Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 06-10, pag 4

Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 06-10

Omne igitur, quod vivit, sive animal, sive terra editum, id vivit propter inclusum in eo calorem, ex quo intellegi debet eam caloris naturam vim habere in se vitalem per omnem mundum pertinentem Tutto ciò che vive dunque, sia esso animale o vegetale, vive in forza del calore che reca chiuso in sé, dal che si deve dedurre che la sostanza che costituisce il calore possiede una forza vitale che si estende all'intero universo
[25] Atque id facilius cernemus toto genere hoc igneo, quod tranat omnia subtilius explicato [25] E più facilmente comprenderemo questa verità se svilupperemo più dettagliatamente codesto argomento del fuoco che condiziona tutti gli altri
Omnes igitur partes mundi (tangam autem maximas) calore fultae sustinentur Tutte le parti dei mondo dunque (e mi rifarà alle più grandi) si conservano perché sostenute dal fuoco

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 01-05

Quod primum in terrena natura perspici potest Questo lo si può vedere osservando in primo luogo tutto ciò che risulta composto di terra
Nam et lapidum conflictu atque tritu elici ignem videmus et recenti fossione terram fumare calentem, atque etiam ex puteis iugibus aquam calidam trahi, et id maxime fieri temporibus hibernis, quod magna vis terrae cavernis contineatur caloris eaque hieme sit densior ob eamque causam calorem insitum in terris contineat artius Se battiamo o trituriamo delle pietre ne vediamo scaturire del fuoco ed analogamente possiamo osservare che la terra, quando sia stata scavata da poco, fuma per il calore e che dai pozzi perenni si attinge acqua calda soprattutto nel periodo invernale in quanto una grande massa di calore giace nelle cavità sotterranee e, poiché durante l'inverno la terra si fa più densa, finisce coi condensare il calore in essa contenuto

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 11-15

X [26] longa est oratio multaeque rationes, quibus doceri possit omnia, quae terra concipiat, semina quaeque ipsa ex se generata stirpibus infixa contineat ea temperatione caloris et oriri et augescere X [26] Lungo è il discorso e molti gli argomenti, con cui si può insegnare ogni cosa, come la terra che contiene i semi, e che la stessa contiene quelle (piante) fissate con le radici generate da sé, che nascono e crescono per la giusta distribuzione del calore
Atque aquae etiam admixtum esse calorem primum ipse liquor aquae declarat et fusio, quae neque conglaciaret frigoribus neque nive pruinaque concresceret, nisi eadem se admixto calore liquefacta et dilapsa diffunderet; itaque et aquilonibus reliquisque frigoribus adiectis durescit umor, et idem vicissim mollitur tepefactus et tabescit calore E anche lo svanire dellacqua dimostra che il calore è mischiato allacqua e il diffondersi di questa non si farebbe ghiaccio per il freddo, né si trasformerebbe in neve o brina, se non si diffondesse liquefatta e dissipata essendo mischiato ad essa il calore, perciò lacqua si ghiaccia per laggiunta di venti dal nord e per il freddo, e ugualmente viceversa si scioglie, essendo riscaldata dal calore e si liquefa

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 01; 51-55

Atque etiam maria agitata ventis ita tepescunt, ut intellegi facile possit in tantis illis umoribus esse inclusum calorem; nec enim ille externus et adventicius habendus est tepor, sed ex intumis maris partibus agitatione excitatus, quod nostris quoque corporibus contingit, cum motu atque exercitatione recalescunt E anche i mari mossi dal vento così riscaldano che si può facilmente intuire che il calore sia racchiuso in così ampie distese dacqua; infatti il tepore deve essere esterno e venuto da fuori liberato dallagitarsi delle parti del mare mosso, il che accade anche ai nostri corpi che per il moto si riscaldano
ipse vero aer, qui natura est maxime frigidus, minime est expers caloris; [27] ille vero et multo quidem calore admixtus est: ipse enim oritur ex respiratione aquarum; earum enim quasi vapor quidam aer habendus est, is autem existit motu eius caloris, qui aquis continetur Laria che per natura è soprattutto fredda, non è affatto priva di calore; [27] anzi vi è mescolato molto più calore; essa nasce dallevaporazione delle acque; infatti il vapore di queste deve diventare aria; invece questo esiste per il movimento del calore che è contenuto nellacqua

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Quam similitudinem cernere possumus in his aquis, quae effervescunt subiectis ignibus Come paragone possiamo guardare a quelle acque che bollono per il fuoco sottostante

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