Cicerone, De divinationes: Libro 01 - Parte 03

Cicerone, De divinationes: Libro 01 - Parte 03

Latino: dall'autore Cicerone, opera De divinationes parte Libro 01 - Parte 03

Is igitur qui ante sagit quam oblata res est, dicitur praesagire, id est futura ante sentire

Inest igitur in animis praesagatio extrinsecus iniecta atque inclusa divinitus

Ea si exarsit acrius, furor appellatur, cum a corpore animus abstractus divino instinctu concitatur: H

Sed quid oculis rabere visa es derepente ardentibus

ubi illa paululo ante sapiens virginalis modestia

C : Mater, optumatum multo mulier melior mulierum,missa sum superstitiosis hariolationibus,meque Apollo fatis fandis dementem invitam ciet

Virgines vereor aequalis; patris mei meum factum pudet,optumi viri; mea mater, tui me miseret; mei piget

Optumam progeniem Priamo peperisti extra me: hoc dolet: men obesse, illos prodesse, me obstare, illos obsequi
Perciò chi ha la sensazione (sagit) di qualcosa prima che accada, si dice che pre-sagisce, ossia sente in anticipo il futuro

C'è dunque nelle anime una capacità di presagire infusa dall'esterno e penetrata per opera della divinità

Se questa capacità s'infiamma con più veemenza, si chiama follìa profetica, quando l'anima svincolatasi dal corpo è eccitata da un impulso divino: (Ecuba)

Ma come mai, d'un tratto, sei apparsa in preda al furore, con gli occhi fiammeggianti

Dov'è più quella saggia, virginale modestia di poco prima

(Cassandra): Madre mia, di gran lunga la migliore donna delle nobili donne troiane, io sono assalita da deliri profetici, e Apollo mi istiga a dire, folle, contro la mia volontà, il futuro

Mi vergogno dinanzi alle fanciulle mie coetanee; ho rossore di ciò che faccio perché disonoro mio padre, uomo eccelso; di te, madre mia, ho compassione; di me stessa mi dolgo

Tu hai partorito a Priamo figli eccellenti, tranne me: è questo che mi addolora: che io sia di danno, essi di aiuto, io riottosa, essi obbedienti
poema tenerum et moratum atque molle

Sed hoc minus ad rem; illud, quod volumus, expressum est, ut vaticinari furor vera soleat: Adest, adest fax obvoluta sanguine atque incendio

Multos annos latuit; cives, ferte opem et restinguite

Deus inclusus corpore humano iam, non Cassandra loquitur

lamque mari magno classis citatexitur; exitium examen rapit;adveniet, fera velivolantibusnavibus complebit manus litora

Tragoedias loqui videor et fabulas
Oh, brano di poesia dolce, espressivo, delicato

Ma esso non riguarda da vicino il nostro argomento; quello che c'interessa il poeta l'ha espresso in quest'altro passo: come la follìa, di solito, predìca il vero: Eccola, eccola la torcia avvolta nel sangue e nelle fiamme

Per molti anni rimase occulta:cittadini, recate soccorso e spegnetela

Non è più Cassandra che parla, ma il dio che è penetrato in un corpo umano

E già nel vasto mare una flotta veloce vien costruita; essa trascina uno sciame di sciagure; arriverà, feroce, un esercito su navi volanti con le vele, riempirà le nostre spiagge

Può sembrare che io spacci per verità finzioni sceniche
At ex te ipso non commenticiam rem, sed factam eiusdem generis audivi: C Coponium ad te venisse Dyrrachium, cum praetorio imperio classi Rhodiae praeesset, cum primo bominem prudentem atque doctum, eumque dixisse remigem quendam e quinqueremi Rhodiorum vaticinatum madefactum iri minus xxx diebus Graeciam sanguine, rapinas Dyrrachii et conscensionem in naves cum fuga fugientibusque miserabilem respectum incendiorum fore; sed Rhodiorum classi propinquum reditum ac domum itionem dari

Tum neque te ipsum non esse commotum Marcumque Varronem et M Catonem, qui tum ibi erant, doctos homines, vehementer esse perterritos

Paucis sane post diebus ex Pharsalia fuga venisse Labienum; qui cum interitum exercitus nuntiavisset, reliqua vaticinationis brevi esse confecta
Ma proprio da te ho udito un fatto dello stesso genere, non inventato ma effettivamente avvenuto; Gaio Coponio, uomo eminente per saggezza e cultura, nel tempo in cui comandava la flotta di Rodi con la carica di pretore, venne da te a Durazzo e ti disse che un rematore di una quinquireme dei rodii aveva vaticinato che entro meno di trenta giorni la Grecia sarebbe stata immersa in un bagno di sangue, sarebbero avvenute rapine a Durazzo, molti marinai avrebbero dovuto imbarcarsi e fuggire per mare e, nell'allontanarsi, si sarebbero volti a guardare il tristissimo spettacolo degli incendi; soltanto alla flotta rodia sarebbe stato concesso un prossimo ritorno e rimpatrio

