Architettura romanico lombardo emiliano

Architettura romanico lombardo emiliano

Il Duomo di Modena è uno dei monumenti più importanti del romanico settentrionale

dedicata a san Gemignano. La sua edificazione iniziò nel 1099. L'autore fu Lanfranco, maestro forse originario del comasco. Egli fu definito in una epigrafe, inserita nel muro esterno dell'abside, mirabilis artefix. Lanfranco creò un opera completamente originale e la sua particolarità si evidenzia soprattutto nella facciata e, in generale, in tutto l'esterno. La facciata della cattedrale presenta un tetto a due spioventi, con rialzo centrale, e segue l'altezza diversa delle navate, delle quali indica la larghezza dividendosi in tre settori mediante due poderosi semipilastri. La facciata, i fianchi e gli absidi sono scompartiti ritmicamente da sottili semicolonne collegate da arcate cieche entro le quali si inseriscono loggette trifore. Questi ultimi sono motivi che hanno ascendenza lontana, nell'arte tardo-romana e ravennate.

Le loggette trifore richiamano il ritmo delle arcate interne e del falso matroneo a triplice apertura che le sovrasta e animano le superfici conferendo loro un aspetto plastico. La facciata si presenta così come un altorilievo, mosso dai piani paralleli scalati in profondità. È presente una potente torre campanaria , dalla struttura volumetrica, da intendersi come una grande scultura articolata nello spazio cittadino. Con la rigorosa organicità del complesso contrastano il grande rosone della facciata, aggiunto da Anselmo da Campione, e l'alta guglia gotica del campanile, detta la "ghirlandina".

Alla stessa concezione plastica si ispira anche l'interno, che Lanfranco aveva coperto con tetto a capriate, senza rinunciare alla divisione romanica in campate. Il ritmo orizzontale delle arcate è interrotto dalla robusta sporgenza degli alti pilastri compositi, che sostenevano gli archi trasversali, medianti i quali si interrompeva la continuità dello spazio.

Le volte a crociera mantengono questa partizione interna anche se il loro slancio gotico attenua la misura geometrica della campate. Alla serie di arcate inferiori se ne sovrappone un'altra. In ogni arcata superiore è inclusa una triplice apertura, come un matroneo, che qui è falso, ma, che ha funzione statica, perché scarica i pesi dalle alti pareti che risultano mosse da un notevole alternarsi di pieni e vuoti. L'opera di Lanfranco servirà da modello al molte cattedrali emiliane.

Altro esempio del lombardo emiliano è il duomo di Parma,  che sorge, come il battistero, sulla piazza "del duomo". La cattedrale presenta una facciata a capanna percorsa da loggette ed ornata da una triplice serie di archetti (la superiore delle quali segue gli spioventi del tetto) e da un protiro sormontato da un edicola. Il campanile, che si trova accanto alla chiesa, è gotico, della fine del XIII secolo. L'interno dell'edificio ha volte a crociera, alti pilastri a fascio e galleria di matronei. È slanciato come le chiese romaniche francesi, ma, le campate gli conferiscono maestosità, perché sono a pianta rettangolare nel senso trasversale. Questa caratteristica raffrena la fuga prospettica, equilibrando la verticalità con un senso di larghezza. Nella zona absidale esterna il Duomo di Parma raggiunge il massimo livello artistico: i nitidi volumi rettilinei e curvilinei, ritmati da sottili lesene e alleggeriti da loggette, si articolano geometricamente in un gioco serrato di rapporti reciproci.