[XI, 27] Cum omnibus in aliis vectigalibus, Asiae Macedoniae Hispaniae Galliae Africae Sardiniae, ipsius Italiae quae vectigalia suntcum in his, inquam, rebus omnibus publicanus petitor ac pignerator, non ereptor neque possessor soleat esse, tu de optimo, de iustissimo, de honestissimo genere hominum, hoc est de aratoribus, ea iura constituebas quae omnibus aliis essent contraria Utrum est aequius, decumanum petere an aratorem repetere Iudicium integra re an perdita fieri Eum qui manu quaesierit, an eum qui digito sit licitus possidere Quid Qui singulis iugis arant, qui ab opere ipsi non recedunt,quo in numero magnus ante te praetorem numerus ac magna multitudo Siculorum fuit, quid facient cum dederint Apronio quod poposcerit |
[XI, 27]Poiché per tutte le altre imposte dell'Asia, della Macedonia, della Spagna, della Gallia, dell'Africa, della Sardegna, dell'Italia stessa, per quelle parti soggette a imposta, poiché per tutte queste, ripeto, l'esattore solitamente si limita a essere richiedente del pagamento e pignoratore, non rapinatore e possessore (dei beni del debitore), invece tu a una categoria che è la migliore, la più ri spettosa della giustizia, la più onesta, quella dei coltiva tori, imponevi norme in contrasto con quelle in vigore per tutti gli altri Che cosa è più conforme a giustizia, che l'esattore delle decime ne reclami il versamento o che il coltivatore ricorra contro di lui in tribunale Che il pro cedimento legale si svolga quando il coltivatore ha ancora intatti i suoi beni o quando li ha ormai perduti Che li possieda chi se li è guadagnati con il lavoro delle sue braccia o colui che solo alzando un dito se li è aggiudica ti E poi Coloro che non hanno più terra di quella che per arare una sola coppia di buoi, che la lavorano personalmente |
Relinquent arationes, relinquent Larem familiarem suum Venient Syracusas, ut te praetore videlicet aequo iure Apronium, delicias ac vitam tuam, iudicio recuperatorio persequantur [28] Verum esto: reperietur aliqui fortis et experiens arator, qui, cum tantum dederit decumano quantum ille deberi dixerit, iudicio repetat et poenam octupli persequatur: exspecto vim edicti, severitatem praetoris: faveo aratori, cupio octupli damnari Apronium Quid tandem postulat arator Nihil nisi ex edicto iudicium in octuplum Quid Apronius Non recusat Quid praetor Iubet recuperatores reicere 'Decurias scribamus |
senza potersene allontanare mai (e prima del tuo governo di questa categoria faceva parte un gran numero di Siciliani), come faranno, una vol ta che abbiano dato ad Apronio ciò che questi avrà prete so Abbandoneranno i lavori dei campi, abbandoneran no la loro casa e la loro famiglia Verranno a Siracusa, ovviamente con la garanzia, essendo tu il governatore, di un giudizio equo, a intentar causa davanti al collegio dei periti ad Apronio, il tuo beniamino, il tuo inti mo [28]Ma sia pure: si troverà un coltivatore risoluto e disposto a rischiare, che dopo aver dato all'esattore di decime tanto quanto costui avrà asserito essergli dovuto, sporgerà reclamo in tribunale e lo denuncerà, perché sia condannato a risarcire otto volte tanto; voglio vedere l'efficacia dell'editto, la severità del governatore; ma dalla parte del coltivatore, desidero vedere Apronio condannato all'ottuplo Che cosa chiede alla fin fine il coltiivatore Null'altro che un'azione legale per il risarcimento dell'ottuplo in conformità all'editto Apronio che fa Non solleva obiezioni E il governatore Ordina che si proceda alla selezione dei periti |
' Quas decurias 'De cohorte mea reicies,' inquit 'Quid Ista cohors quorum hominum est ' Volusi haruspicis et Corneli medici et horum canum quos tribunal meum vides lambere; nam de conventu nullum umquam iudicem nec recuperatorem dedit; iniquos decumanis aiebat omnis esse qui ullam agri glebam possiderent Veniendum erat ad eos contra Apronium qui nondum Aproniani convivi crapulam exhalassent O praeclarum et commemorandum iudicium o severum edictum o tutum perfugium aratorum [XII, 29] Atque ut intellegatis cuius modi ista iudicia in octuplum, cuius modi istius de cohorte recuperatores existimati sint, sic attendite |
