Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 61-67, pag 2

Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 61-67

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 61-67

Quae si hominibus solis nota sunt, hominum facta esse causa iudicandum est Tutti fenomeni questi che, se sono noti solo all'uomo, non possono che essere stati predisposti appositamente per lui
[156] Terra vero feta frugibus et vario leguminum genere, quae cum maxuma largitate fundit, ea ferarumne an hominum causa gignere videtur [156] Quanto alla terra, gravida di messi e di ogni genere di legumi ch'essa elargisce con infinita generosità, per chi la vediamo generare i suoi prodotti, per gli uomini o per gli animali
Quid de vitibus olivetisque dicam, quarum uberrumi laetissumique fructus nihil omnino ad bestias pertinent; neque enim serendi neque colendi nec tempestive demetendi percipiendique fructus neque condendi ac reponendi ulla pecudum scientia est, earumque omnium rerum hominum est et usus et cura Che dire della vite e dell'olivo i cuiabbondantissimi e fecondissimi frutti nulla hanno a che fare con le bestie; manca agli animali ogni nozione sulla semina, sulla coltivazione, sul tempo adatto per la mietitura, sulla raccolta dei prodotti e sulla loro conservazione in luoghi appositi, tutte attività che sono di esclusiva pertinenza dell'uomo

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 16-20
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 16-20

LXIII [157] Ut fides igitur et tibias eorum causa factas dicendum est, qui illis uti possent, sic ea, quae dixi, is solis confitendum est esse parata, qui utuntur, nec, si quae bestiae furantur aliquid ex is aut rapiunt, illarum quoque causa ea nata esse dicemus LXIII [157] Come le cetre ed i flauti debbono ritenersi costruiti per coloro che se ne servono, cosi si deve riconoscere che le cose di cui ho parlato sono state create esclusivamente per coloro che ne fanno uso, e se qualche animale ce ne strappa o ne ruba una parte, non per questo diremo che quei prodotti sono venuti alla luce per lui
Neque enim homines murum aut formicarum causa frumentum condunt, sed coniugum et liberorum et familiarum suarum; itaque bestiae furtim ut dixi, fruuntur, domini palam et libere; [158] hominum igitur causa eas rerum copias comparatas fatendum est , nisi forte tanta ubertas varietasque pomorum eorumque iucundus non gustatus solum, sed odoratus etiam et aspectus dubitationem adfert, quin hominibus solis ea natura donaverit Non è certo per le formiche e per i topi che gli uomini ripongono il frumento, ma per le spose, per i figli e per la servitù; avviene così che gli animali godano di nascosto dei beni della terra, i loro padroni liberamente ed alla luce del sole; [158] è dunque necessario ammettere che proprio all'uomo è destinata tanta abbondanza di prodotti, sempre che non si ritenga eccessivo che a lui solo la natura abbia donato frutti cosi vari ed abbondanti e così deliziosi non solo a gustarsi ma anche ad annusarsi e a vedersi

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 01-05

Tantumque abest, ut haec bestiarum etiam causa parata sint, ut ipsas bestias hominum gratia generatas esse videamus Ma è tanto poco vero che beni siffatti sono destinati anche agli animali che, a quanto ci risulta, sono invece le bestie che esistono proprio per servire alle necessita dell'uomo
Quid enim oves aliud adferunt, nisi ut earum villis confectis atque contextis homines vestiantur; quae quidem neque ali neque sustentari neque ullum fructum edere ex se sine cultu hominum et curatione potuissent Che funzione hanno le pecore se non quella di permettere agli uomini di rivestirsi dei loro velli, lavorati ed intessuti; che questi animali senza una sollecita cura da parte dell'uomo non avrebbero potuto né alimentarsi, né sostenersi, né produrre alcunché di utile

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 26-30

Canum vero tam fida custodia tamque amans dominorum adulatio tantumque odium in externos et tam incredibilis ad investigandum sagacitas narium, tanta alacritas in venando quid significat aliud, nisi se ad hominum commoditates esse generatos E non parliamo dei cani, della loro fedeltà nel fare la guardia,del loro affetto per il padrone, della loro avversione per gli estranei, della straordinaria finezza dei loro olfatto nelle ricerche, della loro grande alacrità nella caccia che significa tutto ciò se non che il cane è stato creato per soddisfare le necessità dell'uomo
[159] Quid de bubus loquar; quorum ipsa terga declarant non esse se ad onus accipiendum figurata, cervices autem natae ad iugum, tum vires umerorum et latitudines ad aratra extrahenda [159] E che dire dei buoi; la stessa conformazione del dorso risulta inadatta a sostenere dei pesi, ma il collo appare nato proprio per reggere il giogo e gli omeri ampi e vigorosi per trascinate l'aratro

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 46-50

Quibus cum terrae subigerentur fissione glebarum, ab illo aureo genere, ut poetae loquuntur, vis nulla umquam adferebatur: 'Ferrea tum vero proles exorta repentest ausaque funestum primast fabricarier ensemet gustare manu iunctum domitumque iuvencum':tanta putabatur utilitas percipi e bubus, ut eorum visceribus vesci scelus haberetur Furono i buoi a domare la terra scindendone le zolle e per questo loro merito gli uomini dell'età dell'oro, a quanto ci riferiscono i poeti, non fecero mai loro alcuna violenza:" Quindi sorse d'un tratto una stirpe di ferro contesta e prima osò costruire la spada ministra di morte e deigiovenchi, domati ed avvinti, a cibarsi d'intraprese ":il servizio prestato dai buoi era valutato a tal punto che il cibarsi delle loro carni era ritenuto un delitto

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