in eo loco Syracusanum, qua naves accedere possent, noluerunt, tu classi et navibus Syracusanum praeesse voluisti; quibus illi urbis suae partem ademerunt, iis tu nostri imperi partem dedisti, et quorum sociorum opera Syracusani nobis dicto audientes sunt, eos Syracusano dicto audientis esse iussisti

[XXXIII, 86] Egreditur in Centuripina quadriremi Cleomenes e portu; sequitur Segestana navis, Tyndaritana, Herbitensis, Heracliensis, Apolloniensis, Haluntina, praeclara classis in speciem, sed inops et infirma propter dimissionem propugnatorum atque remigum
Essi impedirono ai Siracusani l'accesso alla spiaggia, tu con cedesti loro il comando supremo sul mare; essi non volle ro che un solo siracusano abitasse in quella zona che per mette di controllare l'accesso delle navi al porto, tu vole sti che un siracusano fosse a capo della flotta e delle navi; a coloro ai quali essi sottrassero una parte della loro stes sa città, tu consegnasti una parte del nostro supremo po tere, e a quegli alleati per opera dei quali i Siracusani so no ligi alla nostra autorità, tu ordinasti che fossero ligi all'autorità di un siracusano

[XXXXIII, 86] Cleómene esce dal porto sulla quadrireme di Cen túripe; lo segue la nave di Segesta, quella di Tínda ri, di Érbita, di Eraclea, di Apollonia, di Alunzio: una flotta in apparenza magnifica, in realtà sguarnita e debo le a causa del congedo concesso a combattenti e a rema tori
Tam diu in imperio suo classem iste praetor diligens vidit quam diu convivium eius flagitiosissimum praetervecta est; ipse autem, qui visus multis diebus non esset, tum se tamen in conspectum nautis paulisper dedit

Stetit soleatus praetor populi Romani cum pallio purpureo tunicaque talari muliercula nixus in litore

Iam hoc istum vestitu Siculi civesque Romani permulti saepe viderant
Questo scrupoloso governatore, durante il perio do in cui detenne il potere, vide la flotta solo per il tempo che essa impiegò per passare davanti al luogo dove si svolgeva il suo vergognosissimo banchetto; e proprio lui, che da molti giorni non si lasciava vedere in pubblico, in quell'occasione tuttavia si offrì per qualche istante alla vista dei marinai

Eccolo lì, ritto in piedi sulla spiaggia, il pretore del popolo romano in ciabatte, con una mantelli na alla greca di porpora e una tunica di quelle che arriva no alle caviglie, appoggiato a una delle sue donnine

In fatti moltissimi Siciliani e cittadini romani ebbero oc casione di vederlo spesso conciato a quel modello

Maybe you might be interested

Cicerone, In Verrem: 02; 04-31-35
Cicerone, In Verrem: 02; 04-31-35

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-31-35

[87] Posteaquam paulum provecta classis est et Pachynum quinto die denique adpulsa, nautae coacti fame radices palmarum agrestium, quarum erat in illis locis, sicuti in magna parte Siciliae, multitudo, colligebant et iis miseri perditique alebantur; Cleomenes autem, qui alterum se Verrem cum luxurie ac nequitia tum etiam imperio putaret, similiter totos dies in litore tabernaculo posito perpotabat

[XXXIV]Ecce autem repente ebrio Cleomene esurientibus ceteris nuntiatur piratarum esse navis in portu Odysseae; nam ita is locus nominatur; nostra autem classis erat in portu Pachyni
[ 87] Dopo che la flotta si fu spinta un po' avanti ed ebbe alla fine approdato a Pachino dopo quattro giorni interi di navigazione, i marinai tormentati dalla fame racco glievano le radici delle palme selvatiche, di cui vi era grande abbondanza in quelle località come in gran parte della Sicilia, e di esse erano costretti a nutrirsi quei di sgraziati ridotti allo stremo; da parte sua Cleomene, che era portato a credersi un secondo Verre sia sotto il profi lo del lusso e della depravazione, sia anche per i suoi po teri di comandante in capo, a sua imitazione aveva innal zato un padiglione sulla spiaggia e non la smetteva di be re dalla mattina alla sera

[XXXIV]Ed ecco che all'improvviso, mentre Cleómene era ubriaco e tutti gli altri affamati, arriva la notizia che navi di pirati si trovavano nel porto di Odísseo, così infatti è chiamata quella località; la nostra flotta, da parte sua, si trovava nel porto di Pachino

Maybe you might be interested

Cicerone, In Verrem: 02; 05-51-55
Cicerone, In Verrem: 02; 05-51-55

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-51-55

Cicerone, In Verrem: 02; 04-96-100
Cicerone, In Verrem: 02; 04-96-100

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-96-100

Cicerone, In Verrem: 02; 03-51-55
Cicerone, In Verrem: 02; 03-51-55

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-51-55

Cicerone, In Verrem: 02; 04-141-145
Cicerone, In Verrem: 02; 04-141-145

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-141-145

Cicerone, In Verrem: 02; 02-41-45
Cicerone, In Verrem: 02; 02-41-45

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-41-45

Cicerone, In Verrem: 02; 04-106-110

Cicerone, In Verrem: 02; 04-01-02

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 01-90

Cicerone, In Verrem: 02; 02-01-05

Cicerone, In Verrem: 02; 05-56-60

Cicerone, In Verrem: 02; 04-86-90