Neppure tu sfuggisti a un grave turbamento, e Marco Varrone e Marco Catone, uomini dotti, che si trovavano lì anch'essi, rimasero gravemente atterriti

Pochissimi giorni dopo arrivò Labieno fuggiasco da Farsàlo, e dopo che ebbe recato l'annunzio della disfatta dell'esercito, in breve tempo si avverarono le altre cose che erano state vaticinate

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Cicerone, De divinationes: Libro 02 - Parte 05
Cicerone, De divinationes: Libro 02 - Parte 05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De divinationes parte Libro 02 - Parte 05

Nam et ex horreis direptum effusumque frumentum vias omnis angiportusque constraverat, et naves subito perterriti metu conscendistis et noctu ad oppidum respicientes flagrantis onerarias, quas incenderant milites quia sequi noluerant, videbatis; postremo a Rhodia classe deserti verum vatem fuisse sensistis

Exposui quam brevissime potui somnii et furoris oracla, quae carere arte dixeram
Il grano sottratto ai depositi e sparso qua e là aveva ricoperto tutte le strade e i vicoli, e voi, atterriti, vi imbarcaste senza indugio, e nella notte, guardando verso la città, vedevate le navi da carico in preda alle fiamme, incendiate dai soldati perché non avevano voluto seguirvi; quando, infine, foste abbandonati dalla flotta rodia, vi accorgeste che l'indovino aveva detto il vero

Ho esposto il più brevemente che ho potuto le predizioni del sogno e dell'eccitazione divina, che, come avevo detto, sono estranee all'arte
Quorum amborum generum una ratio est, qua Cratippus noster uti solet, animos hominum quadam ex parte extrinsecus esse tractos et haustos (ex quo intellegitur esse extra divinum animum, humanus unde ducatur), humani autem animi eam partem, quae sensum, quae motum, quae adpetitum habeat, non esse ab actione corporis seiugatam; quae autem pars animi rationis atque intellegentiae sit particeps, eam tum maxume vigere, cum plurimum absit a corpore Di entrambi questi tipi di divinazione unica è la motivazione, alla quale suole richiamarsi il nostro Cratippo: le anime umane derivano e sono tratte in parte dall'esterno - e da ciò si comprende come vi sia al di fuori di noi un'anima divina, dalla quale è derivata l'umana -; ma quella parte dell'anima umana che consiste in sensazione, in movimento, in appetizione non è separata dall'influsso del corpo; quella, invece, che è partecipe della razionalità e dell'intelligenza è più che mai vivida quando è distanziata il più possibile dal corpo

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Cicerone, De divinationes: Libro 02 - Parte 03
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De divinationes parte Libro 02 - Parte 03

Itaque expositis exemplis verarum vaticinationum et somniorum Cratippus solet rationem concludere hoc modo: Si sine oculis non potest exstare officium et munus oculorum, possunt autem aliquando oculi non fungi suo munere, qui vel semel ita est usus oculis, ut vera cerneret, is habet sensum oculorum vera cernentium ; item igitur, si sine divinatione non potest et officium et munus divinationis exstare, potest autem quis, cum divinationem habeat, errare aliquando nec vera cernere, satis est ad confirmandam divinationem semel aliquid esse ita divinatum, ut nihil fortuito cecidisse videatur

Sunt autem eius generis innumerabilia; esse igitur divinationem confitendum est
Pertanto, dopo avere citato esempi di vaticinii e sogni veridici, Cratippo suole argomentare in questo modo: Se senza occhi non può svolgersi la funzione e il còmpito degli occhi, e tuttavia può accadere talvolta che gli occhi non adempiano bene al loro còmpito, chi anche una volta sola ha usato gli occhi in modo da scorgere le cose come sono in realtà, possiede il senso della vista capace di percepire la realt; allo stesso modo, dunque, se, non esistendo la divinazione, non può svolgersi né la funzione né il còmpito della divinazione stessa, e tuttavia può accadere talvolta che qualcuno, pur dotato di capacità divinatorie, erri e non veda la realtà, è sufficiente a dimostrare l'esistenza della divinazione che anche una volta sola un fatto sia stato divinato in circostanze tali da non sembrare che ciò possa in alcun modo attribuirsi al caso

Ma ci sono esempi innumerevoli di questo genere: bisogna dunque ammettere che la divinazione esiste
Quae vero aut coniectura explicantur aut eventis animadversa ac notata sunt, ea genera divinandi, ut supra dixi, non naturale, sed artificiosa dicuntur; in quo haruspices, augures coniectoresque numerantur