Compiliamo dunque l'elenco delle decurie Ma quali decurie La selezione, di ce dovrà avvenire tra i membri del mio seguito Che cosa E questo seguito da quali persone è composto Dal mio aruspice Vlusio, dal mio medico Cornelio e da questi miei segugi , che vedi leccare il mio seggio: infatti Verre non assegnò mai né un giudice né un perito scegliendolo dagli elenchi della circoscrizione; sosteneva che chiunque possedesse anche una sola zolla di terra era ostilmente prevenuto nei confronti degli esattori delle decime Contro Apronio bisognava presentarsi a dei periti che ancora non avevano smaltito del tutto la crapula del banchetto offerto da Apronio Oh che azione legale splendida e me che editto severo che sicura tutela per i colti vatori [XII, 29] State ora ben attenti: voglio comprendiate che razza di procedimenti legali fossero questi per l'ottuplo, di che stima godessero i periti scelti fra il seguito di co stui |
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Ecquem putatis decumanum, hac licentia permissa ut tantum ab aratore quantum poposcisset auferret, plus quam deberetur poposcisse Considerate cum vestris animis vosmet ipsi ecquem putetis, praesertim cum id non solum avaritia sed etiam imprudentia accidere potuerit Multos necesse est At ego omnis dico plus, ac multo plus, quam decumam abstulisse Cedo mihi unum ex triennio praeturae tuae qui octupli damnatus sit Damnatus Immo vero in quem iudicium ex edicto tuo postulatum sit Nemo erat videlicet aratorum qui iniuriam sibi factam queri posset, nemo decumanorum qui grano amplius sibi quam deberetur deberi professus esset |
Pensate che, essendogli accordata questa facoltà di sottrarre al coltivatore tanto quanto avesse preteso, vi sia stato qualche esattore che abbia preteso più del dovuto Considerate bene voi stessi, valutate nel vostro animo se non è verosimile che qualcuno vi sia stato, tanto più che ciò poté accadere non solo per avidità ma anche per erro re Inevitabilmente dovete ritenere che ve ne siano stati molti Ma io sostengo che tutti hanno portato via di più, anzi molto di più, della decima Citami uno solo che du rante il triennio del tuo governo sia stato condannato al risarcimento dell'ottuplo Ma che dico, condannato An che soltanto citato in giudizio, in conformità al tuo edit to Se ne deve dedurre, evidentemente, che nessuno dei coltivatori poteva lamentarsi che gli fosse stato fatto un sopruso, che nessuno degli esattori aveva dichiarato es sergli dovuto un chicco in più del giusto |
Immo vero contra rapiebat et asportabat quantum a quoque volebat Apronius, omnibus autem locis aratores spoliati ac vexati querebantur; neque tamen ullum iudicium reperietur [30] Quid est hoc Tot viri fortes honesti gratiosi, tot Siculi, tot equites Romani, ab homine nequissimo ac turpissimo laesi poenam octupli sine ulla dubitatione commissam non persequebantur Quae causa, quae ratio est Una illa, iudices, quam videtis, quod ultro etiam inlusos se et inrisos ab iudicio discessuros videbant Etenim quod esset iudicium, cum ex Verris turpissimo flagitiosissimoque comitatu tres recuperatorum nomine adsedissent adseculae istius, non a patre ei traditi sed a meretricula commendati |
Anzi in verità Apronio rapinava e portava via da ciascuno quanto voleva, dappertutto i coltivatori, spogliati e vessati, si lamentavano; e ciononostante non si troverà che sia stata intrapresa una sola azione legale [30] Co me mai Tanti uomini energici, dotati di considerazione e prestigio, tanti Siciliani, tanti cavalieri romani, pur danneggiati dal più sciagurato e infame individuo, non procedevano legalmente contro di lui, per fargli infligge re la pena dell'ottuplo, di cui era senza alcun dubbio pas sibile Quale la causa di ciò, quale la ragione Una sola, giudici, e ben evidente, poiché capivano che unico risultato del l' azione legale sarebbe stato per loro di uscirne per giun ta beffati e derisi Che procedimento legale poteva mai svolgersi, una volta che avessero preso posto sui loro seg gi, scelti fra il seguito infame e scandaloso di Verre e pro mossi periti, tre dei suoi galoppini, non affidati a lui da suo padre, ma raccomandatigli da una sgualdrinella |
