Cicerone, De Domo sua: 131 - 147, pag 3

Cicerone, De Domo sua: 131 - 147

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 131 - 147

[137] Videtisne praetori urbano negotium datum ut curaret ne id sacrum esset, et ut, si quae essent incisae aut inscriptae litterae, tollerentur [137] Pensate voi che al pretore della città sia stato dato il fastidio di preoccuparsi che quella consacrazine non era sacra e che, se vi fossero state incise delle iscrizioni, venissero cancellate
O tempora, o mores O tempi, o costumi
Tum censorem, hominem sanctissimum, simulacrum Concordiae dedicare pontifices in templo inaugurato prohibuerunt, post autem senatus in loco augusto consecratam iam aram tollendam ex auctoritate pontificum censuit neque ullum est passus ex ea dedicatione litterarum exstare monumentum: tu, procella patriae, turbo ac tempestas pacis atque oti, quod in naufragio rei publicae, tenebris offusis, demerso populo Romano, everso atque eiecto senatu dirueris, aedificaris, religione omni violata religionis tamen nomine contaminaris, in visceribus eius qui urbem suis laboribus ac periculis conservasset monumentum deletae rei publicae conlocaris, ~ab aequitum notam doloris bonorum omnium sublato Q Catuli nomine incideris, id sperasti rem publicam diutius quam quoad mecum simul expulsa careret his moenibus esse laturam Allora i pontefici vietarono che in un tempio inaugurato un censore, uomo molto religioso, consacrasse la statua della Concordia e in seguito il senato decise, secondo il volere dei pontefici, che quellaltare già consacrato, in un luogo sacro, fosse rimosso, nè tollerò che rimanesse nessuna lettera di quella dedicazione: tu, bufera della patria, turbine e tempesta della pace e della tranquillità, quello che hai distrutto nel naufragio dello Stato, essendo calate le tenebre, affondato il popolo romano, annientato e sconvolto il senato, lo hai edificato, dopo aver violato ogni religione, ma tuttavia in nome della religione, nella carne di colui che aveva salvato la città con i suoi sacrifici e a suo rischio e lo hai collocato a memoria della repubblica distrutta, a oltraggio dei cavalieri, e di tutti gli uomini onesti, e lo hai inciso, dopo aver cancellato il nome di Quinto Catulo, e hai forse sperato che la repubblica avrebbe tollerato più a lungo, fino al momento che, scacciata con me, rimanesse priva di queste mura

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Cicerone, De Domo sua: 96 - 100
Cicerone, De Domo sua: 96 - 100

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 96 - 100

[138] Ac si, pontifices, neque is cui licuit, neque id quod fas fuit dedicavit, quid me attinet iam illud tertium quod proposueram docere, non iis institutis ac verbis quibus caerimoniae postulant dedicasse [138] E se, pontefici, colui a cui non fu lecito, consacrò ciò che non era lecito consacrare, che cosa mi importa ormai di provare che quel terzo, che io avevo proposto, non consacrò con quelle regole e quelle parole che richiedono le cerimonie
Dixi a principio nihil me de scientia vestra, nihil de sacris, nihil de abscondito pontificum iure dicturum Ho affermato dallinizio che non avrei detto niente della vostra dottrina, niente delle cose sacre, niente del recondito diritoo dei pontefici

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Cicerone, De Domo sua: 06 - 10
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 06 - 10

Quae sunt adhuc a me de iure dedicandi disputata, non sunt quaesita ex occulto aliquo genere litterarum, sed sumpta de medio, ex rebus palam per magistratus actis ad conlegiumque delatis, ex senatus consulto, ex lege Le cose che sono state discusse da me finora, riguardo al diritto della consacrazione, non sono state ricavate da un qualche occulto genere di letteratura, ma prese dalle cose pubblicamente fatte dai magistrati e riferite al collegio, dai decreti del senato, e dalla legge
Illa interiora iam vestra sunt, quid dici, quid praeiri, quid tangi, quid teneri ius fuerit Quelle più intime ormai sono vostre, cioè che cosa il diritto abbia voluto che fosse detto, che cosa fosse prescritto, che cosa fosse conservato

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Domo sua parte 01 - 05

[139] Quae si omnia e Ti Coruncani scientia, qui peritissimus pontifex fuisse dicitur, acta esse constaret, aut si M Horatius ille Pulvillus, qui, cum eum multi propter invidiam fictis religionibus impedirent, restitit et constantissima mente Capitolium dedicavit, huius modi alicui dedicationi praefuisset, tamen in scelere religio non valeret, ne valeat id quod imperitus adulescens, novus sacerdos, sororis precibus, matris minis adductus, ignarus, invitus, sine conlegis, sine libris, sine auctore, sine fictore, furtim, mente ac lingua titubante fecisse dicatur: praesertim cum iste impurus atque impius hostis omnium religionum, qui contra fas et inter viros saepe mulier et inter mulieres vir fuisset, ageret illam rem ita raptim et turbulente uti neque mens neque vox neque lingua consisteret [139] Se fosse chiaro che tutte queste cose sono state fatte secondo la dottrina di Tito Coruncanio, che si dice sia stato un pontefice molto esperto, o se quel Marco Orazio Pulvillo, che, poichè molti lo ostacolavano per invidia, con superstizioni, riuscì a resistere e con animo molto fermo, consacrò il Campidoglio, essendo lui il principale responsabile di alcune consacrzioni di questo tipo, tuttavia nel crimine non dovrebbe esserci la religione, non dovrebbe aver valore ciò che si dice abbia fatto un adolescente sprovveduto, sacerdote di recente, per le raccomandazioni della sorella, indotto dalle minacce della madre, inesperto, suo malgrado, senza alcun collegio, senza libri, senza un responsabile, senza uno scultore, furtivamente, con animo inquieto e balbettando: soprattutto poichè codesto sacrilego ed empio nemico di tutte le religioni, che, contro ogni cosa lecita, era stato spesso sia donna tra gli uomini, sia uomo tra le donne, fece quella cerimonia così frettolosamente e in modo così disordinato che nè la mente, nè la voce, nè le parole potevano essere ferme
[140] Delata tum sunt ad vos, pontifices, et post omnium sermone celebrata, quem ad modum iste praeposteris verbis, ominibus obscenis, identidem se ipse revocans, dubitans, timens, haesitans omnia aliter ac vos in monumentis habetis et pronuntiarit et fecerit [140] Queste cose furono riferite a voi, pontefici, e poi furono divulgate dalle parole di tutti, in qual modo costui con parole fuori luogo, con osceni presago, egli stesso ritrattando continuamente, dubitando, tremando, esitando, pronunciò e fece cose del tutto diverse da quelle che voi conservate nelle vostre memorie

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Quod quidem minime mirum est, in tanto scelere tantaque dementia ne audaciae quidem locum ad timorem comprimendum fuisse Della qual cosa non cè da meravigliarsi, se in un crimine tanto grave e in una così profonda follia, non ci fu neanche il tempo di frenare il timore della sua temerarietà
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