Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira e Noi siam le tristi penne isbigotite, riassunto

Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira e Noi siam le tristi penne isbigotite, riassunto

Guido Cavalcanti nasce nel 1250 e appartiene a una famiglia di guelfi bianchi

È membro del dolce stil novo e quindi contemporaneo di Dante. Cavalcanti può essere ritenuto dopo Guinizzelli il vero "capo" del dolce stil novo.

Con Cavalcanti l'esistenza di un Dio viene negata, perché lui si ispira a un filosofo arabo averroè promotore dell'averroismo. La filosofia ebraica di questo averroè raggiunse l'Italia grazie a Federico II il quale ospitò nella sua corte persone appartenenti a popoli ed etnie differenti. Quindi potremmo definire Cavalcanti come un personaggio ateo, inoltre venne definito atipico appunto perché aderisce a questa corrente filosofica ovvero l'averroismo. Il principio su cui si basa l'averroismo e l'anima che appunto viene intesa come un principio che è presente in noi.

Secondo l'averroismo l'anima si può tripartire ovvero può dividersi in tre parti: la parte sensitiva, vegetativa e razionale. La parte sensitiva ci permette attraverso i sensi di conoscere il mondo. Quella vegetativa è il principio che consente all'essere umano di vivere e infine quella razionale è il principio che consente all'essere umano di pensare. In questo concetto laico di Cavalcanti quindi non vi è la presenza della donna intesa come donna "angelo", ovvero nel senso religioso.