Cicerone, De Oratore: Libro 02; 71-75

Cicerone, De Oratore: Libro 02; 71-75

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 71-75

[LXXI] [286] Saepe etiam facete concedas adversario id ipsum, quod tibi ille detrahit; ut C Laelius, cum ei quidam malo genere natus diceret, indignum esse suis maioribus, "at hercule" inquit "tu tuis dignus [LXXI][286] Il ridicolo spesso si ottiene concedendo allavversario ciò che egli ti nega, come fece C Lelio, quando a un tale cli ignobili natali, che gli diceva: Tu sei indegno dci tuoi antenati , rispose: Ma tu, per Ercole, sei degno dei tuoi
Saepe etiam sententiose ridicula dicuntur, ut M Cincius, quo die legem de donis et muneribus tulit, cum C Cento prodisset et satis contumeliose "quid fers, Cinciole Spesso si dicono facezie anche in tono sentenzioso,come quando una volta, mentre si discuteva sulla legge riguardante i doni e i regali agli avvocati, presentata da M Cincio, saltò fuori C Centone, che disse con tonofortemente offensivo: Che cosè che vuoi proporre, o piccolo Cincio
quaesisset, "Ut emas," inquit "Gai, si uti velis e Cincio di rimando: Che tu debba comprare, o Gaio, ciò di cui hai bisogno

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 16-20

[287] Saepe etiam salse, quae fieri non possunt, optantur; ut M Lepidus, cum, ceteris se in campo exercentibus, ipse in herba recubuisset, "vellem hoc esset," inquit "laborare [287] Spesso il ridicolo deriva dal chiedere cose impossibili, come quando, davanti a tutti i compagni che si addestravano nel Campo Marzio, M Lepido comodamente sdraiato sullerba disse: Come vorrei che la fatica fosse questa
Salsum est etiam quaerentibus et quasi percontantibus lente respondere quod nolint; ut censor Lepidus, cum M Antistio Pyrgensi equum ademisset amicique [cum] vociferarentur et quaererent, quid ille patri suo responderet, cur ademptum sibi equum diceret, cum optimus colonus, parcissimus, modestissimus, frugalissimus esset "me istorum" inquit "nihil credere Siamo faceti anche quando a gente che cinterroga e quasi cincalza con domande, noi rispondiamo con calma, in senso contrario allaspettativa; così il censore Lepido, avendo tolto a M Antistio di Pirgi la dignità equestre, agli amici che gridavano e dicevano: Che cosa dovrà dire al padre, per giustificare la perdita della dignità equestre, questo colono esemplare, sobrio, modesto e frugale quantaltri mai, rispose: Che io non credo nulla di tutto questo

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 61-65

[288] Conliguntur a Graecis, alia non nulla, exsecrationes, admirationes, minationes; sed haec ipsa nimis mihi videor in multa genera discripsisse; nam illa, quae verbi ratione et vi continentur, certa fere ac definita sunt; quae plerumque, ut ante dixi, laudari magis quam rideri solent; [289] haec autem, quae sunt in re ipsa et sententia, partibus sunt innumerabilia, generibus pauca; exspectationibus enim decipiendis et naturis aliorum inridendis [ipsorum ridicule indicandis] et similitudine turpioris et dissimulatione et subabsurda dicendo et stulta reprehendendo risus moventur [288] Per i Greci appartengono al ridicolo anche espressioni di altro genere, come imprecazioni, frasi ammirative, minacce: ma a me sembra di avere fatto in questa materia troppe suddivisioni; infatti le facezie che poggiano sul significato e sullefficacia delle parole sono comunemente fisse e determinate: come ho già detto, esse sono più oggetto di lode che motivo di riso;[289] quelle invece che poggiano sui fatti e sui pensieri sono innumerevoli riguardo alla specie, ma poche riguardo al genere;si suscita il riso col deludere laspettativa, col deridere il carattere altrui, con la caricatura, con lironia, col dire cose stravaganti e col biasimare le stoltezze
Itaque imbuendus est is, qui iocose volet dicere, quasi natura quadam apta ad haec genera et moribus, ut ad cuiusque modi genus ridiculi vultus etiam accommodetur; qui quidem quo severior est et tristior, ut in te, Crasse, hoc illa, quae dicuntur, salsiora videri solent Pertanto chi vuole parlare argutamente deve procurarsi, per dire così, unindole e un costume atti ai generi su esposti, per potere adattare il volto a ogni singolo genere dì ridicolo; e quanto più questo è serio e grave, come avviene in te, o Crasso, tanto più spiritose sogliono apparire le facezie che vengono dette

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 26-30

[290] Sed iam tu, Antoni, qui hoc deversorio sermonis mei libenter acquieturum te esse dixisti, tamquam in Pomptinum deverteris, neque amoenum neque salubrem locum, censeo, ut satis diu te putes requiesse et iter reliquum conficere pergas [290] Tu dicevi, o Antonio, che ti saresti riposato volentieri nellalbergo del mio discorso, purtroppo sei capitato in una qualsiasi locanda dellagro Pontino, luogo squallido e malsano e penso quindi che tu ne abbia abbastanza di un tale riposo, e che voglia affrettarti a terminare il tuo viaggio
"Ego vero, atque hilare quidem a te acceptus," inquit "et cum doctior per te, tum etiam audacior factus iam ad iocandum; non enim vereor ne quis me in isto genere leviorem iam putet, quoniam quidem tu Fabricios mihi auctores et Africanos, Maximos, Catones, Lepidos protulisti Dopo essere stato accolto, disse Antonio, così cordialmente da te e ho allargato le mie conoscenze in materia di facezie e mi hai reso più audace nellusarle;ormai non avrò più il timore che qualcuno mi consideri un uomo frivolo in questo genere, dal momento che tu mi hai portato gli esempi degli Africani, dei Massimi, dei Catoni e dei Lepidi

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[291] Sed habetis ea, quae vultis ex me audire, de quibus quidem accuratius dicendum et cogitandum fuit; nam cetera faciliora sunt atque ex eis, quae dicta sunt, reliqua nascuntur omnia [291] Ma io già vi ho detto tutto quello che volevate udire da me, almeno ciò che meritava unaccurata esposizione e riflessione; ciò che resta è più facile e deriva dal discorso già fatto

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