Haec inprobantur a Peripateticis, a Stoicis defenduntur
Quanto a quei segni profetici che vengono spiegati mediante interpretazione oppure risultano osservati e registrati in coincidenza con ciò che accade in séguito, essi, come ho detto sopra, vengono chiamati non naturali ma artificiali; in questo campo si annoverano gli arùspici, gli àuguri, gli altri interpreti

Questi generi di divinazione sono negati dai peripatetici, difesi dagli stoici

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Quorum alia sunt posata in monumentis et disciplina, quod Etruscorum declarant, et haruspicini et fulgurales et rituales libri, vestri etiam augurales; alia autem subito ex tempore coniectura explicantur, ut apud Homerum Calchas, qui ex passerum numero belli Troiani annos auguratus est, et ut in Sullae scriptum historia videmus, quod te inspectante factum est, ut, cum ille in agro Nolano immolaret ante praetorium, ab infima ara subito anguis emergeret, cum quidem C Postumius haruspex oraret illum, ut in expeditionem exercitum educeret; id cum Sulla fecisset, tum ante oppidum Nolam florentissuma Samnitium castra cepit Alcuni sono basati sui documenti e sulla dottrina, quale è esposta nei libri aruspicini, fulgorali e rituali degli etruschi, nonché nei vostri libri augurali; altri invece vengono spiegati dagli indovini sull'istante, per interpretazione immediata, come in Omero Calcante, che dal numero dei passeri aveva predetto il numero degli anni della guerra di Troia, o come leggiamo nelle Memorie di Silla - e tu stesso fosti presente al fatto - : mentre egli nel territorio di Nola compiva un sacrificio dinanzi al pretorio, dal di sotto dell'altare sbucò all'improvviso un serpente, e allora l'arùspice Gaio Postumio lo esortò a muovere all'offensiva con l'esercito; Silla gli diede ascolto, e dinanzi alla città di Nola espugnò l'accampamento dei sanniti, ben fornito di armi e vettovaglie
Facta coniectura etiam in Dionysio est, paulo ante quam regnare coepit; qui cum per agrum Leontinum iter faciens equum ipse demisisset in flumen, submersus equus voraginibus non exstitit; quem cum maxima contentione non potuisset extrahere, discessit, ut ait Philistus, aegre ferens

Cum autem aliquantum progressus esset, subito exaudivit hinnitum respexitque et equum alacrem laetus adspexit, cuius in iuba examen apium consederat

Quod ostentum babuit hanc vim, ut Dionysius paucis post diebus regnare coeperit

Quid

Lacedaemoniis paulo ante Leuctricam calamitatem quae significatio facta est, cum in Herculis fano arma sonuerunt Herculisque simulacrum multo sudore manavit
Anche a proposito di Dionisio fu fatta una profezia poco prima che salisse al trono, viaggiava per il territorio di Lentini e fece scendere in un fiume il suo cavallo; travolto dai gorghi, questo sprofondò nelle acque; Dionisio, dopo lunghi e vani sforzi di farlo venir su, si allontanò amareggiato, come narra Filisto

Ma dopo aver camminato per un poco, a un tratto udì un nitrito e si allietò vedendo il cavallo vivo e fremente, sulla cui criniera si era posato uno sciame d'api

L'effetto di questo prodigio fu che Dionisio divenne tiranno di Siracusa pochi giorni dopo

E ancora

Quale presagio toccò agli spartani poco prima della battaglia di Leuttra, quando nel tempio di Ercole le armi risonarono e la statua di Ercole si coprì tutta di sudore

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At eodem tempore Thebis, ut ait Callisthenes, in templo Herculis valvae clausae repagulis subito se ipsae aperuerunt, armaque, quae fixa in parietibus fuerant, ea sunt humi inventa

Cumque eodem tempore apud Lebadiam Trophonio res divina fieret, gallos gallinaceos in eo loco sic adsidue canere coepisse, ut nihil intermitterent; tum augures dixisse Boeotios Thebanorum esse victoriam, propterea quod avis illa victa siliere soleret, canere, si vicisset

Eademque tempestate multis signis Lacedaemoniis Leuctricae pugnae calamitas denuntiabatur
E contemporaneamente, come narra Callistene, a Tebe nel tempio di Ercole i battenti delle porte, chiusi da sbarre, si aprirono da sé all'improvviso, e le armi che erano appese alle pareti furon trovate sul pavimento

E ancora nel medesimo tempo, mentre presso Lebadìa si svolgeva un rito in onore di Trofonio, i galli in tutta quella contrada incominciano a cantare così insistentemente da non smetterla più; gli àuguri della Beozia dissero allora che la vittoria sarebbe spettata ai tebani, perché i galli sogliono tacere quando son vinti, cantare quando hanno vinto

Frattanto gli spartani ricevevano molti preannunci del disastro nella battaglia di Leuttra

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