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Cicerone, In Verrem: 02; 04-121-125
Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-121-125
[31] Ageret videlicet causam arator; nihil sibi frumenti ab Apronio relictum, bona sua etiam direpta, se pulsatum verberatumque diceret; conferrent viri boni capita, de comissatione loquerentur inter se ac de mulierculis, si quas a praetore abeuntis possent deprehendere; res agi videretur Surrexisset Apronius, nova dignitas publicani, non ut decumanus squaloris plenus ac pulveris, sed unguentis oblitus, vino vigiliisque languidus; omnia primo motu ac spiritu suo vini unguenti corporis odore complesset Dixisset haec quae volgo dicere solebat, non se decumas emisse, sed bona fortunasque aratorum, non se decumanum esse Apronium, sed Verrem alterum dominum illorum ac tyrannum |
[31]Il coltivatore, naturalmente, avrebbe fatto valere le sue ragioni; avrebbe sostenuto che non un chicco gli era stato lasciato da Apronio, che anche i suoi beni erano stati sac cheggiati, e lui stesso picchiato e fustigato; quegli one sti uomini dei periti avrebbero accostato le loro teste, di scorrendo di baldorie e donnine, e di come acchiapparne qualcuna mentre tornava dall'aver intrattenuto il gover natore; ma l'impressione sarebbe stata che stessero di scutendo della causa Apronio si sarebbe alzato in piedi, ammantato di un decoro insolito per un appaltatore, non già trasandato e impolverato come un esattore delle deci me, ma cosparso di profumi, illanguidito dal vino e dalle veglie; al primo movimento, al primo respiro avrebbe tutto riempito dell'olezzo del vino, del profumo, del suo corpo Avrebbe detto ciò che soleva dire in pubblico: non le decime egli aveva preso in appalto, ma le sostanze e i beni dei coltivatori, egli non era l'esattore Apronio, ma un secondo Verre, loro signore e tiranno |
Quae cum dixisset, illi viri optimi de cohorte istius recuperatores non de absolvendo Apronio deliberarent, sed quaererent ecquo modo petitorem ipsum Apronio con demnare possent [XIII, 32] Hanc tu licentiam diripiendorum aratorum cum decumanis, hoc est cum Apronio permisisses, ut quantum vellet posceret, quantum poposcisset auferret, hoc tibi defensionis ad iudicium tuum comparabas, habuisse te edictum recuperatores daturum in octuplum |
Quando avesse detto ciò, quei galantuomini dei periti tratti dal se guito di costui non si sarebbero consultati sull'assoluzio ne di Apronio, ma avrebbero cercato il modo di infligge re al querelante stesso una condanna a vantaggio di Apronio [32] E tu, Verre, dopo aver concesso agli esattori delle decime, vale a dire ad Apronio, questa assoluta libertà di rapinare i coltivatori, di pretendere quanto volevano e di portarsi via quanto avevano preteso, credevi di esserti preparato per il tuo processo un valido mezzo di difesa con l'editto in cui garantivi dei periti per il risarcimento dell'ottuplo |
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Si mehercule ex omni copia conventus Syracusani, splendidissimorum honestissimorumque hominum, faceres potestatem aratori non modo reiciendi sed etiam sumendi recuperatores, tamen hoc novum genus iniuriae ferre nemo posset, te, cum tuos omnis fructus publicano tradidisses et rem de manibus amisisses, tum bona tua repetere ac persequi lite atque iudicio [33] Cum vero verbo iudicium sit in edicto, re quidem vera tuorum comitum, hominum nequissimorum, conlusio cum decumanis, sociis tuis atque adeo procuratoribus, tamen audes ullius mentionem iudici facere |
Per Ercole, quand'anche tu accordassi al coltivatore la possibilità non solo di ricusare, ma addirit tura di scegliere i periti fra tutti quelli che costituiscono la circoscrizione di Siracusa, una quantità di persone illu strissime e degnissime, nessuno tuttavia potrebbe tollera re questo sopruso di nuovo genere, dal momento che hai consegnato all'appaltatore delle imposte tutto il tuo rac colto e hai perduto, restando a mani vuote, la tua sostan za, solo allora puoi reclamare i tuoi beni, e intentare unazione legale in tribunale [33] Nell'editto si parla procedimento legale, si trattava invece in realtà di un intesa dei membri del tuo seguito, gentaglia della peg gior specie, con gli esattori delle decime, tuoi complici e anzi tuoi agenti, ma hai tu il coraggio di far menzione anche di uno solo di tali procedimenti legali |
Praesertim cum id non modo oratione mea sed etiam re ipsa refellatur, quod in tantis incommodis aratorum iniuriisque decumanorum nullum ex isto praeclaro edicto non modo factum sed ne postulatum quidem iudicium invenitur [34] Erit tamen in aratores lenior quam videtur Nam qui in decumanos octupli iudicium se daturum edixit, idem habuit in edicto se in aratorem in quadruplum daturum Quis hunc audet dicere aratoribus infestum aut inimicum fuisse Quanto lenior est quam in publicanum Edixit ut, quod decumanus edidisset sibi dari oportere, id ab aratore magistratus Siculus exigeret Quid est reliqui iudici quod in aratorem dari possit |
Tanto più che, se lo facessi, non sarebbe solo il mio discorso ma la realtà stessa a smentirti, dal momento che, pur essendo stati così gravi i danni subiti dai coltivatori e così grandi i soprusi commessi dagli esattori, non risulta che, in con formità a codesto splendido editto, alcun procedimento legale sia stato non solo portato a termine ma neppure ri chiesto [34] E tuttavia, nei confronti dei coltivatori, Verre ri sulterà più mite di quanto non sembri Infatti egli che nell'editto ha dichiarato che avrebbe dato corso al proce dimento legale per il risarcimento dell'ottuplo contro gli esattori delle decime, ha anche dichiarato nell'editto che contro il coltivatore avrebbe dato corso ad azione legale soltanto per il quadruplo Chi osa ancora sostenere che sia stato mal disposto verso i coltivatori, o loro nemico Quanto è più mite con il coltivatore che con l'appaltatore delle imposte Ha stabilito nel suo editto che fosse un funzionario sicilianoi a esigere dal coltivatore ciò che l'esattore delle decime avesse dichiarato essergli dovuto E allora, a quale procedimento legale contro il coltivato re si può ancora dar corso |
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'Non malum est,' inquit, 'esse istam formidinem, ut, cum exactum sit ab aratore, tamen ne se commoveat reliquus metus iudici sit ' Si iudicio vis a me exigere, remove Siculum magistratum: si hanc vim adhibes, quid opus est iudicio Quis porro erit quin malit decumanis tuis dare quod poposcerint, quam ab adseculis tuis quadruplo condemnari [XIV, 35] Illa vero praeclara est clausula edicti, quod omnium controversiarum quae essent inter aratorem et decumanum, si uter velit, edicit se recuperatores daturum Primum quae potest esse controversia, cum is qui petere debet aufert, et cum is non quantum debetur sed quantum commodum est aufert, ille autem unde ablatum est iudicio suum recuperare nullo modo potest |
Non è male, dice, che que sto timore sussista: una volta che il coltivatore sia stato costretto a pagare, rimane tuttavia ancora la paura del procedimento legale a tenerlo buono Se vuoi pretende re da me il pagamento con un'azione legale, togli il funeario siciliano: se invece ti vali della sua autorità, che necessità c'è di un'azione legale Infine, chi non vi sarà che non preferisca dare ai tuoi esattori quanto chiederan no, piuttosto che farsi condannare dai tuoi galoppini a pagare il quadruplo [XIV, 35] Ma il meglio è la parte finale dell'editto, quella in cui dichiara che per tutte le contese che sorgano fra colti ,more ed esattore egli designerà, ove una delle due parti b voglia, dei periti In primo luogo, che contesa mai può sorgere quando chi dovrebbe reclamare in giudizio porta via, e porta via non quanto gli è dovuto, ma quanto gli aggrada, e quello a cui è stato portato via non può in giu dizio in nessun modo recuperare il suo |